Un mese senza il processo sui diritti tv Mediaset. Silvio Berlusconi può partecipare, con il benestare dei giudici della Corte d’appello di Milano, alla riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl indetta da Angelino Alfano, riconosciuto come un impedimento legittimo «laddove è stato appena conferito l’incarico a formare il governo». Un lungo rinvio durante il quale potrebbe nel frattempo arrivare la decisione sull’ammissibilità ed eventuale merito della Suprema Corte sulle istanze presentate dai legali del Cavaliere di trasferimento da Milano a Brescia (rimessione per legittimo sospetto che le parti “possano” non essere “serene”) per questo e l’altro piu noto processo meneghino, che lo vede ancora una volta imputato, meglio noto come il caso Ruby. Sulla richiesta di sospensione avanzata oggi dalla difesa in attesa della valutazione degli ermellini, i giudici della seconda Corte d’appello di milano non si pronunciano, rimandando al 20 aprile.
Quel che è certo è che stabilito il “silenzio in aula” per ventotto giorni nel procedimento che vede al centro il sospetto di frode fiscale, slitta il giorno in cui Berlusconi potrebbe rischiare di vedersi confermata, come richiesto dal procuratore generale Laura Bertolè Viale, oppure annullata la condanna a 4 anni di carcere e cinque di interdizione dai pubblici uffici. Una sentenza che invece da calendario poteva essere prossima. Calendario che ha subito diversi “stop and go”, tra le recenti richieste di legittimo impedimento negate (come il 9 marzo scorso a seguito della visita fiscale) o riconosciute assolute come per la seduta del senato del 16 marzo scorso, e che incrocia il delicato ingorgo istituzionale romano, dove in pochi giorni si dovrà decidere il varo del nuovo governo e scegliere il nuovo Capo dello stato. Un risiko in cui Berlusconi vuol giocare un ruolo importante.
Ovviamente resta l’incognita del processo Ruby (il secondo processo per cui è stata sollevata l’istanza di remissione per legittimo sospetto, ieri unificata alla prima e assegnata alla sesta sezione della Suprema Corte) dove l’ex premier è accusato di concussione e prostituzione minorile, e per questo bisognerà aspettare lunedì. Anche qui si è già entrati nella delicata fase della discussione, con una requisitoria avviata dal pubblico ministro Antonio Sangermano, ma non ancora conclusa con la richiesta di condanna del procuratore aggiunto Ilda Boccassini perchè slittata per ben due volte, dal riconosciuto legittimo impedimento per motivi di salute dell’imputato. Sullo sfondo, restano le visite fiscali, un folto gruppo di parlamentari del Pdl che “occupano” Palazzo di Giustizia di Milano fino ad arrivare davanti all’aula del processo Ruby. Seguite dalle parole del Presidente della Repubblica che ha tra le altre cose richiamato «al rispetto effettivo del ruolo e della dignità tanto della magistratura quanto delle istituzioni politiche e delle forze che le rappresentano». Un intreccio affari-politica-giustizia duro da dipanare.