Non è facile commentare una giornata di campionato quando alcuni errori arbitrali sono così evidenti. Quante volte abbiamo letto, sentito o magari detto questa frase. Il nostro non è un modo di fare controcorrente. Commentare una giornata a prescindere dagli errori delle ex giacchette nere si può. Si può perché i risultati delle due milanesi sono stati giusti, meritati sul campo nonostante le palesi decisioni sbagliate di Tagliavento e Gervasoni.
Cominciamo dal Milan. Mentre Galliani in tribuna viene preso a colpi di monete e sassi e litiga con mezza Firenze che conta (compresi alcuni ragazzini, pare), sul campo il Milan commette il peccato mortale di supponenza. Un peccato che nel calcio si paga, sempre. Sopra di due gol, sopra di un uomo, i rossoneri sono già con la testa alla supersfida del prossimo week end, quando riceveranno il Napoli e proveranno a superarlo nella lotta alla Champions. La tavola è apparecchiata per la più perfetta delle domeniche. L’ex pupillo Montolivo che trasforma in oro gli insulti che gli piovono dagli spalti, Tomovic che nello sbracciarsi atterra El Shaarawy e va sotto la doccia, il raddoppio di un che ha visto più l’infermeria che il campo come Flamini. Dall’altra parte però c’è Vincenzo Montella, che prima litigava con Capello e ora è un sergente di ferro a cui bastano le sue intuizioni e un paio di occhiatacce per raddrizzare squadra e partita.
L’ex Aeroplanino si copre nel primo tempo dopo il rosso al difensore: dal 4-3-3 al 4-4-1. Nella ripresa Jovetic va fuori (non doveva nemmeno giocare) e mette Romulo sulla fascia a coprire le incursioni di Cuadrado. Ed è sulla fascia dell’ex del Lecce che arrivano infatti le occasioni della Viola. Al Milan sono bastati due gol per sentirsi sazio: il 58% di possesso palla va alla Fiorentina, che in 7 minuti trova due rigori. Sarebbe ingeneroso scaricare però su De Sciglio tutte le colpe (vedi il secondo penalty), perché il ragazzo in un anno ha fatto progressi che fanno ben sperare nella capacità del nostro calcio di sfornare talenti. Alla categoria apparterrebbe – appartiene – anche Mario Balotelli, che però ieri ha pensato bene di tornare per un una partita il vecchio Mario: quello svogliato che cincischia per il campo, litiga con il giudice di linea e si becca un giallo che gli fa saltare il Napoli: più immaturo lui o De Sciglio al Franchi?
Va bene, ieri sera a San Siro Gervasoni ha avuto una visione. Dal nulla, gli è parso di scorgere un mani di Samuel in area e sul 3-1 per l’Inter ha dato un rigore all’Atalanta. Scandaloso, ladri. Moratti è furioso e Stramaccioni butta ancora fumo begli occhi a tutti parlando di quanto sono scarsi i nostri arbitri. Peccato che dopo il rigore l’Inter fosse ancora in vantaggio di un gol e che alla fine i nerazzurri di Milano abbiano perso 3-4 dai nerazzurri di Bergamo. Allora perché non appellarsi agli infortunati? Ah, se c’era Palacio. Però Rocchi è tornato al gol dopo oltre un anno e ha fatto una doppietta pure Ricky Alvarez: proprio lui, quello che si muove come un’etoile e che San Siro ogni domenica copre di fischi.
E allora, parliamo di quello che è successo in campo. È successo che gli alibi sono finiti. Stramaccioni – lo abbiamo ripetuto fino allo stremo – ha fatto con quel che ha potuto, ma i suoi errori ieri sera sono stati troppo evidenti. Guardate Colantuono: sul 3-1 cambia modulo da un morigerato 3-5-1-1 passa al 3-4-1-2 con Bonaventura in mezzo alle linee. Certo, non ci vuole molto a portare lo scompiglio nel centrocampo nerazzurro, ma quel poco devi fare in modo che accada. Stramaccioni invece se ne resta lì ad aspettare che succeda qualcosa. Un segno dal cielo, o magari una tripletta di Alvarez. L’unica cosa che fa è passare al 4-4-2 e ottenere il 51% di possesso palla. La storia è sempre la stessa: l’Inter non ha una direzione tattica. E non andrà in Champions. Tempi duri, per le già piangenti casse nerazzurre.
Quindi a godere è il Napoli. Chissà che rabbia, per i tifosi azzurri, vedere la squadra maturare ora e non prima, quando ancora si poteva lottare per lo scudetto. Rallegratevi invece, napoletani: arriverete a San Siro con +4 sul Milan e non manca tanto alla fine del campionato. La Champions è lì a un passo e se la vostra squadra continua così, i maestri del presepe possono già preparare la statuina del trofeo dalle grandi orecchie. Con l’Atalanta avete tenuto duro e vinto 3-2. Avete vinto a Torino contro una squadra granata e granitica, che di perdere non ne voleva sapere. Avete pure battuto il Genoa in una partita che doveva – e vi ha – fatto fuggire dal Milan. Avete ritrovato Hamisk, i gol di Cavani e rottamato con successo uno Dzemaili che sembrava destinato allo sfasciacarrozze e che ora ha pure battuto il suo recordi di gol in serie A. La nuttata è passata, manca poco alle notti magiche.