Viva la FifaBenvenuti a Sochii, i Giochi più costosi di sempre

Dal 2007 ad oggi i costi in Russia sono quadruplicati

Ci sono edizioni dei Giochi olimpici che entrano nella storia. Alcune in maniera del tutto positiva: Berlino 1936 per Jesse Owens che vince ori in faccia a Hitler, Roma 1960 per la maratona scalza di Bikila e Atlanta 1996 per Johnson che vola oltre Mennea sono solo alcuni esempi. E poi ci sono quelle edizioni che nella storia occupano un ruolo negativo, come Monaco 1972 per la strage di atleti israeliani nel villaggio olimpico. O come Sochii 2014, che a un anno dall’inizio ha già infranto un record: quello dell’edizione più costosa di tutti i Giochi, invernali ed estivi.

Per ospitare la competizione, la Russia ha già speso 50 miliardi di dollari, pari a circa 37 miliardi di euro. Una valanga di denaro, se si considera che l’edizione precedente, quella di Vancouver 2010, costò 25 volte meno. E che l’ultima edizione assoluta di una kermesse olimpionica, Londra 2012, è costata 12 miliardi di euro. Un record dovuto alle spese che sono lievitate alle stelle. Nel 2007 Sochii fu scelta dal Cio nelle elezioni di Città del Guatemala, sorpassando nella votazione finale l’austriaca Salisburgo e la sud coreana Peyongang. Intervenendo nel discorso di nomina della città a sede olimpica, Vladimir Putin aveva spiegato che sarebbero stati spesi 12 miliardi di dollari, circa 9 miliardi di euro. La cifra è presto quadruplicata e Sochii si è ritrovata, a meno di un anno dalla prima gara (prevista il 7 febbraio 2014), ad essere più cara persino di Pechino 2008. Per la prima olimpiade cinese furono spesi la bellezza di 40 miliardi di dollari ed anche in quel caso la cifra risultò notevolmente gonfiata rispetto alle previsioni iniziali.

La cifra astronomica è legata alla quasi totale assenza di infrastrutture, ma in Russia la stampa ha un’altra spiegazione: dietro ai conti si nasconderebbero malversazione e corruzione negli appalti, gestiti dalla holding statale Olimpstroy, guidata in quattro anni da ben quattro presidenti. E anche sugli investimenti dei privati, che dovrebbero coprire i due terzi dell’importo finale, ci sono sospetti. A comandare sarebbero le holding statali e molti dei soldi sono destinati a essere prelevati dalle casse del Cremlino. Lo sponsor generale dei Giochi di Sochii è il gigante petrolifero Rosneft, la cui maggioranza è detenuta da Mosca, così come l’altro investitore, il colosso ferroviario Rzd.

Ma ad attirare l’attenzione dei media russi (e non solo) è soprattutto Olimpstroy. Tutto è partito da un’indagine che con i Giochi c’entrava poco. Nel febbraio 2012 Victor Luchinkin, capo dell’ufficio presidenziale di Olimpstroy, fu messo sotto accusa per aver rubato 900 milioni di rubli durante il suo lavoro come capo della società energetica in Chuvashia. E dopo le prime denunce da parte del quotidiano “Izvestia”, il dipartimento investigativo del Ministero degli Interni di stanza a Sochi ha istituito, lo scorso anno, due casi penali collegati alla sovrastima dei costi dei progetti dello stadio principale di Sochii e della pista di bob. I fascicoli sono stati aperti nel mese di giugno 2012, ma la notizia ha cominciato a circolare solo a fine anno. Secondo Izvestia, Olimpstroy avrebbe costantemente ostacolato la fase di progettazione degli impianti, includendo accordi aggiuntivi ai contratti per la costruzione. In base all’accordo supplementare, il valore dei contratti di Olimpstroy con i fornitori subiva un drastico aumento.

Un sistema oleatissimo, creato per rubare e per far fuori chi non stesse al gioco. Come il terzultimo presidente dimissionario di Olimpsroy, Taimuraz Bolloyev. Uomo stimatissimo in Russia, famoso produttore di birra e insignito di alte cariche statali, Bolloyev si dimesso lo scorso anno per motivi di salute. La stampa russa ha però rivelato un’altra verità. Pare che Bolloyev avesse segnalato problemi sospetti nella progettazione di alcuni impianti: alla minaccia che eventuali disagi come crolli di infrastrutture sarebbero stati addeibtati a lui (nonostante risalissero al periodo precedente alla sua presidenza), avrebbe deciso di farsi da parte. Putin ha comunque premiato il suo silenzio: Bolloyev ora dirige l’industria che fornisce le divise all’esercito russo. Al suo posto ora c’è alla guida di Olimpstroy Sergei Gaplikov, ex capo del dipartimento di Stato dell’industria e delle infrastrutture e, da buon rappresentante di Governo, uomo fidato di Putin.

Il sospetto forte, fortissimo, è che dietro ci sia anche la mafia russa. Dopo la crisi del prezzo del petrolio del 2008, la criminalità organizzata si è spostata su due grandi business: il sempre redditizio traffico dell’eroina dall’Afghanistan e le speculazioni legate allo sport. Un giro d’affari che potrebbe coinvolgere anche i Mondiali di calcio del 2018, che si giocheranno proprio nell’ex Urss, ma che per il momento vede interessata la zona caucasica di Sochii. Esistono due scuole di pensiero, nella mafia russa: quella nuova e rampante si butta sulla droga. Quella tradizionale, legata al Caucaso, punta sulle infrastrutture. «Sochi oggi è come Palermo negli anni 70: un’enorme opportunità per la speculazione edilizia», sostiene Vadim Volkov, ricercatore dell’Istituto Europeo di San Pietroburgo. Un’opportunità che verrà sfrutatta anche per regolare i conti tra i clan caucasici.

E poi c’è la neve. Anzi, non c’è. Sochii è una località di villeggiatura nota soprattutto per il suo clima mite. D’estate la temperatura arriva a 24° e d’inverno la media è di 5°. E non occorre essere nati in un ghiacciaio per sapere che con certi valori, la neve rischia di non esserci. Ma un progetto così faraonico – e costoso – non può non prevedere l’elemento fondamentale per un’edizione dei Giochi invernali. In accordo con una società specializzata finlandese, c’è in progetto di produrre già quest’anno 500mila metri cubi di neve artificiale grazie a 400 cannoni ad hoc. Il bello è che questa neve non verrà usata tutta: una parte si scioglierà la prossima estate, visto che verrà immagazzinata dietro alcune montagne e nascosta da teli, ma esposta comunque al caldo di luglio e agosto.

Gli organizzatori non ne stanno imbroccando una. Il mese scorso, alcune gare che erano in programma a Sochii per i campionati del mondo di snowboard cross e di skicross sono state annullate per mancanza di neve. Durante i mondiali di slittino di un mese fa, qualcosa dal cielo è piovuto. Ma era pioggia.
 

Twitter @aleoliva_84

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