Sono lesbiche e non si vergognano di dirlo. Per questo all’amore tra donne hanno pensato di dedicare un’intera serie web. Così Floriana Buonomo e Geraldine Ottier, 32 e 27 anni, si sono messe dietro la camera da presa, investito i propri risparmi e radunato un gruppo di attrici. Alcune etero, altre omosessuali («non si può dire», scherza Floriana). Il risultato è Lsb, prima serie dedicata all’amore omosessuale femminile, che più di quello maschile in Italia resta ancora nascosto sotto metri e metri di pregiudizi. Sottotitolo: “Le ragazze non dormono”, dal nome del brano della cantautrice Giulia Anania che fa da sigla alla serie. «Le ragazze non dormono», spiega la Anania nel video promozionale, «perché vogliono fare l’amore, vogliono ballare, vogliono uscire, vogliono scoprire tante cose, non vogliono dormire ma comunque non vogliono smettere di sognare».
«L’idea», racconta Floriana Buonomo, «è nata un po’ per caso, essendo sia io sia Geraldine (l’altra regista, ndr) appassionate di cinema, oltre ad aver fatto studi di questo tipo». Il punto, aggiunge, è che «ci siamo chieste perché in Italia non ci sia una cinematografia ricca di tematiche lesbiche. C’è la necessità di riconoscerti nelle immagini che vedi, come succede a tutti gli altri. Alle lesbiche invece, a parte casi rari come Viola di mare, non accade». Certo, c’è molta letteratura. Ma nel nostro Paese «essere lesbica è ancora un tabù e quindi non c’è nessuno nel mondo del cinema disposto a produrre storie di questo tipo».
E così i soldi li hanno messi le due registe. Più o meno 10mila euro. «Non abbiamo fatto ferie, non ci siamo riposate un attimo», continua Floriana, «abbiamo investito nei macchinari, mentre le attrici non sono state pagate, tranne il rimborso spese per il pranzo e i viaggi, che significa che compravamo noi il cibo e andavamo noi a prenderle a casa».
Le cinque attrici hanno studiato recitazione, con esperienze teatrali alle spalle. Sono loro le protagoniste delle dodici puntate della serie (di 7-10 minuti l’una), tutte ambientate a Roma. Un gruppo di amiche che si confronta sulla propria e l’altrui omosessualità, muovendosi tra la vita da coinquiline, le lezioni all’università e i nuovi amori. Cose normali, naturali. Semplici ragazze che, tra un impegno e l’altro, amano altre ragazze. Ciascuna di loro vive in maniera diversa il suo essere lesbica. «Ci sono due lesbiche convinte, la bisessuale, quella alla prima esperienza e quella ancora in dubbio». Tutti “tipi sociali” che si trovano nella realtà, ma di cui (quasi) nessuno parla.
E il sesso? «Nella serie non ci sono vere e proprie scene di sesso», risponde ridendo Floriana, «ma solo tante scene d’amore». Immagini che difficilmente si vedono in tv o al cinema, in un’Italia in cui le stesse donne omosessuali fanno fatica a definirsi “lesbiche”. «Purtroppo la parola lesbica non ha appeal neanche tra le lesbiche», dice la regista, «forse perché è un termine cacofonico, anche se in inglese non ha la stessa connotazione negativa».
Proprio per sdoganare la parola, il nome scelto per la serie web è Lsb, acronimo usato in Rete per “lesbica”. «Vogliamo che se ne parli», dice Floriana, «se ne deve parlare perché si deve capire che è una cosa normale». Perché, «a parte qualche rara eccezione, come Anna Paola Concia ad esempio, non abbiamo figure di riferimento, soprattutto nel mondo dello spettacolo, che hanno fatto coming out. Già questo è indicativo». Il resto lo conosciamo tutti. Niente diritti per le coppie omosessuali, né matrimoni. Lsb, forse, riuscirà a emancipare un po’ la nostra Italietta che in questi guarda attonita mogli e mogli, mariti e mariti d’oltralpe vincere la battaglia per andare insieme all’altare. Dal 7 maggio su LSBtheseries-YouTube.
Ecco il trailer