Per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, oggi il neorieletto presidente della Repubblica Giorgio Napolitano presta il giuramento e pronuncia il discorso di insediamento per la seconda volta a distanza di sette anni. Tutto in versione più veloce rispetto al 2006. Anche perché non ci sarà il passaggio di consegne. Poi, 24 ore di consultazioni e nuovo governo. All’insegna della «speditezza» e «sobrietà».
Il cerimoniale comincia oggi alle 17. Il tutto dovrebbe concludersi nell’arco di un’ora. La partenza del già Capo dello Stato dal Quirinale viene segnata dai rintocchi della campana maggiore di Montecitorio, che suona fino al suo arrivo alla Camera. Si tratta di una campana che suona solo in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica, ma che prima dell’unità d’Italia dava il segno dell’inizio delle udienze nel palazzo, dove ebbe sede il tribunale pontificio prima, il governatorato di Roma e la direzione di polizia poi. Nel bronzo della campana sono incisi lo stemma pontificio, le figure di Cristo e di Sant’Antonio e il motto latino “onorate la giustizia voi che giudicate in terra”. Non a caso, il presidente della Repubblica ricopre anche la carica di presidente del Consiglio superiore della magistratura (Csm), cioè di primo magistrato d’Italia.
Ad accogliere Giorgio Napolitano all’ingresso principale di Montecitorio ci saranno Pietro Grasso e Laura Boldrini. Nell’atrio il presidente riceve gli onori militari da un reparto di Carabinieri in alta uniforme disposto su due file, l’una di fronte all’altra. Da lì si dirige nell’aula del Parlamento ornata con 21 bandiere tricolori e drappi rossi.
Napolitano entrerà dall’ingresso alla destra dell’emiciclo. Salirà poi sul banco della presidenza, prendendo posto alla destra del presidente della Camera, alla cui sinistra siede invece il presidente del Senato. Laura Boldrini siede al centro come presidente, secondo la Costituzione, del Parlamento in seduta comune. In aula ci sono deputati e senatori, i delegati delle Regioni, i rappresentanti del corpo diplomatico accreditato presso la Repubblica italiana e gli ospiti d’onore.
Aperta la seduta, il presidente della Camera invita il neopresidente a giurare secondo l’articolo 91 della Costituzione italiana, con la formula: «Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione». Nello stesso momento in cui il Capo dello Stato si alza in piedi per pronunciare la formula del giuramento, al Gianicolo vengono sparati 21 colpi di cannone a salve e la campana maggiore di Montecitorio torna a suonare. Dopo il giuramento, Napolitano siederà al posto del presidente della Camera per leggere il suo primo comunicato alle Camere.
Ecco la cerimonia del 2006
Al termine del giuramento, il Presidente della Repubblica verrà accompagnato da Mario Monti, presidente del Consiglio in carica, e Donato Marra, segretario generale per il Quirinale, all’Altare della patria, dove renderà omaggio al milite ignoto e dove il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, gli porgerà il saluto della Capitale.
Di seguito, come da tradizione, a bordo di una Lancia Flaminia decappottabile 335 a sette posti, scortata dal Corpo dei Corazzieri a cavallo e in compagnia del presidente del Consiglio in carica, il Capo dello Stato dovrebbe sfilare per le vie di Roma verso il Quirinale. Ma per il suo secondo giuramento, Giorgio Napolitano ha scelto di rinunciare a questo passaggio. Il presidente si muoverà a bordo di una Lancia Thesis e con una scorta di corazzieri in moto ridotta rispetto a sette anni fa. La cerimonia si conclude con un nuovo discorso dinanzi alle più alte autorità civili e militari della Repubblica. Mancherà, trattandosi della seconda elezione di Napolitano, il commiato del Presidente emerito della Repubblica e la consegna da parte di quest’ultimo al nuovo Presidente delle insegne di Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell’Onore al merito della Repubblica italiana.