Silvio Berlusconi non poteva sperare di meglio. Nei suoi conciliaboli lo spifferava fin dal 26 febbraio, dopo il pareggione elettorale. “Da un bis di Napolitano mi sentirei garantito. In questi sette anni si è comportato in maniera imparziale e super partes come dev’essere un presidente della Repubblica. Molto meglio di certi nomi che circolano…”
Solo che in quei giorni tronfi (per il Pd), con Bersani convinto di poter spaccare come una mela il fronte grillino, sembrava pura fantapolitica. Cinquanta giorni dopo, davanti alle macerie del partito democratico e il totale stallo istituzionale, quel desiderata recondito è diventato realtà. Berlusconi esulta, il giorno dopo aver schivato il fantasma di Prodi al Quirinale, il suo peggior nemico.
Morale: reincarico per Re Giorgio, Pd frantumato, e Silvio di nuovo insperabilmente al governo. Non male per un signore che appena due mesi fa temeva di finire a piazzale Loreto, dieci punti sotto il centrosinistra, e un partito totalmente allo sbando. Lui è il signor “Rieccolo”, mai sottovalutarlo, ma questa sinistra farebbe resuscitare anche gli zombie…