Pizza ConnectionPrezzi benzina, le sette sorelle finiscono dal giudice

L’indagine di Guardia di Finanza e procura di Varese va a Milano e Roma

«Rialzo fraudolento dei prezzi del carburante attraverso manovre speculative», che evidenzia anche profili di truffa arrecando danno economico al consumatore finale. Questo è il procedimento che il giudice per le indagini preliminari di Varese Giuseppe Battarino ha vagliato nei confronti delle sette aziende coinvolte dall’indagine della procura di Varese e della Guardia di Finanza che si è conlcusa il 4 aprile scorso.

L’indagine è partita circa un anno fa, a seguito di un esposto del Codacons che chiedeva di far luce sull’esistenza di possibili manovre speculative sui prodotti petroliferi da parte delle principali compagnie. Manovre speculative che, stando alle indagini della Guardia di Finanza, avrebbero indebitamente determinato il rincaro di benzina e gasolio al dettaglio sul mercato nazionale italiano, in danno degli utenti finali.

«Da questa lunga analisi – ha spiegato il Comandante del Nucleo di Polizia Tributaria, colonnello Giuseppe Fugacci, nel corso della conferenza stampa del 4 aprile – durante la quale sono stati consultati anche docenti universitari ed esperti, è emerso che le cause principali degli aumenti sono: da un lato la crescente domanda di energia dei paesi emergenti dall’altro però anche ciò che accade sui mercati finanziari. In particolare abbiamo osservato il ruolo rilevante dei fondi di investimento sui mercati della commodity, dove vengono scambiate le materie prime, tra cui anche il petrolio, e gli Etf (fondi indicizzati quotati in borsa, ndr). Entrambi sono fortemente influenzati da azioni speculative, operazioni potenzialmente ad alta redditività, che hanno attratto investitori e determinato così i rincari dei valori. Allo stesso tempo hanno determinato un intervento speculativo da parte delle stesse compagnie petrolifere attraverso operazioni finanziarie con strumenti di finanza derivata finalizzati al mantenimento di prezzi elevati sui mercati del greggio di loro proprietà ai fini di una definizione conveniente dei prezzi dei carburanti praticati alla pompa».

Periodicamente indagini di questo genere, in particolare proprio sui prezzi del carburante, vengono svolte e portate all’attenzione dell’opinione pubblica, ma il difficile arriva nel momento in cui occorre provare il quadro delle accuse: «ma è la prima volta in Italia che viene analizzato così approfonditamente questo fenomeno» assicura il procuratore generale di Varese Maurizio Grigo.

Gli atti sono stati trasferiti per competenza alle procure di Roma e Milano, sedi delle sette compagnie coinvolte nei fatti contestati nel periodo tra il gennaio 2011 e il marzo 2012: Shell, Tamoil, Eni, Esso, Total Erg, Q8 e Api. Sul punto è intervenuta anche l’Unione Petrolifera con un comunicato in cui si legge che dal provvedimento del Gip di Varese «emergerebbero semplici ipotesi investigative che dovranno essere verificate» e che l’esistenza dei reati contestati «è del tutto infondata».

Sulla stessa linea si è attestato anche l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, a margine dell’intitolazione di un’aula della Scuola superiore di Polizia ad Enrico Mattei. «Ci si chiede se i prezzi sono manipolati. Per quanto ci riguarda non è cosi. Le ragioni per cui i prezzi dei carburanti – ha concluso Scaroni – sono un po’ più alti sono molte: si va dalle difficoltà dello sviluppo del non-oil (come vendita di giornali e tabacchi, ndr) e il numero delle stazioni di servizio che sono 24mila in Italia mentre nel solo Regno Unito sono 9mila» così come i maggiori tempi di chiusura, secondo Scaroni, influirebbero sul rialzo dei prezzi del carburante nel Belpaese.

«Non dimentichiamo comunque – spiega il colonnello dela Guardia di Finanza Giuseppe Fugacci a Linkiesta – che l’intera indagine è stata suffragata dal Gip di Varese, che è un giudice terzo rispetto al pm e alle nostre indagini. É infatti la prima volta, escludendo alcune indagini conoscitive svolte in passato dall’authority – continua Fugacci – che un giudice terzo rileva la sussistenza di reati in inchieste di questo tipo». Ora saranno le procure di Milano e Roma a tirare le fila dell’inchiesta varesina.

@lucarinaldi