Viva la FifaQuando il terrorismo uccide lo sport

Storia degli attentati da Monaco 1972 alla Coppa d'Africa 2010 alla Boston marathon

Alle 4.30 del 5 settembre 1972, il terrorismo entrò nel mondo dello sport. Quando vide spuntare le canne dei fucili dalla porta della propria camera del villaggio olimpico, l’arbitro israeliano di lotta greco-romana Yossef Gutfreund si gettò verso l’ingresso urlando “Tutti al riparo!”. Cominciava il massacro di Settembre Nero ai Giochi Olimpici di Monaco.

Le immagini delle ‘Olimpiadi di sangue’ rivivono come un pugno nello stomaco, tutte le volte che si muore ad una manifestazione sportiva per mano dei terroristi. I fatti di Monaco hanno cambiato il concetto di tragedia sportiva. Nessun gol preso all’ultimo secondo, nessuna medaglia sfuggita a un passo dalla gloria da quel momento in poi si sono potute fregiare di questa etichetta. E’ successo nel villaggio olimpico attorno all’Olympia Stadion. E’ successo di nuovo ai Giochi, ad Atlanta nel 1996. E’ successo alla nazionale di calcio del Togo mentre andava a giocarsi la Coppa d’Africa nel 2010. E si è ripetuto due giorni fa a Boston, nella maratona cittadina.

Monaco aveva deciso di vestirsi a festa. Erano gli anni in cui la Germania Ovest dimostrava anche nello sport la sua supremazia su quella Est. Prima con l’organizzazione dei Giochi estivi del 1972 e poi con la Coppa del mondo di calcio di due anni dopo. Il teatro della finale tra i padroni di casa e l’Olanda sarebbe stato proprio l’Olympia Stadion, perno di un avveniristico parco progettato da Frei Otto per dare lustro alla città di fronte al mondo, a circa 30 anni dal conflitto mondiale. Bisognava certificare la rinascita dalle macerie di quella guerra: per questo, lo slogan dei Giochi scelto fu ‘The happy games’. I Giochi felici. E felici, per colpa dell’alcol scorso a fiumi in quella sera di inizio settembre, furono alcuni atleti americani di aiutare i terroristi di scavalcare il muro del villaggio olimpico. Li avevano scambiati per altri atleti. Invece erano fedayyin palestinesi di Settembre Nero. Il Cio aveva negato ad una delegazione di atleti della Palestina di partecipare ai Giochi. Decisero così di prendervi parte, a modo loro. Mentre Gutfreund difendeva i compagni di stanza, il commando di terroristi fece i primi prigionieri: David Berger, Yossef Romano, Mark Slavin, Ze’ev Friedman, Eliezer Halfin e Gad Tsobari. Il corpo di Romano, trucidato da una raffica di fucilate, venne esposto di fronte agli altri come monito. Quello di Wrinberg fu gettato in mezzo alla strada. Il Cio viene informato dell’accaduto, ma decise di non sospendere la manifestazione mentre il nuotatore statunitense Mark Spitz, fresco vincitore di 7 ori, venne fatto rimpatriare negli usa in fretta e furia.

I terroristi chiesero la liberazione di tutti i prigionieri dalle carceri israeliane, ma anche che venissero scarcerati i terroristi tedeschi Andreas Baader e Ulriche Meinhof. Il primo ministro israeliano Golda Meir fu fermo: nessuna concessione. Cominciò una trattativa estenuante che vide coinvolti il governo tedesco e il Mossad e che si concluse drammaticamente all’aeroporto di Monaco all’1.30 del 6 settembre. Morirono 11 atleti israeliani.

Il terrore bussò di nuovo ai Giochi nel 1996. Atlanta fu l’esempio di come una manifestazione non andrebbe organizzata. Computer inefficenti, trasporti in tilt, atleti che perdono le gare perché portati nel posto sbagliato, il sindaco Campbell che propone a chi critica i Giochi di fare da bersaglio al poligono di tiro. Gli Usa si erano già scoperti vulnerabili in casa propria negli attentati di Oklahoma City. Con ordigni fatti nelle proprie case, a colpire cittadini della grande nazione a stelle e strisce. Il palco ideale per rivendicare le proprie idee contro il socialismo globale, l’aborto, l’omosessualità. Eric Rudolph era entrato nell’associazione ultra-cattolica ‘Christian Identity’ perché accusava il Governo di essere sottoposto ad una “agenda omosessuale”. Fu così che il 27 luglio del 1996 piazzò un ordigno al Centennary Park. Una guardia scoprì la bomba e fece sgomberare l’area. Nell’esplosione morì una donna, Alice Hawthorne, e 111 persone rimasero ferite perché Rudloph voleva “confondere, far arrabbiare e imbarazzare il governo di Washington agli occhi del mondo per il suo abominevole ruolo nella somministrazione dell’aborto su richiesta”. Anche in questo caso, i Giochi non furono fermati.

Sul pullman che portava la nazionale di calcio del Togo alla Coppa d’Africa del 2010 in Angola c’era anche Emmanuel Adebayor. La stella del Manchester City ancora non sapeva che, una volta sceso da quel bus, non sarebbe più stato un giocatore di quella nazionale. Al confine con l’Angola, il mezzo che trasportava il Togo venne attaccato da un commando. «Avevamo varcato il confine da 5 minuti, siamo stati scortati da mezzi della polizia: uno davanti e uno dietro. Tutto sembrava tranquillo quando si è scatenata una tempesta di proiettili. Siamo stati attaccati come cani, ci siamo dovuti nascondere per 20 minuti sotto i sedili per evitare le pallottole», racconterà il giocatore Serge Akakpò.

Morirono l’autista del Pullman, oltre all’allenatore in seconda Hubert Velud e l’addetto stampa. Fonti vicine all’organizzazione del torneo tentarono di minimizzare, parlando di una banda di ladri. Verranno smentiti dalla rivendicazione del Fronte di liberazione dell’enclave di Cabinda, che si batte dal 1975 per l’indipendenza del territorio che si trova tra la Repubblica democratica del Congo e il Congo-Brazzaville. Il Togo tornò a casa, Adebayor decise di ritirarsi per sempre dalla nazionale. Oltre al danno, la beffa: la federazione del Togo si beccò una multa di 50mila dollari per aver abbandonato la competizione ancora prima di iniziarla. La Fifa chiuse così la vicenda: «La Fifa ed il suo presidente Joseph Blatter sono profondamente addolorati dagli incidenti che hanno colpito la nazionale del Togo, alla quale esprimono la più profonda solidarietà. La Fifa è in contatto con il presidente della confederazione africana Issa Hayatou e attende un rapporto completo sulla situazione». Il torneo si svolse regolarmente.
 

Twitter @aleoliva_84

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