17 luglio 2013
Nella notte del 29 maggio a Roma (zona Casal Palocco) la polizia italiana fa irruzione nell’appartamento in cui si trova la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, Alma Shalabayeva, insieme alla figlia Adua. In assenza del marito, alla donna viene contestata l’autenticità del passaporto (della Repubblica Centrafricana) e in tutta fretta viene rimpatriata, con la figlia, in Kazakistan dove la sua posizione è a rischio. Un’operazione irregolare con risvolti molto complessi: ha sollevato un caso internazionale con al centro il ministro dell’Interno Angelino Alfano che, riferendo al Parlamento, ha negato di essere stato a conoscenza del caso. Lo ha fatto dopo aver ricevuto una relazione di tredici pagine proprio da Alessandro Pansa, nominato Capo della Polizia il 31 maggio scorso, dopo l’irruzione e il rimpatrio di Alma Shalabayva. Rispetto alla versione fornita dal ministro degli Interni Alfano, il capo di Gabinetto del Viminale Giuseppe Procaccini, dopo aver rassegnato le dimissioni, assicura di aver informato Alfano, all’epoca, dei fatti.
È Alessandro Pansa, campano, classe 1951, il nuovo capo della Polizia di Stato. La nomina è arrivata nella mattinata del 31 maggio. Nei giorni precedenti il nome del prefetto e attuale Capo del dipartimento per gli affari interni e territoriali del Viminale era dato, anche negli ambienti della Polizia, in pole position per la posizione che fu di Antonio Manganelli, morto lo scorso 20 marzo. Un’investitura arrivata dopo oltre due mesi di litigi e dissapori tra i partiti che compongono il governo delle larghe intese guidato da Enrico Letta, e che su questo nodo ha trovato un vero e proprio campo di battaglia tra centrodestra e centrosinistra.
Alessandro Pansa è prima di tutto un poliziotto, aspetto questo molto caro agli agenti che chiedevano proprio di avere come guida di riferimento un collega: terminati gli studi in giurisprudenza presso l’Università di Napoli entra in Polizia nel 1975 trasferendosi in Calabria operando tra antimafia e antiterrorismo nella Squadra Mobile di Cosenza. Un impiego sul territorio che nel 1982 lo porterà dritto a Roma dove si occupa di traffico di stupefacenti e criminalità organizzata nazionale e transnazionale, contribuendo alla creazione del Servizio Centrale Operativo (SCO) della Polizia di Stato, di cui diviene vicecapo insieme allo stesso Antonio Manganelli e sotto la direzione di Gianni de Gennaro. Nel 1992, dirige la Seconda Divisione dello SCO che si occupa di crimini informatici e riciclaggio, mentre nel 1996 sostituisce alla guida dell’Ufficio (diventato nel frattempo organismo di vertice per la polizia investigativa) Gianni De Gennaro, portando avanti l’attività del Servizio Centrale interpretando i possibili scenari delle mafie straniere in Italia. Per anni è anche docente di tecnica dell’indagine presso la scuola superiore di Polizia e alla scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno.
Viene nominato prefetto nel giugno 2000, assumendo l’incarico di direttore centrale per la polizia stradale, ferroviaria, postale, di frontiera e dell’immigrazione, per poi assumere l’incarico nel 2003 (Governo Berlusconi II) di direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere. Nello stesso anno presiede il comitato strategico su immigrazione, frontiere e asilo del consiglio dell’unione europea a Bruxelles. Ma gli incarichi non sono finiti, e tra una consulenza alla commissione parlamentare sull’applicazione dell’accordo Schengen e una per le commissioni antimafia e sul ciclo dei rifiuti, il consiglio dei ministri nel 2005 (Governo Berlusconi III) lo indica come vice direttore della pubblica sicurezza e direttore centrale della polizia criminale.
Il 4 gennaio 2007 Pansa torna nella sua regione d’origine: è inviato infatti prima come prefetto di Napoli, e nel dicembre dello stesso anno il governo Prodi lo nomina Commissario di governo per l’emergenza rifiuti nella Regione Campania. Subentrando a Guido Bertolaso, non ancora balzato agli onori della cronaca giudiziaria. Dal 31 maggio 2008 è anche Commissario delegato per l’emergenza degli insediamenti di comunità nomadi nel territorio della regione Campania.
É proprio nella gestione dell’emergenza rifiuti che Pansa incappa nell’inchiesta denominata “Rompiballe”. L’indagine riguardò una ventina di persone tra cui l’ex presidente della regione Campania Bassolino e l’ex sindaco di Napoli Iervolino, e lo stesso Bertolaso. La vicenda per Pansa si risolse con un’archiviazione, decisa dal Gip del tribunale di Roma Castagnoli, la quale scrisse nel provvedimento che i reati – per i quali si chiedeva il processo per Guido Bertolaso e il prefetto Corrado Catenacci – «sono di pertinenza di funzionari di livello inferiore, cui spettava il controllo su singoli specifici aspetti». Per Pansa i pm Sirleo e Noviello, titolari dell’inchiesta, avevano chiesto il rinvio a giudizio per aver individuato un sistema di gestione abusiva delle lavorazioni dei rifiuti solidi urbani. L’allora procuratore capo della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore, stralciò però la posizione di Pansa trasmettendo le carte a Roma, aprendo uno strappo all’interno della procura partenopea e le porte all’archiviazione del Gip.
Una vicenda «dolorosa» la definì Pansa, che contemporaneamente denunciò anche la scarsa collaborazione delle forze sul territorio che culminarono negli scontri sulla riapertura della discarica di Pianura nel 2003, quando l’attuale capo della Polizia era prefetto di Napoli. «in quelle notti di gennaio 2003», ricordava Pansa in una intervista a Repubblica «nelle strade della città abbiamo vissuto momenti simili a una guerra civile».
Chiusa l’esperienza napoletana, dal 30 agosto 2010 torna a Roma per assumere l’incarico di Capo del dipartimento per gli affari interni e territoriali. Da qui mantiene sempre un canale aperto con gli ex colleghi della Polizia di Stato, fino alla nomina di questa mattina arrivata in Consiglio dei Ministri su indicazione del Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Ad affiancare Pansa ci sarà Alessandro Marangoni, attuale vice-capo vicario e reggente del vertice della Polizia fino a questa mattina.