Di cosa parliamo quando parliamo di Imu

Slitta in Consiglio dei ministri il provvedimento per il rinvio dell'Imu a settembre

«Cambia la dicitura ma la tassa resta, caldeggiata dall’Europa, poi criticata perché nata troppo in fretta e ritenuta indice di una maggiore iniquità sociale, ha lasciato scontenti la maggior parte degli italiani». Così l’Eurispes, nel suo rapporto annuale, descrive il giudizio degli italiani sull’Imu, una tassa ritenuta ingiusta dal 75% degli intervistati. E difatti il nuovo governo di Enrico Letta, su pressione del centrodestra, sospenderà il pagamento della rata di giugno con decreto d’urgenza in attesa di abolirla o riformarla. Ma quali sono le caratteristiche che rendono l’Imu così odiata e che riflessi ha avuto sul mercato immobiliare?

COME NASCE L’IMU

L’Imu, imposta municipale unica, è la tassa che ha sostituito sia l’Ici, imposta comunale sugli immobili, introdotta nel 1992, sia l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case. Era stata introdotta dal quarto governo Berlusconi con un decreto di legge nel marzo del 2011, sarebbe dovuta essere il perno del nuovo federalismo fiscale e non avrebbe dovuto riguardare la prima casa. Col decreto “Salva Italia” del dicembre 2012 il governo Monti, per motivi di bilancio, ne ha anticipato l’entrata in vigore nel 2012 (anziché nel 2014) e ne ha modificato le linee guida estendendola anche alla prima casa e destinando una cospicua parte alle casse dello Stato.

COME SI CALCOLA

Questo è il nodo principale a cui si legano le critiche maggiori. L’Imu, infatti, a differenza delle altre tasse, invece che sulla base del reddito del proprietario è calcolata sulla base della rendita catastale, rivalutata del 5 per cento.

CHI LA PAGA E CHI NO

Sono soggetti al pagamento dell’Imu i proprietari degli immobili residenziali ma anche i proprietari di esercizi commerciali o di beni immobili come fabbricati, terreni agricoli, aree fabbricabili. Tra i pagatori rientrano anche i detentori di concessioni demaniali (es: stabilimenti balneari) oppure i titolari di un leasing.
Sono esclusi dall’Imu i beni della Chiesa Cattolica se non sono finalizzati a scopo di lucro, mentre sono previste delle esenzioni anche per gli immobili usati per attività no profit. È prevista una sorta di “quoziente familiare” che permette, per la prima casa, una detrazione di 200 euro, un’altra di 50 euro per ogni figlio di età non superiore a 26 anni. Altre detrazioni sono previste per i proprietari anziani o disabili che risiedono abitualmente in ospedali o case di riposo. Il comune di Roma ha invece di recente esentato dal pagamento dell’Imu sulla prima casa 376mila famiglia, ovvero quelle con un reddito Isee inferiore a 15mila euro.

COME LA SI VUOLE RIFORMARE

Per abolire completamente l’Imu e provvedere alla sua restituzione, come chiede il centrodestra, ci vorrebbero 12 miliardi di euro. Il Pd in campagna elettorale aveva proposto di esentare chi deve pagare tra i 4-500 euro e ciò significherebbe esonerare circa l’80% dei proprietari di prima casa. La soluzione trovata dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni prevederebbe l’accorpamento dell’Imu con la Tares, la nuova tassa sui rifiuti che sostituirà la Tarsu, il cui intero gettito andrebbe direttamente nelle casse dei comuni.

COME FUNZIONA ALL’ESTERO

Anche negli altri maggiori Paesi europei esistono delle imposte sugli immobili. In Francia ci sono: la taxe d’habitation, che ricade su chi abita nella casa, indipendentemente dal fatto che si tratti del proprietario, dell’affittuario o persino di chi vi vive a titolo gratuito, e la taxe foncière, che invece riguarda solo il proprietario dell’abitazione.
Anche in questo caso esiste una specie di quoziente familiare che consente delle detrazioni sulla prima casa in base al numero dei componenti di una famiglia, mentre per quanto riguarda la taxe d’habitation le detrazioni sono stabilite in base all’età dell’inquilino. Esiste, invece, un’imposta di solidarietà per chi ha un patrimonio superiore a 1,3 milioni di euro.
In Germania ogni Stato federale segue delle normative proprie. L’Imu tedesca viene calcolata in base alla rendita catastale (il 60% del valore di mercato della casa) moltiplicata per valori differenti a seconda delle province. In Gran Bretagna esiste la council tax che varia tra lo 0,5% e l’1,3% del valore imponibile dell’immobile.
In Spagna esiste un’imposta sul reddito, chiamata impuesto sobre bienes inmuebles, applicata solo sulla seconda casa, a cui si aggiunge una tassa sui beni immobili con aliquote che variano tra lo 0,4% e l’1,1 per cento. È stata inoltre reintrodotta da qualche anno una tassa applicata solo ad abitazioni di valore superiore ai 700mila euro.

ANDAMENTO MERCATO IMMOBILIARE

Secondo una ricerca condotta da Tecnocasa nel 2013 dovrebbero esserci i primi segni di ripresa per il mercato immobiliare, dopo che nell’ultimo anno i prezzi hanno avuto dei ribassi anche a due cifre. Nel 2012 «i potenziali acquirenti – si legge nella nota – si sono dovuti scontrare con l’incertezza della situazione economica del Paese, con le problematiche legate al mantenimento del posto di lavoro, con la difficoltà di accesso al credito, con una diminuzione della capacità di risparmio, con venditori restii ad abbassare i prezzi di richiesta ed, infine, con l’arrivo dell’Imu». L’anno che si è appena concluso ha visto complessivamente una riduzione dei prezzi del 5% nelle grandi città e di oltre il 6% nei capoluoghi di provincia e nell’hinterland delle grandi città. Nelle grandi città la disponibilità di spesa per gli acquirenti si aggira tra i 170 e i 249mila euro, mentre negli altri capoluoghi di regione si aggira perlopiù nella fascia di spesa compresa tra i 120 e i 169mila euro. Tecnocasa stima, poi, che a livello nazionale nel 2013 vi possa essere un’ulteriore discesa dei prezzi compresa tra -6% e -4% e delle compravendite attorno a 450.000.
Secondo uno studio condotto dal gruppo Immobiliare.it nel corso del secondo semestre del 2012 si è verificato un calo delle domande di compravendita pari al 15%, e dell’11% per gli affitti. «Gli italiani, notoriamente popolo restio a concedere in affitto le proprie case, stanno però cambiando lentamente idea o, forse, fanno di necessità virtù», si legge nella nota di Immobiliare.it. Nel primo bimestre 2013, infatti, gli affitti sono cresciuti del 6%, «va detto tuttavia, che la disponibilità di immobili in vendita sul mercato italiano rimane superiore a quella degli immobili in affitto». 

X