Alla veglia della manifestazione contro il matrimonio gay la Francia riscopre la paura. Paura che scoppino disordini e violenze, che il dibattito sulle libertà civili della République scivoli ingloriosamente nello scontro frontale tra due visioni diverse, quasi opposte, della società. Il movimento contro la legge sul matrimonio omosessuale, che ha aggregato molte forze cattoliche e conservatrici, ha oramai attirato anche le mire dei gruppuscoli d’estrema destra, pronti a dare battaglia e a scatenare la guerriglia tra i boulevards parigini pur di esprimere il proprio dissenso nei confronti della legge Taubira. Tutto ciò accade a pochi giorni dal suicidio dello storico e saggista d’estrema destra Dominique Venner che ha provocato un’immediata escalation nel dibattito.
“Sono sano di corpo e di spirito, pieno dell’amore per mia moglie e per i miei figli. Amo la vita e non mi aspetto nient’altro da essa se non perpetrare la mia razza ed il mio spirito. Nonostante ciò, alla sera della mia vita, davanti ai pericoli immensi per la mia patria francese ed europea, io sento il dovere di agire fin quando ne ho la forza. Credo sia necessario sacrificarmi per rompere la letargia di cui siamo vittime. Ciò che resta della mia vita la offro in segno di protesta e di fondazione. Scelgo un luogo altamente simbolico, la cattedrale di Nôtre Dame di Parigi che rispetto ed ammiro, essa che fu edificata dal genio dei nostri antenati su luoghi di culto più antichi che ricordano le nostri origini immemoriali”.
Erano pressappoco le 16h del 21 Maggio quando Dominique Venner, storico, saggista e membro di spicco dell’estrema destra francese lasciava questa lettera sull’altare della Cattedrale di Nôtre Dame di Parigi. Qualche minuto dopo si suicidiava sparandosi in bocca davanti a migliaia di persone. Un gesto eclatante, per alcuni inspiegabile, che però assumeva immediatamente una connotazione politica in quanto voleva rappresentare un atto “in difesa della famiglia tradizionale e contro l’immigrazione”. Erano passati pochi giorni dall’ok del Consiglio Costituzionale che aveva levato l’ultimo ostacolo e dato definitivamente il via alla legge sui matrimoni e sulle adozioni gay. Una legge che Venner nel suo ultimo post su facebook aveva definito “infame, da abrogare”, esortando i suoi detrattori a far sentire la propria voce il 26 Maggio, domani dunque, una manifestazione che ora avrà tutta un’altra valenza dopo il sacrificio rituale del padre moderno dell’estrema destra francese.
Venner era da diversi anni nell’ombra ma in realtà è uno che ha giocato un ruolo di primo piano sin dagli anni ’50. Nel 1954 Venner fonda con Pierre Sidos il movimento Jeune Nation (Giovane Nazione) che si batte affinché l’Algeria resti francese. Il movimento verrà dissolto nel 1958 e Dominique Venner arrestato. In seguito entrerà a far parte dell’OAS (Organisation Armée Secrète) che si macchierà di una serie di attentati ad Algeri e tentativi di golpe militare in Algeria. Dopo la fondazione nel 1963 del movimento “Europe-Action”, Venner diventa il maître à penser di un numero incredibile di gruppuscoli d’estrema destra. Fautore della teoria del nazionalismo rivoluzionario, dell’etica dell’onore e della celebrazione delle radici e del sangue, fino alla fine Venner rifiuta la società multietnica e multiconfessionale, agita lo spauracchio di una Francia avviata a cadere nelle mani degli islamici entro 40 anni e predica il ritorno alle radici pagane dell’Europa, unica possibile salvezza in quanto il cristianesimo non essendo una religione identitaria ma universale è destinata ad essere sopraffatta da altre religioni come l’Islam. In una delle sue ultime opere (Lo Scontro della Storia, pubblicato nel 2011) Venner esalta il gesto di scrittori come Yukio Mishima che fece hara-kiri nel 1970 o altri che si sono dati volontariamente la morte (come Henry de Montherlant o Pierre Drieu La Rochelle) o evoca l’esempio dei samurai o dei generali romani che preferivano suicidarsi che tornare a Roma con una sconfitta. Il gesto suicida diventa quindi un atto politico e di rivolta contro una società che ha perso i propri valori.
E intanto la destra francese, che aspettava l’occasione giusta, si è saldata dietro la battaglia contro il matrimonio e le adozioni gay. Marine Le Pen su Twitter addirittura aveva salutato il gesto politico di Venner come un atto che può “risvegliare il popolo di Francia”, un ‘affermazione grave, pesante, che getta una luce sinistra sulla natura del dibattito sulle libertà civili in Francia e sulla manifestazione di domani. La destra sarkozista non ha commentato ma si prepara a dare battaglia e ha fatto sapere che se tornerà al potere abrogherà la legge. In realtà sin dal giorno dell’adozione di questa legge, il 23 Aprile scorso, ci sono state violenze, manifestazioni, atti omofobi (a Nizza, a Lilla) ed ora addirittura il gesto disperato di Venner.
Tout notre respect à Dominique Venner dont le dernier geste, éminemment politique, aura été de tenter de réveiller le peuple de France. MLP
— Marine Le Pen (@MLP_officiel) 21 maggio 2013
L’ingresso di Notre Dame transennato dopo il suicidio di Venner
Allora la domanda che è spontaneo porsi è la seguente: ma la società civile francese era davvero pronta per questa legge? Forse no. Secondo un sondaggio Ifop (Istituto Francese d’Opinione Pubblica) per la rivista “Valori Attuali” al matrimonio omosessuale il 54% dei francesi avrebbe preferito infatti l’unione civile senza autorizzazione all’adozione. La protesta per l’adozione della legge s’è allargata anche ai sindaci. Al grido di “resistenza” e “libertà di coscienza” alcuni sindaci francesi hanno fatto già sapere che non celebreranno matrimoni tra persone dello stesso sesso. Ma la legge è chiara: se rifiutano rischiano 3 anni di prigione, 45.000 euro di multa e la sollevazione dall’incarico da parte del prefetto. Il sindaco di Orange Jacques Bompard ha però già raccolto 2200 firme di sindaci ribelli che vogliono che vengano “rispettati i valori della famiglia tradizionale e che venga sancito il diritto di tutti i bambini ad avere un padre ed una madre”. Sulla bocca di tutti c’è un nuovo motto: “clausola di coscienza”.
Lo ha ricordato Guillaume Peltier, vice-presidente del partito UMP citando Jeanne d’Arc ed il generale De Gaulle. Alla manifestazione “Manif pour tous” del 26 Maggio prossimo i deputati UMP chiederanno infatti a gran voce che venga introdotta nella legge una clausola di coscienza per quei sindaci che rifiuteranno di celebrare il matrimonio di una coppia dello stesso stesso. E intanto l’aria che si respira nel movimento anti-matrimonio gay è pesante. Un’immagine della ministra Christian Taubira, che è d’origini africane, è apparsa in rete nelle vesti di King Kong per promuovere la manifestazione del 26 Maggio. L’estrema destra ha in realtà già infiltrato il movimento anti-matrimono gay, mescolandosi coi cattolici e con la destra gollista contro il comune nemico. Tra questi gruppuscoli, di cui molti s’ispirano proprio alle teorie di Venner, si distingue il GUD (Gruppo Unione Difesa), sindacato di estrema destra che s’autoproclama “movimento di gioventù nazionalista e patriota” e che intrattiene relazioni ambigue con il Front National di Marine Le Pen.
Ci sono poi “Le Gioventù Nazionaliste”, una sezione dell’OE (Opera Francese) fondata nel 1968 da Pierre Sidos, collega di Dominique Venner, ed il cui capo attuale Yvan Benedetti è stato escluso nel 2011 dalla lista dei candidati del Front National perché giudicato troppo estremista. L’Istituto Civitas è invece un’associazione cattolica integralista che si batte per difendere le radici cristiane dell’Europa e che lotta alacremente contro il matrimono gay. Infine c’è il ‘Bloc Identitaire’, fondato nel 2003 e diventato partito politico nel 2009 che s’ispira direttamente alle teorie di Dominique Venner, il suicida di Nôtre Dame. Cantieri di moschee occupate, rifiuto dell’Islam, lotta contro il razzismo anti-bianco, lotta contro il matrimonio gay. François Hollande voleva essere il presidente del patto tra i cittadini, dell’alleanza civile, della pacificazione sociale. L’approvazine della legge sul matrimonio omosessuale in realtà sta facendo venire fuori il peggio della Francia, un rigurgito xenofobo e omofobo che rischia di diventare una lama tagliente in grado di lacerare un paese che si riscopre improvvisamente bigotto ed impaurito.