Il “ghost writer” di Agassi racconta il ladro gentlemen

L’ultima fatica del coautore di Open, bestseller sulla vita del leggendario tennista

Esiste un motivo per spiegare il successo di Open, la celebre biografia di Andre Agassi che è stata uno dei più incredibili casi editoriali internazionali degli ultimi anni e che solo in Italia ha venduto più di 220.000 copie. Quel motivo ha un nome e cognome e si chiama J.R. Moehringer, ghostwriter di Agassi, un giornalista-scrittore che ha iniziato la carriera come fattorino al New York Times e che da quello stesso giornale, anni dopo e con un premio Pulitzer per il giornalismo alle spalle, è stato definito “il miglior autore di storie al mondo”.

Dopo l’uscita del suo primo romanzo autobiografico, nel 2005, intitolato Il bar delle grandi speranze (“il più bel libro dell’anno” per moltissimi giornali americani, tra cui sempre il New York Times), è stato proprio Agassi a cercarlo e a chiedergli di aiutarlo a raccontare la propria vita. Che Moehringer è riuscito a trasformare in lettura imperdibile grazie alla resa perfetta della voce dell’ex numero uno del tennis mondiale e a uno stile e a un ritmo che risultano frenetici come colpi su un campo di tennis. Quello stesso ritmo e quello stesso stile tesi e essenziali sono alla base di Pieno giorno (Piemme, pp. 476, 19,50 euro, traduzione di Giovanni Zucca), ultima fatica letteraria di J.R Moehringer, uscita in Italia da un paio di mesi e dedicata a un leggendario antieroe americano: William “Willie” Sutton, “il rapinatore di banche più imprendibile e attivo della storia degli Stati Uniti”, di cui il giornalista americano ricostruisce la vita in un romanzo che ha il sapore miracoloso della verità.

Soprannominato Willie l’Attore per la sua abilità nei travestimenti e considerato il Robin Hood della Grande Crisi e il Gandhi dei gangster per la sua fede nella non violenza, Sutton rapinò più di cento banche tra la fine degli anni ’20 e il 1952, data del suo ultimo arresto, riuscendo a sottrarre due milioni di dollari, sempre in pieno giorno, senza mai sparare un colpo. Bandito coltissimo (leggeva Dante, Shakespeare, Proust, Platone, Freud), ladro gentiluomo, fu innamorato per tutta la vita di una donna che fino alla fine gli sfuggì.

L’idea di scrivere di lui viene a J.R. Moehringer nel 2008, ai tempi dei mutui subrime, dei titoli tossici, della crisi delle banche e del collasso dell’economia, quando l’odio popolare nei confronti dei banchieri risulta paragonabile a quello diffusosi nei primi anni dei secolo scorso. Dopo tre anni di faticose ricerche negli archivi dell’FBI e della polizia, di colloqui con i famigliari, di lettura dei giornali dell’epoca e dei due memoir scritti da Sutton stesso, a fine 2012 Pieno giorno esce in America (con il titolo Sutton). E viene accolto con successo.

Il libro inizia alla vigilia di Natale del 1969 quando Willie Sutton, ormai sessantottenne, viene rilasciato dal penitenziario di Attica, dove ha scontato una pena di 17 anni. Ma il prezzo per la libertà che il suo avvocato difensore ha dovuto negoziare include un’intervista esclusiva a un giornale. Così Sutton viene prelevato dal carcere da un giornalista e da un fotografo, e insieme a loro si sposta per i luoghi di New York per lui più significativi, rievocando i momenti cruciali della sua vita. Dall’infanzia povera a Brooklyn, quarto di cinque figli, con i genitori di origine irlandese, ai pestaggi subiti dai fratelli, fino alle nuotate nell’Hudson. Il primo lavoro – ironia della sorte – in una banca (la Title Guaranty), la disoccupazione, le amicizie sbagliate, le serate a Coney Island in cerca di ragazze.

E poi l’incontro con la determinata e bellissima Bess Endner, dai “luminosi occhi azzurri screziati d’oro”. Un incontro che gli cambierà la vita, un grande e unico amore che lo rovinerà per sempre. Quando il padre di Bess, facoltoso imprenditore, impedirà a Willie di frequentare la figlia, sarà lei a organizzare il primo colpo di Willie – il furto della cassaforte del padre – e la fuga insieme. Il colpo riesce ma i due vengono scoperti e per la prima volta Willie finisce in galera. Da lì in poi le strade di Bess e Willie si divideranno per sempre. Sutton inizierà a rapinare banche (arrivò al record di 37 in un anno) e banchieri responsabili – secondo lui – della crisi economica e dei problemi della società. Inizia il dentro e fuori dai carceri di massima sicurezza, Sing Sing compreso, le evasioni spettacolari e sempre più rischiose, i tradimenti degli amici, i vestiti eleganti, i travestimenti fantasiosi per mettere a segno i colpi, la plastica al naso per rendersi irriconoscibile.

Quello che rimane alla fine dalla lettura di una biografia romanzata dal ritmo forsennato, è l’immagine di un gangster affascinante e amatissimo, ormai vecchio e sul viale del tramonto, che racconta la verità di una vita vissuta fino in fondo: “Ho imparato che nella vita contano solo i soldi. E l’amore. E che non ti manchino, né gli uni né l’altro. Non esiste problema che non sia colpa dei soldi o dell’amore. E non esiste problema che non si possa risolvere, con i soldi o con l’amore”.

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