La “casta” e i de profundis (sbagliati) su Grillo

Abbagli politici

C’è troppa sicumera nei primi commenti sulle amministrative. I de profundis sull’M5s si sprecano. Per molti commentatori il grillismo è già arrivato al capolinea. Tre indizi farebbero una prova: prima il voto flop in Friuli e poi, oggi, quasi in contemporanea, le debacle in Val D’Aosta e Roma. A tre mesi data dal grande successo alle Politiche, il MoVimento sarebbe diventato ostaggio delle proprie contraddizioni; sospeso nel limbo delle sue indecisioni, tutto preso a discutere di rimborsi, diarie e cavilli parlamentari senza mai sporcarsi le mani, avrebbe già stancato un bel pezzo d’Italia che pur di cacciare la Casta dai palazzi del potere aveva concesso loro credito e una caterva di voti. Questa almeno la vulgata che circola in queste ore.

In effetti i dati parlano chiaro: il crollo c’è stato. Nè siamo tacciabili, a Linkiesta, di essere teneri con certe derive populiste sdoganate da Beppe Grillo. Però il punto è un altro e bisogna avere l’onestà di riconoscerlo: anche con la Lega si cadeva in questo errore. La si dava per finita e spacciata, la si sottovalutava, e la volta dopo tornava più forte di prima, insieme all’urgenza di risolvere una buona volta il male del nord. E’ stato così per vent’anni! Con il Cinque stelle potrebbe accadere lo stesso, anzi: i sondaggi nazionali lo danno sempre sopra il 20% dei consensi proprio perchè il moVimento è come un termometro che misura la febbre. Se non si debella il virus (immobilismo della politica e autoreferenzialità), la malattia della protesta è destinata a riesplodere, passando da fasi latenti. In politica non esiste la categoria dello scampato pericolo. O ci si rinnova davvero, o dai Bossi (ieri) e dai Grillo (oggi e domani) non ci libereremo tanto facilmente… 

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter