Manovra inspiegabile. Forse un blocco ai motori. La Jolly nero ha travolto e demolito la Torre dei piloti nel porto di Genova, provocando morti, feriti e dispersi in mare. «È una tragedia terribile. Siamo sconvolti, senza parole», ha detto il presidente dell’Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo. «È un incidente al momento non spiegabile, un incredibile trauma per tutta la comunità portuale. Ora pensiamo solo alle vittime, poi cercheremo di capire». Ma quella delle Jolly del gruppo Messina è una storia che sembra maledetta.
La Jolly Rosso è forse la più tristemente famosa. Il 2 maggio 1998, alle 7.30 del mattino, proprio a Genova, a Ponte Ronco, in arrivo da Marsiglia, il suo cavo d’ormeggio diventò l’elastico di una fionda mortale, e la rotella su cui scorreva un proiettile. Vittime due membri dell’equipaggio: un mozzo (Giovanni Sorriso, 33 anni, di Torre del Greco) decapitato, e un ufficiale colpito mortalmente al bacino (Emilio Caso, 25 anni, di Ancona, terzo ufficiale). Ma la Jolly Rosso è tristemente famosa, soprattutto, come “nave dei veleni”, perché trasportava rifiuti altamenti tossici, finché non si arenò, il 14 dicembre 1990, sulla spiaggiadi Formiciche, nel Comune di Amantea (Cosenza). Si spiaggiò dopo aver navigato per alcune ore alla deriva, in seguito all’abbandono da parte dell’equipaggio, con assetto gravemente sbandato a causa dell’imbarco di acqua avvenuto attraverso alcune falle nello scafo. Ufficialmente trasportava tabacco. Venne demolita sul luogo del naufragio nel 1991. Una lunga inchiesta durata diversi anni si è conclusa nel maggio 2009 con l’archiviazione. La vicenda è stata anche collegata all’assassinio di Ilaria Alpi a Mogadiscio.
Nell’agosto 2011, l’11, alle 8.43, è invece la Jolly Grigio a entrare tristemente nella storia marittima italiana. «Uomo di merda! Tu sii ‘na latrina… uomo di merda!» .Questi gli insulti via radio dei pescatori che assistono impotenti all’affondamento del peschereccio Giovanni Padre davanti alle coste di Ischia, registrate in modo indelebile sulla scatola nera della nave portacontainers della Linea Messina, che l’ha speronato (ascolta qui l’audio).