Ieri a Torino nessuno è stato sfiorato dai dubbi. In Piazza Vittorio, in mattinata, regnava la calma più assoluta. I gestori dei bar che si affacciano su una delle piazze più belle d’Europa facevano già i conti con il passaggio del pullman del trionfo bianconero, per regolarsi con i tavolini fuori dai portici. E nei negozi della centralissima via Po, il carniere della Federcalcio non esiste: tutte le maglie celebrative hanno il numero 31, altro che 29 scudetti. L’atteggiamento di Torino verso la festa ormai sicura è il simbolo di una tifoseria che ha assistito non a un campionato, ma a un copione con un solo soggetto. La Juve è campione d’Italia già prima di scendere in campo contro il Palermo. Basta un punto, arriverà, arriva. Grazie ad Arturo Vidal e al suo rigore. Non è un caso. Il 5 maggio, giorno più dolce per i tifosi bianconeri, è il capocannoniere della Juve a mettere il sigillo finale al trionfo.
Conte – voto 9
Ogni truppa che si vince ha bisogno del suo generale. Esperto non solo di tattica, ma anche capace di tenere su il morale quando la barca vacilla. La sua voce rauca dopo ogni gara è la testimonianza del suo crederci fino in fondo. Non è stato facile, far girare le gambe a una squadra che quest’anno affrontava pure l’Europa. E proprio in Champions, la Juve è franata solo contro un Bayern che guarda caso ora si giocherà la finale. I bianconeri hanno sbagliato solo una gara, quella in Danimarca, con un pareggio che ha rischiato di complicare tutto. Contro il Chelsea ha recuperato due gol in Inghilterra e l’ha affossato in casa, contro gli ucraini più avanti in campionato ha tenuto botta allo Juventus Stadium e ha regolato poi i conti in casa loro, così come contro il Celtic. In campionato, ha fatto di più. Ha insegnato alla squadra ha convivere con la paura della sconfitta, dopo un primo scudetto nel segno dell’imbattibilità. Dopo le tre reti incassate in casa dell’Inter, i nerazzurri sono crollati, mentre la Juve ha tenuto dritta la barra. Il tutto grazie non solo ai senatori (vedi alla voce Buffon, Pirlo e Vidal) ma anche alle riserve: lo scontro diretto è stato risolto da Caceres e Pogba, per dire. E poi c’è il modulo, vestito perfetto di una squadra che ormai gioca a memoria.
Vidal – voto 9
Già lo scorso anno fu decisivo. Quest’anno la conferma. Il cileno vede e rilancia: 5 gol solo in autunno, 10 totali, 7 assist, 101 contrasti vinti. Il centrocampista fa tutto: segna, contrasta, imposta. Fondamentale nel disegno tattico di Conte: ecco perché il voto alto, nonostante qualche erroraccio tipo un rigore contro il Cagliari a Trieste finito in Slovenia. La Juve ha il suo top player.
Pirlo – voto 8,5
L’altro top player è lui. Quando andò via dal Milan, qualcuno tremò. Non la società rossonera, sicura che ormai il numero 21 avesse fatto il suo tempo a Milanello. Poi la Juve: scudetto lo scorso anno, scudetto quest’anno. Quasi banale parlar bene di lui, il geometra del centrocampo con 1385 passaggi in attacco in stagione: nessuno come lui nel nostro campionato. Non era facile ripetere il campionato dello scorso anno e gli avversari in questa stagione gli hanno messo le ganasce. Ma senza di lui, la Juve è senza luce: per chi se lo fosse scordato, si vada a riprendere le immagini di Juve-Sampdoria 1-2.
Barzagli – voto 8,5
Quando un italiano va all’estero, rischia di finire nel dimenticatoio. Barzagli era andato a vincere, dopo il Mondiale, un campionato nella profonda provincia tedesca. E l’Italia si era dimenticata di lui. Non la Juve, che lo ha riportato qui per poche lire e lo ha restiuito alla serie a e alla Nazionale. È lui il più presente: 33 gare su 35. Quando serve, prende in mano il gioco dal basso: con 1790 passaggi totali è il 6° in serie A. E non è caso se la difesa bianconera ha retto meglio di altre: 20 gol e migliore retroguardia, grazie anche ai suoi 90 passaggi avversari intercettati. Non solo Buffon, insomma.
Marchisio – voto 8
Stesso discorso per Pirlo: non è facile ripeter la stagione dello scorso anno, quando segnò 9 reti e impallinò pure il Milan, nella partita d’andata che fece capire a tutti che la Juve faceva sul serio. L’Europeo lo ha prosciugato, ma il ‘Principino’ ha risposto presente facendo anche il trequartista all’occorrenza, dopo un inizio di stagione sottotono. Si è ripreso alla grande: la media voto della Gazzetta dello Sport di 6,34 lo mette primo fra i titolari.
Pogba – voto 8
Un ragazzo scartato da Ferguson? Bah. E invece: 5 gol, personalità da vendere e un Marchisio che per fargli spazio cambia pure ruolo. Per non parlare del suo tiro da fuori: ogni volta che ha la palla tra i piedi fuori area, lo Juventus Stadium diventa un mare in tempesta dove lui e solo lui riesce a vedere lo spiraglio dove colpire. Sarà interessante capire come e se la Juve il prossimo anno verrà disegnata per vederlo più presente in campo.
Vucinic – voto 7
Resta il solito ragazzaccio indisponente. Quando sbaglia certi gol, vorresti spegnere la tv, o andartene dallo stadio. Ma nell’attacco dell’ampio turn over, è l’unico punto fisso con 9 gol.
Giovinco – voto 6
Dopo una stagione alla grande al Parma e un Europeo da comprimario, era atteso dal confronto numero 2 con il grande palcoscenico. Meglio della prima volta, ma manca il salto definitivo. Gioca titolare 21 volte, segna 7 reti ma quasi nessuna decisiva. Il pubblico lo becca, lui si indispone e se può ricambia.