Alcune possibili cause del sinistro secondo il ministro Lupi
“Possibile avaria del sistema propulsivo, problemi ai cavi dei rimorchiatori – è da verificare che al momento dell’incidente fossero già collegati al Jolly Nero –, eventuali difetti di accosto, velocità della manovra”.
Sono queste le possibili cause dell’incidente alla Torre dei Piloti di Genova secondo l’informativa alla Camera dei Deputati del Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi di pochi minuti fa. Lupi inoltre ha reso noto che sull’incidente alla Torre Piloti del porto di Genova, costato la vita a 7 persone (ma sono ancora 2 i dispersi), oltre a quella penale, è stata aperta anche un’inchiesta tecnica da parte del Ministero, dei cui esiti si è impegnato ad informare tempestivamente il Parlamento.
Lupi ha anche ricordato come l’ingresso e l’uscita delle navi dal porto siano disciplinati dal Codice della Navigazione e dalle ordinanze della Capitaneria di Porto. A Genova in particolare per le navi come il Jolly Nero l’utilizzo del pilota è obbligatorio, ma il pilota opera come consulente, “ferma restando la responsabilità del comandante della nave (quello del Jolly risulta indagato dalla Procura, nda), che può però sempre provare che il sinistro sia stato causato dalle errate indicazioni del pilota. Il rimorchio è invece facoltativo, a discrezione del comandante, anche sentito il parere del pilota”.
Jolly nero, Nessuna anomalia secondo l’ispezione spagnola di una settimana fa
Jolly Nero, la nave coinvolta nell’incidente della Torre Piloti di Genova, è un’unità di 37 anni di età, ma meno di una settimana fa aveva subito in Spagna, a Castellon de la Plana, una cosiddetta “More detailed inspection” da parte delle autorità marittime iberiche nell’ambito dei controlli previsti dall’accordo internazionale Port State Control.
Secondo il database del PSC, dalla disamina non era risultata alcuna anomalia, fatta salva una lacuna di natura documentale relativa alle istruzioni antincendio. Peraltro nell’ambito delle ispezioni PSC, anche in quelle più dettagliate, non è detto vengano passate in rassegna le aree della nave inerenti la propulsione e il controllo della navigazione (la discrezionalità delle ispezioni è molto ampia), ma nel corso del controllo in Spagna, a quel che risulta dal database, sarebbe stata verificata proprio la congruità di sala macchine, ponte di comando e sala timoni.
Si apprende intanto che il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi riferirà questo pomeriggio al Presidente del Consiglio e al Parlamento – alle 16 alla Camera e alle 17.15 al Senato – sull’incidente, dopo aver concluso da poco la riunione operativa nella Capitaneria di Porto, durante la quale ha assunto informazioni sulla dinamica dell’incidente, sull’assistenza ai superstiti e alle famiglie delle vittime, sui danni alle strutture del porto e sulla sua operatività. (andrea moizo)
Lolli: “La correttezza della collocazione della torre è assolutamente fuori discussione”
“Non ha assolutamente alcun senso eccepire sul fatto che la Torre fosse posta a filo di banchina, sia perché è logico per le sue funzioni che fosse collocata dove era collocata, sia perché quella è in realtà una posizione di ‘retroguardia’ rispetto al bacino di evoluzione delle navi e solo una tragica fatalità ha fatto sì che la Jolly Nero centrasse la struttura”.
Ferdinando Lolli, ex comandante del porto di Genova, ha commentato così la dinamica dell’incidente occorso ieri sera nello scalo ligure. “Ogni porto, naturalmente, ha strutture poste a filo di banchina e capita che le navi le urtino. Ma nello specifico si è trattato di una incredibile coincidenza di eventi sfortunati, anche perché, ripeto, la torre era relativamente lontana: le macchine della nave devono essere rimaste bloccate sullo ‘indietro’, proprio quando questa puntava sulla Torre, sicché la nave, invece che appoggiarsi su una banchina, ha centrato la costruzione. Non c’è stato nulla da fare e nulla ci sarebbe stato: non si è riusciti ad evitare l’impatto nemmeno dando fondo alle ancore e uno dei due rimorchiatori ha anche spezzato il cavo nel tentativo di evitare l’urto. Del resto i rimorchiatori sono mezzi pensati per condizioni normali, mentre in condizioni eccezionali non esiste la garanzia del successo del loro intervento”.
Quanto alla possibilità che la Torre fosse costruita con materiali inidonei, Lolli non si sbilancia, ma fa alcune precisazioni: “Sui materiali sarà la magistratura a fare le dovute valutazioni. Io posso dire che da comandante del porto la torre l’avevo fortemente voluta. Quando fu realizzata era una struttura all’avanguardia a livello internazionale, costruita in modo idoneo e dotata di strumenti sofisticati. Posso inoltre certificare che era una struttura estremamente flessibile, cioè molto adatta a reggere senza problema alcuno le sollecitazioni. Certo, si parla di vento, non di 40.000 tonnellate che ti arrivano addosso in modo, ribadisco, del tutto imprevedibile”. (andrea moizo)
Cos’era la torre di piloti demolita
Una nave porta-container, la Jolly nero del gruppo Messina, in uscita da porto di Genova in partenza per Napoli ha sbagliato manovra, ha urtato la torre-piloti del porto e almeno tre persone sono morte, mentre un’altra decina sono disperse in mare. Il bilancio dell’incidente è ancora provvisorio, ma un dato è certo: in porto a Genova un episodio del genere non era mai avvenuto. Erano da poco passate le 23:30 quando la Jolly Nero, una nave porta container della linea Messina stava lasciando lo scalo. Per cause che sono ancora tutte da accertare la nave ha completamente sbagliato manovra ed è di fatto entrata dentro la Palazzina piloti, dove operano e vivono molti dei piloti della Capitaneria di Porto di Genova. In seguito all’urto la torre si e’ inclinata di 45 gradi, e molte persone o sono rimaste intrappolate all’interno, o sono cadute in mare. Per ora il bilancio provvisorio fornito dai vigili del fuoco parla di 3 morti, 6 feriti e una decina di dispersi..
Secondo l’ultimo bilancio, le persone rimaste uccise nell’incidente sono sette, altre due persone sono ancora disperse. Quattro i feriti. I cadaveri identificati sono quelli di Daniele Fratantonio, Davide Morella, Marco De Candussio e Giuseppe Tusa, tutti in forza alla Capitaneria, di Michele Robazza e Maurizio Potenza, piloti del porto, e Sergio Basso, dipendente della Rimorchiatori Riuniti. Alcune vittime erano nell’ascensore crollato assieme alla torretta (quasi 60 metri di cemento armato e ferro): al momento dell’urto era appena scattato il cambio di turno del personale.
I dispersi vengono cercati in acqua e sotto le macerie della torre piloti distrutta. Tre dei dispersi si trovavano nell’ascensore della torre al momento dell’urto. Intorno alle 12 del mattino, i sommozzatori hanno individuato l’ascensore sul fondo del mare con tre corpi all’interno. Nel cuore della notte uno squillo di cellulare ha fatto sperare i soccorritori di ritrovare uno dei dispersi ma, dopo pochi squilli, il cellulare ha smesso di suonare e non ha permesso di localizzare la persona che potrebbe trovarsi sotto le macerie della torre.
«Siamo sconvolti, una cosa così non era mai successa nell’intera storia del nostro gruppo», ha detto l’armatore, Stefano Messina, quasi piangendo. «Siamo senza parole, disperati». Messina è subito accorso in porto appena saputa la notizia. Con lui sono arrivate anche le autorita’ cittadine, a cominciare dal sindaco, Marco Doria, e dal presidente dell’Autorita’ Portuale di Genova, Luigi Merlo.
«È davvero difficile riuscire a spiegare cosa sia successo, perché la nave non doveva essere lì – ha detto Merlo – La nave stava uscendo, di questo siamo certi. Ma una nave di quelle dimensioni non fa manovra lì. È davvero inspiegabile al momento quanto successo».
Il sindaco Doria ha proclamato il lutto cittadino, per il «gravissimo incidente avvenuto nel porto, che colpisce l’intera città».
La Procura di Genova ha aperto un’inchiesta sulla tragedia per omicidio colposo. Indagato il comandante. Il sostituto procuratore della Repubblica intervenuto sull’incidente, Walter Cotugno, ha posto sotto sequestro la nave e, ancora in porto, ha interrogato il comandante. Tutte da accertare le cause. Il procuratore capo di Genova Michele Di Lecce in una conferenza stampa ha aggiunto che e’ indagato anche il pilota che si trovava in plancia assieme al comandante della Jolly Nero. «Non è escluso che ci possano essere altri soggetti che saranno indagati prossimamente», ha aggiunto. La scatola nera della nave è stata acquisita.
Al sopralluogo in corso al porto, oltre al pm Cotugno, prendono parte anche il capitano della nave e l’equipaggio. In mattinata sulla nave è previsto anche un soprallugo del procuratore Michele Di Lecce. Nel fascicolo sull’incidente non è stato ancora indicato un titolo di reato. Dalle prime testimonianze raccolte, sembrerebbe che due motori si siano bloccati e che la nave sia pertanto divenuta ingovernabile. La torre è stata colpita dal fianco sinistro della poppa della nave, in quel momento carica di container. L’incidente è avvenuto al Molo Giano. Numerosissimi i mezzi dei vigili del fuoco, delle forze dell’ordine e dei soccorritori intervenuti in porto, decine le pilotine utilizzate per perlustrare il bacino alla ricerca dei dispersi: almeno tre di loro sarebbero rimasti intrappolati nell’ascensore della palazzina.
Dal Secolo XIX:
Genova – Lo schianto è stato fragoroso, poco dopo le ventitrè. Un boato e pochi istanti dopo una scena di tragedia e di desolazione. Una portacontainer della Messina, la Jolly Nero, si è schiantata contro Molo Giano. Pochi istanti dopo è crollata, prima parzialmente, poi del tutto, la torre di controllo dei piloti del porto.
Un’ora dopo è stata recuperata la prima vittima, poi la seconda e ancora una teraza ma le operazioni di soccorso proseguono e i Vigili del Fuoco ad ora non confermano il primo bilancio.
I soccorsi sono scattati in pochi minuti, in un’atmosfera irreale. Le pilotine della capitaneria di porto e dei vigili del fuoco hanno cominciato a perlustrare il tratto di mare davanti al molo, perché era stata segnalata la presenza di persone cadute in acqua.
Nella torre dei piloti, secondo gli elenchi, erano presenti in quel momento dieci persone. Tre sono state recuperate nei minuti successivi il crollo. Poi sono iniziate le ricerche in tutta la zona. Il 118 ha fatto intervenire sul posto sette ambulanze per soccorrere i feriti. Quando sotto le macerie sono affiorati i primi corpi, è partita la corsa verso gli ospedali.
Il momento dell’impatto è stato particolarmente drammatico perché si trattava del cambio turno: «È la fase in cui all’interno della torre si trovano più persone», hanno raccontato alcuni militari della guardia costiera. «Non avevamo mai visto una cosa del genere», hanno ribadito.
Sul posto è arrivato in abiti civili il comandante della Capitaneria, l’ammiraglio Felicio Angrisano. Trafelato ha tentato di confortare e coordinare i suoi uomini, mentre la nave, che era rimasta incastrata tra le macerie, è stata fatta attraccare lentamente. L’equipaggio era completamente in stato di choc ed è stato lungamente ascoltato dai militari per ricostruire la sequenza del disastro In base alle pochissime informazioni trapelate si è trattato di una manovra all’apparenza incomprensibile, spiegabile solo con un’avaria improvvisa, nell’opinione degli stessi piloti. «Ci risulta che due motori si siano bloccati e che la nave di poppa, divenuta ingovernabile, si sia schiantata contro il molo e la torre.
Leggi il resto: http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2013/05/07/APctORTF-piloti_contro_crolla.shtml
La torre dei piloti abbattuta dall’incidente
La Jolly nero, la nave dell’incidente
Dettagli della nave
Tipo di nave: Ro-ro/container carrier
Anno di costruzione: 1976
Lunghezza x Larghezza: 239 m X 30 m
Stazza Lorda: 40594, DeadWeight: 30866 t
Velocità registrata (Max / Media): 15.7 / 13.4 knots
Bandiera: Italy [IT]
Identificativo Radio: IBYS
IMO: 7361233, MMSI: 247170400