Vado fuori dalle palle, sono stufo del mio personaggio

Video intervista

Mauro Corona (Baselga di Piné, 9 agosto 1950), alpinista e scultore del legno, ha scritto 21 libri, molti dei quali bestseller (da poco in libreria Confessioni ultime, di cui vi proponiamo un estratto). Ma ora è stufo di fare il divo della letteratura: «Vorrei – dice a Linkiesta – che i lettori apprezzassero i miei libri, ma per venderli ho dovuto creare un personaggio, perché non siamo in una nazione che si informa e che va a vedere i valori e se un libro è buono o no. Ho dovuto creare un personaggio, e fare il pagliaccio, per poter vendere libri e far laureare i miei quattro figli e comprar loro una casa. Ma il personaggio sparirà presto, perché mi sto annoiando. Sto annoiando me stesso». E aggiunge: «Mi vedo inopportuno, il mio modo di pensare, di vedere la lealtà, l’onestà degli altri, degli amici, degli editori, degli agenti letterari… Non trovo lealtà. Trovo gente che ti dice “Ciao come stai?” e se cadi per terra fulminato brinderebbe. Chi me lo fa fare? Ho scritto dei libri e ne scriverò forse altri, vivo in mezzo a un paradiso terrestre, chi me lo fa fare di venire ai Saloni letterari a fare il divo e a prendere solo rabbia? Non trovo lealtà da nessuna parte». 

Mauro Corona, intervista video

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Mauro Corona, Confessioni Ultime, un estratto

Mauro Corona, Confessioni Ultime (con un film di Giorgio Fornoni), Chiarelettere, 128 pagine, 13,90 € (disponibile in ebook a 9,99 €)

❝ Io sono un fallito, di conseguenza polemico e rompicoglioni. Magari da queste mie parole esce una forma di polemica o di sfogo. Cosa mangia Monti alla sera per stare in piedi, per avere le sue idee brillanti di salvamento, per tirar fuori l’Italia dalla crisi e le palanche dalle tasche della povera gente? Pensate che la crisi sia finita così? Ce la tengono buona, ce la contano, ci dicono qualcosina, non siamo finiti ancora come la Grecia, ma Monti cosa mangia la sera per stare in piedi? I prodotti della natura, i prodotti della terra mangia. Se mangia carne, i prodotti degli animali. La salvezza del mondo, l’ho scritto in un libro che non voglio nominare per non farmi pubblicità, la salvezza del pianeta e degli uomini è diventare tutti imprenditori di terra, tornare a produrci il cibo. Il segreto è farci il mangiare, l’ho detto in maniera molto azzardata, ma chi vuol capire… Cioè, tu che cosa fai di lavoro? Io mi faccio il cibo, tutti, l’umanità intera. Poi, quando uno ha mangiato, che ha dentro i carboidrati, le proteine, le vitamine, i sali minerali, è libero di fare l’amore, di passeggiare. O di non fare niente. Bisogna rivoluzionare tutto perché non si può più vivere così. Bisogna che torniamo alla terra. Ci sono questi nuovi faraoni che hanno reso noi esseri umani dipendenti da qualcosa, eroinomani di petrolio e prodotti. Allora perché noi non facciamo vedere a loro, a questi nuovi faraoni cinici e senza scrupoli, che la domenica, senza che sia necessaria un’ingiunzione del sindaco, siamo capaci di lasciar ferme le automobili? Guardate che 60 milioni di italiani, perché più o meno le auto sono lì, se la domenica non toccano l’auto, questi depositi di benzina cominciano a galleggiare per niente. Perché non possiamo farlo? Perché ci hanno reso eroinomani da automobili, e di conseguenza dalla benzina. Ci hanno reso eroinomani da tutto, perché l’uomo è vuoto e non si riempie più leggendo un libro o guardando il cielo o provando a essere più tollerante, più buono, più generoso. L’uomo riempie i suoi vuoti di oggetti e i faraoni occulti l’hanno capito. Ma guardate nelle famiglie, c’è un’immensità di oggetti che non servono. C’è il pelapatate, il grattaformaggio, il pelamele, lo sbattiuova, il frullatore, il vicefrullatore, la centrifuga, tutte cose che dobbiamo gestire. Si rompe, devi andare a far sostituire il pezzo. Questa è la dipendenza. Ecco l’essenziale dove sta, sta nell’evitare di diventare oggetti a servizio di oggetti. Ma ci inducono a dire: «Ah, che bello quello!». Basta andare a vedere nei supermercati. Ci hanno reso dipendenti questi faraoni, i nuovi faraoni dell’acquisto. Ora, premetto che io non sono un santo: ho anch’io qualche oggetto che, senza forse, è superfluo, io stesso sono superfluo, lo so. Ma un uomo compiuto non ha bisogno dello yacht da 30 metri. A un uomo compiuto basterebbe guardare il mare, bagnarsi i piedi. Invece lo deve solcare, va benissimo. Prendi una barca allora. No, ci vuole lo yacht di stralusso. È questo l’uomo… ❞
© 2013 Chiarelettere

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