Non sono passate neppure due ore dalla chiusura dei seggi e Gianni Alemanno incontra i giornalisti nella sede del suo comitato. Del resto il risultato elettorale è chiaro. Il sindaco uscente ha perso. E male. Quando sono state scrutinate il 93 per cento delle sezioni, il distacco tra Alemanno e il candidato Pd Ignazio Marino è di quasi 30 punti percentuali. Un record.
E così il primo cittadino ammette sportivamente la débâcle e rivela di aver già telefonato al rivale per complimentarsi e mettersi a disposizione per un «ordinato» passaggio di consegne. Poi passa a una breve analisi della sconfitta. Alemanno punta il dito contro i tanti romani che non hanno votato (più del 50 per cento). «È chiaro che il risultato è netto. Ed è evidente che l’influenza dell’astensionismo è molto forte». Un fenomeno che pure non lo riguarda direttamente: «Grosso modo il numero di persone che mi hanno votato è lo stesso del primo turno, anzi è leggermente aumentato».
Semmai a danneggiare il sindaco è stata la crescente lontananza degli elettori dalla politica. L’astensionismo «è il segno di una disaffezione alla politica con un cui dobbiamo fare i conti. Dobbiamo comprendere questa distanza dei romani della politica». Poi, certo, un po’ di colpa ce l’ha anche il centrodestra. «Purtroppo – continua Alemanno – c’è un dato complessivo del centrodestra che non è positivo e la riflessione dovrà essere più ampia, fatta in città e a livello nazionale per capire che tipo di risposte dare. Perché con Roma il centrodestra perde l’ultimo sindaco importante che aveva».
E meno male che stavolta non può tirare in ballo il derby Roma-Lazio – come al termine del primo turno – visto che il campionato di calcio è finito ormai da qualche settimana.
Insomma, a giudicare dalle prime parole, se Gianni Alemanno ha perso le elezioni la colpa è un po’ di tutti. Escluso lui. Nessuno si aspettava che a poche ore dal risultato il sindaco facesse mea culpa sulla vicenda Parentopoli o sulla gestione dell’ultima nevicata in città. Questo sarebbe stato davvero troppo. Ma una parolina di autocritica su come ha amministrato Roma negli ultimi cinque anni forse poteva anche spenderla. Dopotutto – giustificazioni a parte – i romani lo hanno bocciato proprio per questo.
Passa in po’ di tempo, e il sindaco corregge un po’ la rotta. Nella conferenza stampa convocata alle 18.30 il primo cittadino uscente ringrazia tutti quelli che hanno creduto nella sua candidatura. L’analisi della sconfitta è più ragionata. Stavolta Alemanno ammette alcuni problemi. Quanche incapacità c’è stata, soprattutto a livello comunicativo. «Bisogna capire che non siamo riusciti ad aggregare attorno a ciò che stavamo costruendo», ammette. E su questo «mi prendo tutta la responsabilità. Guai a fare lo scaricabarile». Meglio tardi che mai.