Anna Politkovskaja, “una vera giornalista, senza eredi”

A Milano l’intitolazione del giardino in Corso Como

«Sentiva il dolore degli altri più forte ancora del proprio. È una qualità molto rara: significa essere privi di egoismo. Ed è lo stato d’animo che fa nascere veri eroi e giornalisti». Vitaly Jaroshevskij è il vicedirettore della Novaya gazeta, il quotidiano per cui lavorava e su cui Anna Politkovskaja avrebbe pubblicato, quel 7 ottobre del 2006, un articolo di denuncia delle torture commesse dalle forze di sicurezza cecene del ministro Ramzan Kadyrov, attuale primo ministro reggente della Cecenia. Quello stesso giorno fu uccisa sotto casa da quattro proiettili. 

A più di sei anni di distanza, il vicedirettore Jaroshevskij arriva a Milano, in Corso Como, insieme al figlio e alla sorella della giornalista per inaugurare i giardini creati ai piedi del nuovo complesso di Porta Nuova e dedicati, grazie all’associazione Annaviva, proprio ad Anna Politkovskaja.  

«Anna era del tutto autonoma in redazione», continua Jaroshevskij. «Venivano a trovarla un sacco di persone: madri senza più famiglia, bambini senza padri. Le portavano un dolore grandissimo e lei li ascoltava». Erano profughi ceceni, parenti delle vittime del conflitto nato nel 1999 quando l’allora neo primo ministro russo Vladimir Putin dichiarò illegittima l’autorità del presidente ceceno Aslan Maskhadov. «Da quando Anna è morta, quelle persone non vengono più». La Politkovskaja «resta una giornalista senza eredi», «un soldato di guerra», come la definisce il figlio Ilya Politkovsky presente alla cerimonia, che nessuno ancora, nella Russia di Putin, è riuscito a sostituire.  

«La sua morte – racconta il vicedirettore – è ancora uno shock per me e per tutta la redazione. Io stesso ancora non riesco a darmi pace per quello che è successo. Ma noi non abbiamo paura. Continuiamo con il nostro lavoro. Il regime in Russia o ti compra o ti uccide». 

Il secondo da sinistra è Vitaly Jaroshevskij, il vice direttore della Novaya Gazeta. L’ultima è Elena Kudimova, sorella di Anna Politkovskaja 

Sul palco la sorella della giornalista, Elena Kudimova, esprime il desiderio di vedere presto un’intera via di Mosca dedicata ad Anna. «È un processo molto lungo», le fa eco Jaroshevskij, che dalla redazione della Novaya segue il movimento di protesta contro Putin nato tra il dicembre 2011 e la primavera 2012, alla vigilia delle elezioni presidenziali. «È un movimento ancora debole, ad onde. Ogni tanto arriva, poi si ritira. Non ci sono obiettivi chiari né veri leader e l’opposizione non riesce a guidarlo. Sarà un lungo processo». Ma intanto, ad ottobre 2013 una targa dedicata alla Politkovskaja sorgerà anche a Mosca, proprio fuori dalla sede della Novaja Gazeta

Membri dell’associazione Annaviva,  per la promozione della democrazia e la tutela dei diritti umani nell’Europa orientale che ha raccolto le firme per l’intitolazione dei giardini alla giornalista russa

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