Viva la FifaE gli sceicchi partono alla conquista del “soccer” Usa

Nella Grande Mela si giocherà il derby tra ricconi arabi

Diversificare gli investimenti, nel calcio, può voler dire tante cose. Incentivare la costruzione dello stadio di proprietà, puntare su un top player per vincere una competizione (e incassare i relativi premi), buttarsi nel merchandising aggredendo i mercati emergenti. Oppure, fondare ex novo un’altra squadra proprio in uno di questi mercati. Magari per sfuggire alle maglie del Fair Play finanziario europeo, che nel frattempo si cerca di aggirare in vari modi. Il proprietario del Manchester City, sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan, ha deciso di entrare nel mercato statunitense del soccer, fondando la terza squadra della Grande Mela.

Il New York Football Club, che farà il suo debutto nella Major League Soccer (il campionato di calcio a stelle e strisce) nel 2015, nascerà grazie alla compartecipazione della Yankee Global Enterprises, società proprietaria della celebre squadra di baseball dei New York Yankees. Un investimento di circa 100 milioni di dollari (di cui quasi 80 messi da Mansur) che consentirà allo sceicco di attirare nuovi sponsor, ma anche nuovo pubblico. D’altronde, la Mls è un mercato che negli ultimi anni è stato reso appetibile da molte squadre. Una su tutte – guarda caso – è proprio di New York ed è marchiata Red Bull: il proprietario austriaco della bevanda energetica, Dietrich Mateschitz, dopo aver fatto la stessa operazione con il Salisburgo, è sbarcato negli Usa e per fronteggiare gli sport tradizionali d’oltreoceano ha ingaggiato giocatori di livello mondiale come Thierry Henry.

Il terzo club all’ombra della Statua della libertà è quello dei New York Cosmos, reso famosa negli anni Settanta dall’arrivo di grandi campioni come i brasiliani Pelè (ora presidente onorario) e Carlos Alberto, gli italiani Giorgio Chinaglia e Giuseppe Wilson e il Kaiser tedesco Franz Beckenbauer. E proprio i Cosmos non sono rimasti a guardare, ottenendo già a partire dal prossimo anno la sponsorizzazione della Fly Emirates, compagnia aerea di bandiera degli Emirati. Uno sponsor portato da Sela Sport, comproprietaria saudita del club che, rinato dopo anni di inattività ha intenzione di costruire un nuovo stadio da 400 milioni di dollari e 25mila posti nella zona di Long Island. I Cosmos al momento non sono in serie A, ma contano di arrivarci per il 2015, giusto in tempo per il derby contro il New York Fc.

Gli arabi dunque credono nella Mls. Un campionato che per competività è molto più aperto di quelli europei, essendo più giovane. Mansur vuole aggredire il mercato statunitense puntando sul derby con le altre due squadre della città, sfidando come Mateschitz il dominio cittadino del baseball. Per fare ciò, ha affidato lo sviluppo del progetto a Ferran Soriano, dirigente del City e già del Barcellona, di cui a fine anni Novanta ha contribuito a sviluppare il marchio nel mondo. Accanto a lui, a fargli da braccio destro c’è il direttore sportivo Txiki Begiristain, con lui sia a Manchster che in Catalogna. Soriano ha così salutato l’accordo con gli Yankees: «In loro abbiamo trovato il partner migliore in assoluto per lo sviluppo di una organizzazione sportiva di classe mondiale e di una squadra vincente, che porterà il nome di New York City Football Club con orgoglio». Mansour e gli Yankees hanno promosso il loro nuovo progetto portando il Manchester City negli Stati Uniti per un tour promozionale, che ha visto l’ex giocatore dei Citizens Patrick Vieira esibirsi sul diamante degli Yankees stessi e la squadra che fu di Roberto Mancini giocare un’amichevole di fine stagione a New York contro il Chelsea (per la cronaca finita 5-3).

Non sarà facile però imporsi. Perché di mezzo c’è la questione del nuovo stadio. Il sindaco Michael Bloomberg aveva annunciato circa 6 mesi fa di voler costruire un impianto nella zona di Flushing Meadows-Corona Park, nel Queens. Il progetto, nonostante Bloomberg avesse spiegato che «se ci comportiamo in maniera ragionevole possiamo arrivare ad un accordo», aveva incontrato prima di tutto le resistenze dei cugini Scott e Jeff Wilpon, proprietari della squadra di baseball dei New York Mets, che chiedevano 40 milioni di dollari di compromesso agli investitori di Abu Dhabi: i Mets hanno casa proprio nella stessa zona individuata da Bloomberg prima e da Mansur poi.

E non sarà facile anche per la trafila burocratica da affrontare. Il progetto dovrà ottenere il nullaosta della Commissione Urbanistica e dei board che rappresentano il quartiere del Queens, oltre che del pool di avvocati che rappresenta il Corona Park. Una situazione già prevista dal duo Mansur-Yankees, che nei mesi scorsi ha nel frattempo intavolato una trattativa con la United States Tennis Association, ovvero la società proprietaria degli impianti dove si gioca il torneo di Flushing Meadows. Non solo, ma secondo quanto riportato dal “New York Times” il gruppo arabo ha già speso 90 milioni di dollari per intervenire in opere di recupero e ristrutturazione di campi di calcio all’interno del parco. E poi ci sono le resistenze dovute al fatto che Mansur è un investitore non statunitense: «Non stiamo nemmeno parlando di un uomo d’affari americano che abbia effettuato investimenti scaltri», ha detto al NYT Peter Vallone Jr., un consigliere comunale di Astoria, nel Queens. «Mansur è uno sceicco nato con un cucchiaio d’argento in bocca, e non abbiamo bisogno di porgergli un parco su un piatto d’argento».

La questione stadio non sarà di breve risoluzione. La Mls aveva proposto e progettato un nuovo stadio per New York nella zona del porto, sul molo Pier 40, lungo il fiume Hudson. Per convincere tutti, la stessa Lega aveva deciso che avrebbe permesso l’accesso all’impianto alle squadre giovanili per i loro tornei. Ma alla fine, l’opposizione dei legali rappresentanti del Pier 40, facendosi portavoce dei residenti della zona contrari all’iniziativa, hanno bloccato il tutto. Ora la Mls esplorerà altri 20 siti compresi Harlem e Staten island, mentre per la sua prima stagione il New York Fc con ogni probabilità giocherà le proprie partite in casa nello stadio degli Yankees. Ed è qui che entra in gioco la società proprietaria della squadra di baseball: la Yankee Global Enterprises spera di poter trasformare la propria casa in uno stadio adatto anche per partite di calcio ad altro profilo, per poterci guadagnare in vista del rafforzamento della propria squadra, per la quale sta spendendo oltre 25 milioni di dollari.

La decisione di Mansur di investire nel soccer rivela la necessità per lo sceicco di immettere nel club quei capitali che in Europa gli è meno consentito fare, almeno sulla carta. La Uefa nelle regole del Fair Play Fianziario vieta espressamente le transazioni tra i club e le società ad essi collegati. Il Manchester City, per ovviare alle spese pazze ha ceduto i naming rights dello stadio alla Etihad con un accordo di 400 milioni per 10 anni. Etihad che è compagnia aerea degli stessi sceicchi di Abu Dhabi proprietari dei Citizens. Negli Usa esiste un tetto di bilancio per gli acquisti dei giocatori di 3 milioni di dollari, ma non per i loro ingaggi, considerati al pari di trattative private e quindi non sottoposti al cap.
 

Twitter @aleoliva_84

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