Enzo Bianchi, “I vescovi stiano fuori dalla politica”

Il pluralismo e la democrazia per il priore della comunità di Bose

Non ci sarà mai uno scontro di civiltà come profetizzato alla fine degli anni ’90, tra Islam e cristianesimo, ad esempio. Piuttosto, «uno scontro di etiche interno alle stesse comunità». Ne è convinto Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose. Il monaco parla dal palco della conferenza organizzata da Reset Dialogues all’interno di un ciclo di incontri dedicato al dialogo tra culture (Parole e idee per un mondo plurale).

«Uno scontro tra etiche è già in corso da tempo in Italia e ne portiamo il peso». Il riferimento è all’ultimo dei temi su cui il Paese dibatte: le unioni tra persone dello stesso sesso. Il priore di Bose, noto per avere posizioni a volte contrastanti rispetto alla Chiesa di Roma, non usa il palco per dire quello che è giusto o meno giusto fare. Tutt’altro. Suggerisce piuttosto il modo in cui crede che questo scontro vada affrontato. E il modo è un monito alla stessa Chiesa di cui è parte.

«Lo Stato» dice «mantenga una laicità neutrale rispetto a tutte le religioni. Una laicità positiva che permette alle varie comunità di credenti di manifestare pubblicamente la propria etica e di dare un contributo al dibattito politico». «Ma a una condizione: che le gerarchie ecclesiastiche restino fuori dalla politica». Perché alla gerarchia, secondo Enzo Bianchi, spetta solo il compito profetico, ai laici quello pratico e tecnico, e sottoposto alle regole della democrazie parlamentare.

«I vescovi, i monaci come me, i sacerdoti, si limitino a un ruolo profetico, di ispirazione. E i fedeli laici discutano invece in Parlamento con le altre forze, accettando il gioco democratico senza pretendere di imporre la loro visione all’intera nazione, anche se rappresentanti della confessione maggioritaria in Italia». Perché, continua, «le decisioni che valgono per chiunque non devono basarsi sulle credenze di qualcuno». Tutt’altro che scontato nel Paese in cui «un’intera stagione, tra anni Novanta e 2005 è stata tutta così, con i vescovi che facevano direttamente politica. Con un grave danno per la democrazie e per la Chiesa stessa».

I laici, dal canto loro, devono sottostare al gioco democratico della maggioranza. «Se c’è una legislazione che i cattolici non condividono, come i matrimoni tra persone dello stesso sesso, semplicemente non lo pratichino. Noi non possiamo negare allo Stato di legiferare su cose di cui ha diritto, come sul modo in cui si vive in coppia». Perché al cristiano resta sempre l’obiezione di coscienza. «Ma non sia vissuta contro gli altri, contro lo Stato o facendo qualcosa che penalizza la vita democratica».

Enzo Bianchi si dice convinto che le religioni possono dare un aiuto fortissimo in termini di «umanizzazione» della società. Lo sostiene anche nell’ultimo volume pubblicato da Einaudi, Fede e fiducia (2013), dove campeggia il tema della fiducia e dell’incapacità di averne: 

Ecco la vera patologia che oggi affligge l’intera società occidentale: affievolimento, depressione dell’atto di credere, carenza di fiducia in se stessi e negli altri, nel futuro e nella terra. Credere, fare fiducia, è diventato faticoso ed è un atteggiamento raro. Il discorso sulla fede, allora, non riguarda solo i cristiani o i cosiddetti credenti: debitori di una certa visione manichea che separa credenti e non credenti, siamo incapaci di individuare i temi brucianti che riguardano tutti gli uomini e che determinano i rapporti degli uni con gli altri. Eppure, per tutta la vita, ognuno di noi si domanda se il vivere abbia un senso, se si possa credere, fare affidamento su una parola, su Qualcuno!

Per questo, in un’Italia che sarà sempre più plurale e multiculturale, «i cristiani – chiude il priore – si facciano capire dai non credenti in termini antropologici, non teologici. Altrimenti hanno ragione gli altri a dirci che siamo “talebani integralisti”. Spieghiamo le nostre posizioni in chiave umana».

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter