Francesco ha riformato il linguaggio, ma è conservatore

La rubrica Genio del Male. Il Papa ha recuperato lo spontaneità di Luciani, ma non basta

Quando un Papa piace troppo c’è qualcosa che non va. Ci stupisce l’ovvietà di alcune sue affermazioni, come per esempio l’esortazione rivolta alle consacrate ad essere madri e non zitelle. Sembra ovvio. Ma evidentemente non lo era: pesa ancora tanto una certa educazione cattolica che ha prodotto danni incalcolabili nella formazione della nostra società. Tuttavia proprio dietro questa ovvietà si nasconde anche la debolezza di papa Francesco.

Il suo pontificato ha il pregio di aver recuperato la spontaneità di papa Luciani, la sua capacità di sparigliare le carte dei protocolli, inoltre sembra non gli manchi un certo carisma che ricorda Wojtyla: cioè l’autenticità di una parola che corrisponde veramente alla persona. Una persona forte ma non destinata, io credo, ad andare oltre un operazione di linguaggio. Che effetto può produrre esortare le suore ad essere madri se poi questa maternità strutturale non ha modo di esprimersi in pienezza, cioè in uno stile di vita radicalmente diverso da quello attuale?

Non nascondiamoci dietro un dito: al di là delle belle parole, la donna nella Chiesa continua ad avere un ruolo subalterno al maschio. E questa insistenza sulla maternità non fa che ribadire la convinzione che nella Chiesa la donna o procrea o fa la suora. Non c’è spazio per una donna single senza un compito specifico. Per di più non siamo affatto vicini ad un ricoscimento del sacerdozio alle donne o all’ipotesi di un sacerdozio uxorato. Francesco per ora circoscrive il suo riformismo ad un fatto di linguaggio: in questo è sostanzialmente un conservatore.

Ha iniziato a parlare presentandosi come il vescovo di Roma. Bene: perchè non continua così dando potere deliberativo – e non solo consultivo – alle Conferenze Episcopali, compresa quella italiana? E soprattutto: perchè non indica il Concilio Ecumenico Vaticano III, così sapremo veramente che farcene dei documenti di quello precedente, che hanno in realtà diviso in due il pensiero della Chiesa contemporanea.

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