Cina e Stati Uniti hanno deciso di tenere colloqui regolari ad alto livello per definire regole in materiali di sicurezza informatica, commerciale e contro lo spionaggio. Si tratta del primo sforzo diplomatico sistematico per ammorbidire le tensioni oramai quotidiane derivanti da accuse americane alla Cina riguardo a furti per via informatica di segreti aziendali e governativi. È previsto che i colloqui inizino nel mese di luglio.
Venerdì prossimo, il presidente Obama e il capo dello Stato cinese Xi Jinping, hanno in programma un vertice informale a Rancho Mirage, in California, che dovrebbe aiutare i due paesi a confrontarsi sulle tensioni croniche che non si limitano alla guerra informatica, ma arrivano fino alla minaccia nucleare da parte della Corea del Nord.
I funzionari americani dicono di non aspettarsi una significativa riduzione delle quotidiane intrusioni cinesi nelle reti informatiche americane. Come riporta il New York Times, il generale Keith B. Alexander, direttore della National Security Agency, ha detto che questi attacchi hanno causato «il più grande trasferimento di ricchezza della storia». E questo richiede un intervento urgente.
Gli hacker cinesi avrebbero rubato una serie di segreti industriali sia civili che militari di grande importanza, dalla prossima generazione di aerei da combattimento ai sistemi di controllo di gasdotti e centrali elettriche. Il governo cinese ha insistito sul fatto di non essere l’autore ma è una vittima degli attacchi informatici. Nello specifico ha negato che esista un’unità dell’Esercito popolare cinese, l’unità 61398 a Shanghai, responsabile degli attacchi più sofisticati ai danni degli Stati Uniti.
Se l’obiettivo di Pechino è quello di mantenere un tasso di crescita del prodotto interno lordo fra il 7 e l’8%, gli accademici e gli industriali cinesi sostengono che sia necessario mantenere un flusso costante di nuove tecnologie. E questo potrebbe rendere difficile ridurre il furto sistematico di proprietà intellettuale per via informatica.
La diplomazia americana è rimasta sorpresa dalla rapidità con cui il presidente cinese Xi Jinping, un funzionario di partito di lungo corso salito al potere solo a marzo, ha inserito volti nuovi nella leadership cinese. Ad ogni modo, a differenza del suo predecessore Hu Jintao, Xi è riuscito a mantenere un maggior controllo sui militari e questo fa meglio sperare anche in vista di una possibile soluzione al problema della guerra informatica.
*direttore di Technology Review, la rivista del Mit per l’innovazione