La comunicazione interna è arrivata poco fa, tenuta coperta fino all’ultimo, poche parole per un abbraccio: «l’Università Bocconi rende noto che il senatore a vita prof. Mario Monti riassume da domani, 15 giugno, le funzioni di presidente del Consiglio di Amministrazione della Bocconi, ponendo così termine al periodo di sospensione da lui richiesto nel novembre 2011 a seguito della sua nomina a presidente del Consiglio dei Ministri», si legge in uno scarno comunicato. Le funzioni di presidente dell’ateneo di via Sarfatti durante il periodo di sospensione sono infatti state svolte dal vice presidente prof. Luigi Guatri.
«Sono molto grato al prof. Guatri per avere accettato tale onere e per aver guidato la Bocconi in questo periodo con autorevolezza ed efficacia», dichiara sempre nel comunicato il presidente Monti. «Nel novembre 2011, lasciando l’università per assumere la guida del governo in un momento particolarmente difficile per l’Italia e per l’Europa, dissi che non consideravo concluso il mio impegno in Bocconi e che, non appena le circostanze lo avrebbero consentito, sarei rientrato per completare il mandato conferitomi, così come all’intero Consiglio di Amministrazione, fino al 31 ottobre 2014. Sono lieto di poter realizzare questo programma e intendo contribuire – con il vice presidente prof. Luigi Guatri, il rettore Andrea Sironi e il consigliere delegato Bruno Pavesi – a condurre la Bocconi ad ulteriori affermazioni anche sul piano internazionale, a vantaggio dell’intero Paese, della sua competitività e della sua credibilità nel mondo». Peraltro, con la fine della sospensione, Monti riassume anche le funzioni di consigliere di amministrazione dell’Istituto Javotte Bocconi Manca di Villahermosa – Associazione Amici della Bocconi, di fatto il vero centro di comando dell’ateneo milanese.
Sbrigati i convenevoli di rito, l’ex premier rientra dunque in quella Bocconi da cui tutto è cominciato. Un anno e mezzo vissuto intensamente tra i palazzo della politica, visite di stato, grandi incontri internazionali, Obama & Merkel ma anche le miserie italiane del flop elettorale e dei negoziati con Casini & Fini. Da domani si dividerà tra Palazzo Madama, Scelta Civica e il rinnovato impegno in ateneo, dopo aver accarezzato il bis a palazzo Chigi e la suggestione del Colle. Pronto eventualmente a ripartire per qualche altra avventura, magari europea. Meglio, la prossima volta, direttamente senza sospendersi dal precedente incarico…