«La Vigilanza ci spettava, fuori i partiti dalla Rai»

Dopo l'elezione di Roberto Fico alla guida dell’organo di controllo del servizio pubblico

«Siamo orgogliosi di aver ottenuto la presidenza della Commissione di Vigilanza Rai». Dalila Nesci, 26enne deputata calabrese del Movimento cinque stelle, non ha dubbi: la rivoluzione si fa dall’interno, e una volta giunti in Parlamento, ormai bisogna pensare in grande. «Anche, e soprattutto, ad una Rai senza partiti» dice la giovane parlamentare a Linkiesta, in un colloquio telefonico prima che torni in Calabria, «sul territorio», al termine un’importante settimana parlamentare.

Ma non avete timore di istituzionalizzarvi dopo aver ottenuto questo ruolo?
Assolutamente no, per noi è stata una grande soddisfazione ottenere la presidenza della Vigilanza Rai, perché diamo molta importanza al servizio pubblico. Il cambiamento della politica passa dal cambiamento culturale, e la Rai è prima azienda culturale del Paese.

Perché volete che i partiti non controllino più la Rai?
Il nostro faro d’azione sarà estirpare il meccanismo di lottizzazione continua che la Rai ha subito, e che l’ha smembrata. Le assunzioni in azienda non dovranno più avvenire per nomina partitica, ma sulla base dei curricula personali. La Rai deve autogovernarsi da sola, e non essere ostaggio dei partiti. E grazie ai poteri ispettivi e di controllo, in commissione vogliamo eliminare le sacche di sprechi, e valorizzare le risorse interne. Ma il ruolo del servizio pubblico dovrà essere sia di informare, sia di formare, come in Calabria, dove bisognerebbe far emergere anche l’oppressione sociale di cui sono vittima i cittadini a causa della criminalità.

Non vi imbarazza l’appoggio di Pd e Pdl, che hanno votato Roberto Fico?
No perché la nomina ci spettava, essendo all’opposizione. Perciò nessun giubilo particolare per la presidenza ottenuta, i partiti praticamente non potevano farne a meno. Anzi è stato grave che il Copasir sia andato a uno della Lega, e non a un movimento con le nostre percentuali. Come non capiamo neanche le lamentele di Sel, un partito che in principio non era all’opposizione, e che con il 3% voleva la presidenza del Copasir. Durante le precedenti legislature avrebbero mai dato quella presidenza a un partito con l’1 percento?

È giusto che Grillo definisca il Parlamento «una tomba maleodorante»?
Si, sono d’accordo, non c’è mai stato un reale cambiamento in Italia rispetto alla seconda repubblica. E anche se Beppe Grillo usa dei grandi paradossi, in fondo estremizza soltanto ciò che noi ribadiamo più volte in aula, con toni diversi.

Due deputati del Movimento sono passati al gruppo Misto: due traditori?
Labriola e Furnari sono state sempre delle persone confuse, con idee poco chiare. Non li giudico in base alla scelta che li ha spinti ad andarsene, se per la diaria o altro. C’è solo molta delusione, e ci chiediamo se si possa arrivare a tanto, di fronte agli elettori. Ma faccio gli auguri agli onorevoli, finalmente li potranno chiamare così.

Twitter: @nicoladituri
 

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