Le strade di Napoli e la crisi (vista dagli ambulanti)

Le strade di Napoli e la crisi (vista dagli ambulanti)

NAPOLI – Carrozzoni carichi di frutta presidiati da uomini corpulenti, contrabbandieri di sigarette, carciofi arrostiti, secchi ricolmi di cozze, bancarelle di giocattoli. E poi, ciliegina sulla torta, cocomeri verdi dal cuore rosso passione, che una mitologia da canzonetta e una vulgata proletaria hanno consacrato all’immaginario dell’automobilista meridionale.

Certo, non è l’antica via della seta. E se proprio cerchi Marco Polo al massimo si trova l’ottuagenario in canotta che viene in trasferta da Via Cumana. Ma la circonvallazione esterna non è mai stata così florida di commerci come di questi tempi. Crocevia di provincia e camionisti, al punto che i parchi commerciali come Auchan, simboli di un’opulenza metropolitana oggi demodé, cominciano a risentire della concorrenza. Una concorrenza a volte sleale, perché in tempi di crisi ci si arrangia come si può. Ma tutto sommato innocua.

Anzi, in questo piccolo mare dell’illegalità, non mancano casi virtuosi. C’è così chi paga il Cosap (canone per l’occupazione di Spazi ed Aree pubbliche), come l’ambulante di frutta appostato col camioncino sulla rotonda direzione Auchan. Meloni a cinque euro a cassetta e Cocomeri a settanta centesimi al chilo. Un affare. «Vorrei pure mettere a posto i miei dipendenti» dice, indicando un paio di ragazzi che scaricano le cassette dal camion. «Ma se volessi farlo non avrei niente da portare a casa». E a dirlo è un fruttaiolo che rispetto al resto del mercato nero è un cittadino modello. Basta infatti attraversare la strada e sullo spartitraffico c’è un venditore di giocattoli che non riesce a pagare il canone. «Preferisco beccarmi le multe che mi fa la Guardia di Finanzia» dice mentre rimette in piede uno Spider Man di gomma che non ne vuole sapere di stare dritto «È una lotta continua. Non ho soldi e pagare la tassa per me sarebbe impossibile».

Se la circonvallazione pullula di ambulanti, nelle strade del centro la situazione non sembra migliore. Nei paraggi della Villa Comunale incrociamo un rivenditore di frutta e verdura, a pochi passi da dove circola una volante della Polizia. A via Frezza, zona Casacelle, invece, c’è un commerciante ingegnoso che diversifica la vendita al dettaglio a seconda delle stagioni. Un giorno vende il pane, un altro i limoni, un altro ancora i frutti di mare. E i clienti? «Ne ho molti. Cambiando la merce si avvicinano sempre di diversi». Una strategia di marketing di questo tipo l’ha scelta anche un ambulante piantonato sulla rotonda del cimitero, zona di transito fra Parete e Giugliano. Passa infatti con disinvoltura dalla vendita di trombette e bandiere del Napoli a secchi di cozze e buste di noccioline. «Colpa della crisi» confessa. «Se non facciamo così, diventa difficile stare sul mercato». 

Chiudono negozi, esercizi commerciali e si moltiplicano le bancarelle in strada. Risultato? Prezzi più vantaggiosi per i consumatori e costi ridotti per i rivenditori. Così è in forte ripresa anche il contrabbando di sigarette. Da Aversa a Giugliano, passando per Villaricca e Melito, si incrociano contrabbandieri ad ogni semaforo. Veloci, invisibili, pronti a smontare tutto nel giro di una manciata di secondi al rumore della prima sirena. Gli agenti di Polizia ne hanno appena pizzicato uno a Via Fratelli Maristi. Sul controllo del territorio dicono: «Spuntano come funghi. Presidiare tutta la zona diventa difficile. A volte chiudiamo un occhio, altre volte siamo costretti ad elevare un verbale». In fondo, come ci dice un ragazzo che vuole vendere una stecca di Marlboro rosse, «meglio vendere sigarette di contrabbando che andare a fare le rapine». 

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