Dopo la sentenza che ha condannato a sette anni di carcere Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile si sprecano i commenti sui vizi dell’ex presidente del Consiglio. C’è chi ritiene la condanna «giusta» e «doverosa», ma c’è anche chi – come Piero Ostellino sul Corriere della Sera – parla «di una ostilità antropologica di fondo, quasi ai confini del razzismo, da parte di un establishment reazionario, e dai costumi non sempre propriamente esemplari, nei confronti di un outsider sociale e politico discusso, e discutibile quanto si vuole per i propri stili di vita». Ognuno può avere in merito la propria opinione, ma il punto che viene trascurato delle feste di Arcore era ed è un altro, di cui i magistrati non si sono occupati ma che sarebbe dovuto essere materia di dibattito parlamentare e soprattutto pubblico: la ricattabilità del presidente del Consiglio.
Come al solito in Italia si guarda più dal buco della serratura che in profondità. Berlusconi all’epoca dello scandalo si sarebbe dovuto dimettere solo per il fatto di aver fatto entrare in casa sua persone senza alcun tipo di filtro o sicurezza, mettendo a rischio la sicurezza del Paese e sua, in quanto presidente del Consiglio in carica. Sarebbe bastato questo, senza approfondimenti particolari sul Bunga Bunga, il palo del lap dance e intercettazioni scabrose di ogni tipo. Lo ricordiamo perchè nell’inchiesta sulla compravendita dei senatori iniziata oggi a Napoli, Bernardo Martano, mette agli atti questa frase che sarebbe stata detta dall’ex senatore Sergio De Gregorio: «’Berlusconi ha pesantemente finanziato il mio movimento politico e comunque è la persona più ricattabile d’Italia e, per quanto mi riguarda, io personalmente lo considero la mia assicurazione, in senso che in futuro, se le cose mi dovessero andare male, lui non mi può mai dire di no». Parliamo (anche) di questo, di come si preserva e si auto-preserva la sicurezza di una carica istituzionale, con quel che ne consegue in termini di accesso a informazioni sensibili e di sicurezza nazionale. Il cafonal lasciamolo alle riviste gossip…