«Non abbiamo più tempo, bisogna agire subito». Così il premier Enrico Letta ha aperto i lavori del vertice sull’occupazione con i ministri del Lavoro e delle finanze di Francia, Germania, Spagna e Italia. E per combattere la disoccupazione, l’idea è quella di usare i fondi della Banca europea degli investimenti (Bei) e della Cassa depositi e prestiti. Un piano, ha aggiunto il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, che deve coinvolgere anche i privati. Ecco i principali dossier aperti.
Più fondi per potenziare i centri per l’impiego. Uno dei primi argomenti di discussione è l’aumento della dotazione annua della Banca europea degli investimenti (Bei) – fino a 60 miliardi di euro – che potrebbe favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese.
Altro tema è l’immediato avvio del programma Youth per il contrasto alla disoccupazione giovanile nel biennio 2014-2015 rispetto al programma iniziale di avvio nell’arco di sette anni. I sei miliardi a disposizione saranno erogati quindi tra il 2014 e il 2015 e non spalmati fino al 2020. All’Italia potrebbero arrivare in cassa 400 milioni di euro da spendere per il potenziamento dei centri per l’impiego per l’offerta di un percorso di inserimento nel mercato del lavoro entro 4 mesi dalla conclusione del ciclo di studi o dalla perdita di un impiego.
L’iniezione delle risorse dovrebbe esser fatta soprattutto in quelle regioni in cui si registrano tassi di disoccupazione giovanile sopra il 25 per cento.
Oltre ai fondi dell’“Iniziativa giovani”, si discute anche della possibilità di usare il Fondo sociale europeo (15 miliardi l’anno) per incentivare l’assunzione di giovani e della richiesta di orientare i Fondi strutturali verso investimenti in crescita e occupazione. Letta chiede inoltre che i fondi europei assegnati ma non utilizzati possano essere dirottati sulla lotta alla disoccupazione, lasciando fuori dal vincolo del 3% la parte che l’Italia deve cofinanziare. Nell’incontro di oggi si discuterà ache di inserire una “clausola investimenti” nel patto di stabilità per i Paesi senza deficit eccessivi.
Sgravi sulle assunzioni e politiche attive per il lavoro. I fondi Youth potranno servire anche a coprire gli sgravi alle assunzioni. L’intenzione del governo è di concederli per un periodo di due anni alle aziende per ogni assunzione a tempo indeterminato di un giovane fino a 29 anni. Una misura, questa, che dovrebbe entrare nel decreto legge lavoro sul quale è cominciato il confronto con i sindacati. Nello stesso decreto ci saranno alcune modifiche della legge del lavoro Fornero riguardanti la riduzione degli intervalli tra un contratto a termine e l’altro e la possibilità più ampia di sottoscriverli senza causale. Trasformazioni anche sull’apprendistato, per il quale è prevista la caduta di una serie di vincoli, e potenziamento delle politiche attive per il lavoro.
Piccole e medie imprese e semplificazioni. Per le pmi sono previsti crediti agevolati, fino a 2 milioni per azienda, per l’acquisto di macchinari. Il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato punta a raccogliere 4-5 miliardi di euro attraverso il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti (Cdp).
Da rinforzare anche il fondo centrale di garanzia per lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese con 2-3 miliardi. Il rischio è che si possa esaurire entro il 2014.
Potrebbe favorire le imprese anche il disegno di legge sulle semplificazioni. Prevista una procedura più snella per il rilascio dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), e del Durc, il documento unico di regolarità contributiva.