“Questo governo non può fare nulla, se non fingere”

L’opinione del sulfureo economista Michele Boldrin

Manca solo un giorno perché arrivi il decreto del fare, dopo un lungo balletto di cifre e previsioni, promesse rimangiate e annunci contestati (e il miglior esempio sono i fischi al ministro Flavio Zanonato sull’Iva, davanti alla platea di Confcommercio). Ma cosa farà davvero questo decreto, atteso per domani in Cdm? Sembra poco. Secondo l’economista e presidente del partito Fare per Fermare il declino Michele Boldrin, infatti, «l’unica cosa che davvero deve essere fatta – cioè i tagli alla spesa pubblica e ai costi della politica – non sono previsti». E allora le aspettative, almeno per lui, sono molto basse.

Almeno, però, hanno ripreso il nome del suo partito.
Eh, questa è una battuta, ma è sintomatica.

Sintomatica di cosa?
Del fatto che noi siamo stati i primi, o almeno i primi a dirlo in modo chiaro e strutturato: che servono i fatti, e non più le parole. Lo hanno capito anche loro.

Fatti, sì. Ma quali?
Non quelli che sta facendo questo governo. Secondo me questa classe dirigente ha fallito. E, non contenta, continua a fallire.

Ma perché dice così?
Dice di fare, e non fa. Anzi, fa finta di fare. Quello che andrebbe fatto, non viene fatto. Quanti punti prevedono di risparmiare dal taglio alla spesa pubblica? Zero. E questo perché non ci sono tagli alla spesa pubblica. Non dico pronti per domani, ma nemmeno previsionali. E non ci sono tagli ai costi della politica. Non dico pronti per domani, ma nemmeno in previsione.

Però c’è una questione su Imu e Iva aperta e complessa.
Sull’Imu si sono rimangiati quello che avevano detto, come era prevedibile. Non l’avrebbero tolta e non la tolgono.

E sull’Iva?
Ecco: una delle cose che mi rifiuto di fare è commentare un singolo provvedimento preso da un quadro di politica economica che non condivido. Anzi, di un governo che attua una politica economica opposta a quella che farei io. Se fosse per me, non mi occuperei nemmeno dell’aumento dell’Iva, ma il problema sta nelle premesse.

Cioè?
Che questi provvedimenti sono presi per risolvere i problemi di bilancio. Ma per me, come punto iniziale, non dovrebbe esistere un problema di bilancio. Quello che, anche questo governo, non vuole fare, è tagliare. Piuttosto danno contentini a destra e a sinistra, ma non fanno scelte coraggiose. È un governo democristiano, conservatore, che non fa riforme serie, che non risolve i problemi.

Ma se è vero quello che dice, fino a quando potrebbero agire così?
Dal punto di vista politico, dipende dalle strategie e dai calcoli elettorali dei singoli grandi partiti che compongono la coalizione di governo. Quello che attuano è un gioco a rimpiattino per vedere chi rompe per primo e ne trae più o meno vantaggio. Anche perché all’opposizione ci sono gruppi anche con buone intenzioni, ma con idee del tutto discutibili.

Intende l’M5S.
Esatto. Dal punto di vista economico, invece, Monti e Grilli hanno distrutto l’economia reale ma hanno messo i conti a posto. Poi c’è una certa saggezza di Draghi e degli altri paesi europei. Insomma, un altro panico-spread come quello che ha fatto fuori Berlusconi nel novembre 2011, al momento, mi sembra molto improbabile. E gli italiani, anche se l’economia e le imprese stanno sempre peggio, non hanno nessuna intenzione di scendere in piazza per protestare. Sono pazienti e rassegnati, per ragioni che mi sfuggono, confesso. E non scenderanno nemmeno questa volta. 

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