E’ passato un giorno dagli insulti al parlamento lanciati da Beppe Grillo – letteralmente «il Parlamento è inutile», «seppelliamolo», «è una tomba maleodorante» e via insultando-; non che ci stupisca l’ormai trito e colorito linguaggio del comico genovese. Questa volta persino un manipolo di deputati Pd che fino a ieri s’illudevano di poter fare un accordo post elettorale con l’M5s per governare insieme (da Speranza a Fassina), ha preso coraggio stigmatizzandone le sparate. Quel che ci stupisce è invece il silenzio sordo delle decine di parlamentari a Cinque stelle, di solito così loquaci sull’universo mondo, avvolti all’improvviso nel mutismo più completo. A questi giro infatti il caro leader non si è scagliato genericamente contro la “casta” o contro i vecchi e bolsi partiti tradizionali. No. Si è scagliato precisamente contro le aule parlamentari, da qualche mese frequentate anche dai suoi tanti “cittadini”. Dunque definire tomba maleodorante il parlamento significa dare dei cadaveri ai suoi membri. Non si tratta di un gioco di parole ma di una questione di sostanza. Possibile che nessun grillino, davanti a parole così offensive, abbia la dignità non dico di ribellarsi al capo, ma di scrivere un mezzo post, cinguettare un twitter…? In fondo in parlamento ci sono anche loro. Oppure solo quando si tratta di prendersi le poltrone nelle commissioni?