Immaginate di essere un carcerato con sei mesi da scontare per un reato di spaccio di stupefacenti. Secondo la legge dovreste stare fuori, grazie alle misure alternative, ma invece dovete rimanere dietro le sbarre perchè non avete una fissa dimora. Ebbene, nella vostra cella di 7 mq, condivisa con almeno altri cinque detenuti, avete sentito parlare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha parlato di «carenze inammissibili e criticità nelle carcere italiane». Avete ascoltato al telegiornale sulla tv della vostra cella (sempre che ce l’abbiate) il ministro della Giustizia promettere «liberazione anticipata» e addirittura «l’amnistia». Passano i giorni, le settimane e i mesi. Come sempre tutto si risolve con un nulla di fatto. L’unica alternativa che avete è fare una class action come stanno facendo centinaia di detenuti per chiedere un risarcimento alla Corte dei Diritti dell’Uomo. L’Italia è già stata condannata e sarà obbligata a risolvere il problema entro il maggio del 2014. Chi pagherà?