Anche in Italia si va verso una stretta sulle sigarette elettroniche: il Consiglio Superiore di Sanità ha proposto di vietarne l’utilizzo nelle scuole, di regolamentare la pubblicità, al momento molto forte, e di dotare le ricariche di una chiusura di sicurezza a prova di bambino. Secondo gli esperti è anche opportuno raccomandare che le sigarette non siano utilizzate in gravidanza o in allattamento.
Il parere segue di pochi giorni la scelta francese per lo stop dell’utilizzo nei luoghi pubblici. Nel caso italiano non ci sono però ancora provvedimenti: sono indicazioni, seppur autorevole, che diventeranno norme solo qualora il governo dovesse decidere di adottare le misure proposte dal suo massimo organismo consultivo sanitario. Gli esperti del ministero si sono avvalsi anche del contribuito dell’Agenzia del farmaco e delle rappresentanze delle industrie.
Sarà anche con tutta probabilità costituito un tavolo permanente dove far convogliare le diverse fonti di dati ed osservatori, «progettare iniziative informative sui potenziali pericoli legati all’uso di questi strumenti e promuovere attivita’ di ricerca e studio sui vari aspetti della problematica».
Inoltre il Consiglio ha raccomandato di mantenere il divieto di vendita ai minori di anni 18 delle e-cig con presenza di nicotina e alcune prescrizioni nelle etichette, con precise informazioni da fornire al cittadino. Per non dimenticare il controllo e il monitoraggio di possibili sovradosaggi da nicotina.
In Francia le e-cig nei luoghi pubblici sono state vietate dal ministro della Sanità, Marisol Touraine, dopo la diffusione di uno studio di un professore di pneumologia dell’Università Pierre et Marie Curie di Parigi, Bertrand Dautzenberg. La ricerca consigliava anche l’istituzione di un sistema di autorizzazioni per la vendita. Secondo il medico la sigaretta elettronica può aiutare a smettere di fumare ma non è sana al 100% e il suo libero uso potrebbe incitare al consumo.
Intanto si ingrossano le fila dei consumatori di sigarette elettroniche: un’indagine dell’Istituto superiore di sanità-Doxa li ha stimati in 500.000, con un gradimento alto in particolare da parte dei giovani. Dallo studio emerge però che solo il 10% di chi è passato alla e-cig ha effettivamente detto addio alle sigarette tradizionali. Sei su dieci tra i consumatori abituali, invece, stanno riducendo il fumo tradizionale.