Scrivere della sigaretta elettronica? Non pensavo dovesse capitare proprio a me. Io non ho il fisico per nessun vizio. Se bevo un bicchiere di grappa la sera ho il reflusso, se mi faccio un cannone mi vengono gli attacchi di panico e poiché sono nato asmatico, in una famiglia di asmatici, ho anche smesso di fumare. Venticinque anni fa. Eppure ancora oggi sogno di fumare e mentre sogno mi dico: “Ma cosa cavolo stai facendo?”.
In realtà, soffro anche un po’, devo essere sincero. Mi capita la sera, quando vado al bar con i vecchi amici. Loro giocano a boccette e ogni tanto si fanno un goccio, un bicchiere di vino o di grappa, io al massimo assaggio un po’ di vino dolce, ma è in quei momenti, quando si è in compagnia, che sarei quasi tentato di fare un tiro.
Fortuna che subito rispunta l’ipocondriaco che è in me. E così passa ogni tentazione.
Pensare che da ragazzi andavamo nel bosco e ci fumavamo le liane che scendevano dagli alberi di castagno. Non siamo morti. Ma un po’ pirla eravamo. Molti, infatti, cominciano a fumare da ragazzini. Io no. Con le sigarette ho iniziato quando ho compiuto 18 anni. Io che avevo bevuto sempre e solo spuma e che la prima volta che ho fumato una canna mi sono fatto accompagnare nel parcheggio del pronto soccorso. E invece, un’estate di tanti anni fa, con uno dei miei migliori amici decidemmo che dovevamo iniziare a fumare. Poi sono arrivato a 30 anni e ho detto basta.
Certo, il problema dell’asma ha avuto la sua parte, eppure ancora adesso non riesco a capire come ho fatto. A volte, quando ho dei momenti di depressione, di quelli che vengono a tutti, mi guardo allo specchio e dico: “Beh, però, almeno una cosa nella vita l’hai fatta bene!”.
Anche se, a dirla tutta, quando smetti rischi di perdere gli amici. C’è, infatti, un effetto collaterale nello smettere di fumare. Diventi logorroico, parli con tutti di quante sigarette fa hai smesso di fumare, di quanti minuti, ore, giorni sono passati dall’ultima “bionda”. E poi tra te e te non fai che buttare giù calcoli astronomici del tipo: “Ho smesso di fumare da 20 giorni. Quindi fanno 20 sigarette per 20 giorni. In tutto 400 sigarette”. E poi ancora dopo un anno fai operazioni del genere: “Messe una dopo l’altra, le sigarette che non ho fumato vanno da Milano a Lodi”. E così via. Cioè entri in un “tunnel di cavoli tuoi” in cui stenti a capire che agli altri non gliene frega niente. E così vai a ruota libera, ne parli in continuazione.
Alle sigarette mi lega anche un ricordo dell’inizio della mia carriera. In verità facevo ancora l’operaio a La Spezia e il comico a tempo perso, quando una mia battuta fu pubblicata su L’Espresso, addirittura vicino a una di Woody Allen. Diceva: “Quante sigarette fumo tra una scopata e l’altra? Circa sei o sette stecche”.
Per carità, adesso lo sappiamo, ce lo dice la scienza. Le sigarette fanno male a tutto. Anche al sesso. Già uno è sfigato di suo, vogliamo metterci anche il fumo? Un altro stereotipo è che il fumo aumenti la concentrazione, che aiuti a creare, se sei un artista, un attore, uno scrittore. Ma dai… Mica avranno potuto inventare il fuoco mentre fumavano? E quella sì che è un’invenzione vera.
Però, a parte gli scherzi, diciamo una cosa seria. Col fumo ci si mette un attimo a iniziare e una vita per smettere. Di sigarette si muore. Questo è poco ma sicuro. Quindi capisco tutti quelli che non ce la fanno a dire basta e vorrebbero provare qualsiasi cosa. Per esempio la sigaretta elettronica. Se fosse l’anello mancante tra fumare e smettere di fumare potrei anche accettarlo, ma se diventa un vizio che si somma all’altro, allora ne faccio sicuramente a meno. Tutto, purché faccia dire addio al tabacco.
Vedo troppa gente in giro con la sigaretta elettronica in una tasca e le sigarette nell’altra. A casa con i bambini fumano l’elettronica, poi quando escono in terrazzo o fuori casa si fumano le loro belle sigarette. Mi sembra la stessa cosa di quelli che dicono: “No grazie, il dolce no. Sono a dieta”. Poi il pomeriggio fanno 10 minuti di corsa e la sera se ne mangiano due porzioni. Decisamente troppo.
Per carità, io sono sempre stato a favore di tutto quello che fa smettere: orecchini, yoga, meditazione. Va bene anche la sigaretta elettronica. Anche se, a dire il vero, ce lo vedete uno che dopo una trombata si mette a fumare una sigaretta elettronica? E poi, queste e-cig si ricaricano dalla presa elettrica e dal computer. Quando uno sta a letto è un casino: la presa per il cellulare, la presa per il tablet, la presa per il vibratore, ora pure quella per la sigaretta elettronica. Siamo circondati di cavi.
E poi diciamoci la verità. La legge anti-fumo, a ben guardare, è l’unica cosa che il centrodestra ha fatto di buono in questi anni. E adesso noi vogliamo togliergli anche questa cosa qua? Perché noi, in fondo, siamo un popolo strano. Fino a pochi anni fa fumavamo anche negli ospedali. Capite? Negli ospedali fumavano sia medici che pazienti. Abbiamo sempre bisogno di regole fatte dagli altri per capire quando stiamo facendo stupidaggini. Adesso, ditemi perché dobbiamo ricominciare con il fumo elettronico anche al ristorante, al cinema, che poi tutti si arrabbiano con tutti e si corre il rischio che qualcuno che aveva smesso, ora ricominci anche con le sigarette?
E quelli che non hanno mai fumato? Potrebbero essere incuriositi dalla sigaretta elettronica. E poi dalla sigaretta tradizionale. Come quando uno inizia con l’autoerotismo, ma poi vuole provare a fare sul serio. Troppe domande? Forse sì, ma meglio farsele. In tutti i casi in cui si ha a che fare con la salute. Insomma, andiamoci piano. Il messaggio, alla fine, è uno solo. Con la sigaretta si muore. E la domanda da fare a un fumatore può essere solo una: tu pagheresti per farti ammazzare?
Ecco il primo capitolo del libro “Come funziona la sigaretta elettronica” (clicca sull’immagine per leggere in pdf), di Cosimo Colasanto, giornalista di Salute24 del Sole24ore.