Non importa che una regione come la Sicilia sia sull’orlo del fallimento. Non importa che l’agenzia di rating Moody’s abbia declassato il debito dell’isola. Ciò che importa nella “Sicilia bedda” è la campagna elettorale. Catania, Messina, Ragusa e Siracusa, che torneranno al voto domenica e lunedì prossimo, rappresentano un test importante, se non addirittura decisivo, per la scricchiolante maggioranza regionale guidata dal “rivoluzionario” presidente della Regione “Saro” Crocetta.
Detto fatto. A poche ore dal silenzio elettorale l’ex sindaco di Gela ha stanziato ben 50 milioni di euro per un piano straordinario di occupazione. «L’occupazione stimata è di ventimila unità per tre mesi», recita un comunicato diffuso dalla Presidenza della Regione. E destinatari delle risorse saranno i Comuni che presenteranno piani di utilizzo lavorativo, che includano per il settanta per cento giovani disoccupati, e inoccupati, nella fascia entro i trentacinque anni, e per il trenta per cento ultra cinquantenni esclusi dal mercato del lavoro. Una proposta “rivoluzionaria” se ti chiami Rosario Crocetta. Ma “clientelare” se ti chiami Raffaele Lombardo, o Totò Cuffaro. Semplice.