Bankitalia, perché i cittadini devono sempre pagare?

Il governatore Visco all’Abi

Sofferenze salite al 14% dei crediti lo scorso marzo, procedure di recupero lente, scarsa propensione a prestare a famiglie e imprese diminuendo l’esposizione in Btp. Sono alcuni dei punti toccati dal govenatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenuto stamani all’assemblea dell’Abi, l’associazione delle banche italiane. Questi i problemi, purtroppo noti. Le soluzioni? Per Visco le modifiche nei criteri d’accesso al Fondo di garanzia per le Pmi contenute nel decreto del Fare «vanno nella giusta direzione», ma è necessario utilizzare lo strumento «anche in presenza di bilanci temporaneamente indeboliti dalla recessione». Via Nazionale, ha detto ancora Visco, verificherà se la moratoria dei crediti siglata all’inizio del mese dall’Abi con le principali associazioni di impresa «sostenga le imprese meritevoli, senza mascherare l’effettiva rischiosità dei crediti». Fermi tutti. La garanzia del Fondo centrale istituito presso il ministero dello Sviluppo Economico grava sulle spalle di tutti i cittadini italiani. Accenderlo per erogare credito alle imprese in affanno va bene, ma con un monitoraggio costante sui tassi – che devono essere agevolati rispetto a quelli di mercato – e sull’effettivo utilizzo per dare nuove risorse e non gestire l’esistente. Un ruolo che spetta a Bankitalia e al ministero dell’Economia. È scorretto eliminare il rischio dal ruolo primario di un istituto di credito, i prestiti a famiglie e imprese. Si tratta pur sempre di un’attività imprenditoriale. Non sarebbe giusto sollevare i banchieri dalla sfida di fare bene il loro mestiere in questi tempi “sfidanti”, come amano dire loro stessi. 

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