Cassazione su Berlusconi: tutti gli scenari possibili

Scheda

La fissazione al 30 luglio prossimo dell’udienza per il processo sui diritti Mediaset in Cassazione lascia poco tempo alla difesa dell’imputato Silvio Berlusconi, condannato in appello a quattro anni di reclusione e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici: il ricorso, si apprende, è stato depositato il 19 luglio. La base giuridica della decisione sta, come spiega Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, nel terzo comma dell’articolo 2 della legge n. 742: ogni procedimento penale in cui la prescrizione matura durante la sospensione (cioè nel periodo estivo o di festività) il «giudice pronuncia, anche d’ufficio, ordinanza non impugnabile con la quale è specificamente motivata e dichiarata l’urgenza del processo».

Dunque la prescrizione (anche parziale) è vicina, ma il suo calcolo è molto complesso a causa di una serie di pause e ritardi subita dal procedimento. Si suppone che, almeno per quanto riguarda una delle annate di frode fiscale – quella del 2002, in cui erano stati evasi 4,9 milioni di euro – la prescrizione cadrà in un periodo compreso tra il 31 agosto e il 30 settembre (ma il più probabile è metà settembre) e i giudici non possono lasciare che si prescriva. Anche perché, in caso di condanna, sarebbe intervenuta una Corte di legittimità, fissata intorno a gennaio 2014 che, pur facendo passare in giudicato la colpevolezza di Berlusconi, non avrebbe potuto esprimersi sull’entità della pena, lasciando il compito a un nuovo Appello. Una tappa ulteriore che si sarebbe dovuta esprimere, ancora, sulla reclusione e, soprattutto, sull’interdizione dei pubblici uffici.

Cosa accadrà, allora? Che, eliminato il dispositivo della prescrizione, la decisione della Cassazione potrà essere solo di assoluzione o di condanna. Ma non subito. I difensori possono sollevare la questione dei venti giorni di tempo per organizzare la difesa, che sono inferiori ai 30 giorni di termine ordinario. La Cassazione potrebbe slittare allora di qualche giorno, ma la sentenza arriverebbe prima comunque di metà settembre.

Potrebbero decidere di accettare le indicazioni nel ricorso presentato dagli avvocati di Berlusconi: e allora sarebbe assoluzione secca e definitiva dell’ex premier, oppure rinvio a un altro processo di Appello su eventuali punti indicati nella motivazione. Oppure condannarlo. E in quel caso Berlusconi dovrebbe scontare un anno di reclusione (tre dei quattro previsti dalla sentenza sono stati cancellati dall’indulto) e la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

Ma non è finita: l’ultimo passaggio spetta al Parlamento. La Giunta per le immunità dovrà pronunciarsi sull’interdizione e, nel caso, dichiarare decaduto Berlusconi dalla sua caricà da senatore e incandidabile per cinque anni. Oppure potrebbe provare ad allargare il raggio d’azione dell’indulto, che cancelli, per analogia con altri insulti, anche altri indulti. Ma sarebbe un momento di conflitto molto alto tra poteri. Potrebbe Berlusconi arrivare a questo punto?
 

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