Nel febbraio del 2013, Costa Coffee, una catena concorrente a Starbucks mise un annuncio per cercare sette baristi per uno dei loro negozi. Il salario offerto era di 20.000 sterline l’anno, i curriculum ricevuti sono stati oltre 1700.
Più in generale, secondo dati del Wall Street Journal, lo stesso Starbucks può scegliere fra 7,6 milioni di candidati per 65.000 posti mentre Procter & Gamble riceve oltre un milione di curricula per 2.000 posti vacanti. Da Starbucks ogni candidato deve vedersela in media con altri 116 concorrenti mentre da P&G questo numero sale a 499.
Come sempre, internet contribuisce sia nel bene che nel male. Dal momento che qualsiasi persona con una connessione può potenzialmente inviare il curriculum per un posto di lavoro, un neo laureato milanese si trova potenzialmente in concorrenza con uno di Calcutta o di Shanghai.
Allo stesso tempo, se consideriamo i due principi di marketing di “punti di parità’” e “punti di differenza”, ci accorgiamo che un MBA non costituisce più un punto di differenza, ma un punto di parità. Oggi, un MBA è quasi la qualifica minima necessaria per essere considerati. (Nel 1970, negli USA i laureati MBA erano 20.000, nel 2010 questo numero è salito a oltre 160.000)
È ovvio che con questi volumi, nessun responsabile delle risorse umane si metterà a leggere attentamente centinaia di Cv. Di conseguenza, le grandi aziende utilizzano spesso un algoritmo che consente loro di selezionare una percentuale – a loro piacere – di Cv compatibili.
Questi algoritmi non solo ricercano parole-chiave (SEO, XML, MBA, etc…) ma possono dedurre informazioni implicite, ad esempio il numero di anni di esperienza lavorativa (basta guardare la data del primo lavoro e confrontarla con quella della carica più recente).
Quindi, se non si può fare a meno di inviare Cv online, il candidato deve pensare non solo all’ eventuale umano che leggera il suo curriculum e la sua lettera di presentazione, ma anche all’algoritmo che lo analizzerà. Perciò, è molto importante includere le parole chiave che sono inserite nel annuncio, e se non c’è un annuncio preciso, riferirsi al sito della società, leggere i loro progetti, guardare su linkedin.com chi ci lavora e consultare glassdoor.com per informazioni sui salari e sul processo di selezione.
Non consiglio certo di mentire o di considerare di inviare curriculum per posizioni per le quali il candidato sa di non essere adeguato. Il sito viewsonyou.com (conosco il fondatore) consente a chiunque di valutare il livello di affinità tra un candidato e varie società. Come regola generale, non vale la pena fare richiesta per posizioni in cui l’affinità risulta al di sotto dell’80%.
Ho la fortuna di essere a contatto con il mondo imprenditoriale londinese. Vengo spesso contattato da start-up locali alla ricerca di stagisti e a volte di candidati a tempo indeterminato, per lo più nel marketing.
Il criterio fondamentale è sempre lo stesso: “è capace, è in gamba?”, mi chiedono. Questo implica che le aziende sono alla ricerca di persone con spirito di iniziativa e che, in un modo o nell’altro, siano in grado operare con supervisione minima e di produrre risultati di qualità – che sia un rapporto rilevante su uno studio di mercato, la capacità di reperire dati e di dare loro senso in modo utile per l’azienda, la capacità di comunicare in modo conciso e pertinente, che non si ferma al primo livello di difficoltà.
Tutto questo lo conferma anche Laszlo Bock, senior vice president di people operations di Google in un’intervista sul New York Times. Una domanda chiave nel processo di selezione è: “mi dia un esempio di una situazione dove ha risolto un problema difficile”.
Come può un neo laureato in marketing dimostrare di avere tutte queste qualità? Se non lo ha fatto durante la laurea, lo studente deve andare a cercare altre sfide, al di là di quelle accademiche.
Un candidato deve come minimo avere un profilo ben curato e senza errori di ortografia o di grammatica, in inglese e in italiano, su linkedin.com; deve avere il suo proprio sito (wix.com) che funge da portfolio, dove mostra non solo chi è, ma cosa sa fare. Può scegliere di includere delle sue pubblicazioni ad esempio infografiche (su visual.ly) e presentazioni powerpoint (slideshare.net), pubblicare interviste e podcast (su audioboo.fm). Dal momento che è interessato nel campo del marketing, una buona idea è quella di creare un curriculum creativo (qui trovate alcuni esempi). Inoltre, si può creare un evento e invitare colleghi a parlare di temi di marketing (con meetup.com). Infine, chi cerca lavoro nel marketing si deve dimostrare attivo su forum pertinenti, facendo interventi precisi e che danno valore aggiunto.
Infine, deve incontrare gente: professori, ma anche imprenditori, ong, volontari…
Solo così potrà provare il suo spirito di iniziativa e dimostrare che è preparato a affrontare le sfide del marketing moderno.
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