Il D-day si avvicina e il Caimano si scalda. Era prevedibile. Stamattina Libero pubblica una intervista in cui il direttore Maurizio Belpietro conversa con Silvio Berlusconi. Sunto della chiaccherata alla vigilia del giudizio universale: nè domiciliari nè servizi sociali, se dovessero condannarmi andrò in carcere. Poi, qualche ora dopo, da copione, arriva la smentita da palazzo Grazioli: «il presidente Berlusconi non ha rilasciato alcuna intervista. Il direttore Belpietro ha liberamente interpretato il senso di un colloquio in cui sono state confermate l’assoluta infondatezza delle accuse rivolte al Presidente Berlusconi e la sua precisa volontà di continuare a offrire il suo contributo al popolo dei moderati…».
Berlusconi non è nuovo a queste retromarce, è un suo marchio di fabbrica. Lo fa per dissimulare, vedere che effetto che fa, saggiare il terreno, provocare e ripartire. Altre cose seguiranno da qui alle prossime 48 ore. Però questa volta ci siamo: martedì arriverà la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset. C’è chi dice che lo condanneranno, chi dice che ci sarà un rinvio e chi scommette sull’assoluzione grazie alla sapienza giuridica “scova cavilli” dell’avvocato Coppi. Staremo a vedere. Quel che si può già dire però è che il Cavaliere la sua partita si sta attrezzando per vincerla comunque: basta vedere il can can mediatico intorno ad ogni sua mossa di queste ore, basta vedere la subalternità con cui si muove il Pd che ha rinviato a dopo il 30 luglio qualsiasi decisione sulle regole congressuali, basta vedere la navigazione slow del governo Letta, appesa alle ubbie del capo del Pdl, per capire che a lucrare consensi sulla vicenda della sentenza, anzi della sentenze perchè a stretto giro arriverà anche quella sul Lodo Mondadori, sarà un’altra volta lui. Perchè potrà, alternativamente, fare sfoggio di moderatismo e testa sulle spalle, anteponendo il bene del paese (se gli converrà); passare da martire, se arrestato, chiamando il paese al voto contro i soprusi gudiziari; infine tenere a bagnomaria il governo, soggiogato ai suoi tempi e a suoi interessi. Non è un caso che i consensi al Pdl, in questi ultimi giorni, secondo molti istituti demoscopici, sono tornati a crescere…