Sarà un’estate di attesa per alcuni dei più importanti processi, soprattutto a livello mediatico, in corso in Italia. Da Milano a Palermo sono molti i procedimenti giudiziari aperti o in attesa di aprirsi davanti ai giudici dei tribunali, fra primo grado e sentenze definitive.
Finmeccanica
A fine luglio terranno banco due udienze: la prima è prevista per il 29 luglio e riguarda il filone del processo di primo grado nei confronti di Giuseppe Orsi, ex-ad e presidente Finmeccanica in corso a Busto Arsizio sulle presunte tangenti indiane nella fornitura degli elicotteri. Sarà un’altra udienza tecnica e il processo entrerà nel vivo da settembre. Sempre riguardo il filone Finmeccanica, il 29 ottobre a Napoli si riuniranno invece i tronconi del processo riguardante gli appalti sicurezza del gruppo di Piazza Montegrappa: ad aggiungersi ai 21 accusati di aver pilotato gare d’appalto, tra cui il prefetto Oscar Fioriolli e alcuni importanti manager del gruppo Finmeccanica, come Francesco Subbioni, ex amministratore delegato di Electron Italia, Guido Nasta, consigliere di Elsag Datamat, e Luigi De Simone, responsabile per la Campania di Elsag Datamat. Sono invece stati inviati al Tribunale di Roma per competenza territoriale gli atti relativi ai prefetti Giovanna Iurato e Nicola Izzo, indagati per turbativa d’asta nell’ambito della stessa inchiesta.
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Berlusconi: Mediaset & De Gregorio
La seconda data “calda” è il 30 luglio prossimo, quando in testa alla giornata giudiziaria ci sarà l’approdo in Cassazione, quindi ultimo grado di giudizio, per il processo “Mediaset”, a carico di Silvio Berlusconi, condannato in secondo grado a quattro anni di reclusione e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Altro grattacapo per l’ex Presidente del Consiglio è il processo a Napoli sulla presunta compravendita dei senatori per far cadere il governo Prodi: con lui, a giudizio per corruzione, ci sono l’ex senatore Sergio De Gregorio, il quale ha raccontato della presunta “stecca” da tre milioni di euro che avrebbe ricevuto tramite l’altro imputato, l’ex direttore de L’Avanti! Valter Lavitola. Fronte aperto per Berlusconi, sempre insieme a Valter Lavitola, rimane anche l’inchiesta di Bari sul cosiddetto caso “escort” e Gianpaolo Tarantini. Le indagini sono chiuse e, se le difese non presenteranno richiesta di effettuare nuovi interrogatori, si andrà verso la richiesta di rinvio a giudizio.
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“Trattativa Stato-mafia”
A settembre riprenderà anche il processo di primo grado sulla cosiddetta “trattativa” tra Stato e mafia che si sta celebrando a Palermo, e che potrebbe aver subito un contraccolpo non da poco dopo l’assoluzione del generale Mario Mori nell’ambito delle accuse sulla mancata cattura di Bernardo Provenzano a Mezzojuso nel 1995. A giudizio si trovano boss come Bernardo Provenzano, Giovanni Brusca e Leoluca Bagarella, alla sbarra con alti ufficiali dell’Arma ed ex ministri come Nicola Mancino. Previsto per settembre anche il seguito del processo “Borsellino-quater”, quarto processo sulla strage di via d’Amelio, a ventuno anni dai fatti del 19 luglio 1992.
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Lombardia, Formigoni e Zambetti
Dopo l’estate, i giudici hanno fissato per il 30 settembre l’udienza per Roberto Formigoni, ex presidente di Regione Lombardia, ora senatore, e tutti gli indagati nell’ambito dell’affaire Maugeri. Sul banco degli imputati con il “Celeste” ci sono altre undici persone che rispondono delle accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, truffa, falso e riciclaggio. Rimanendo sempre tra le beghe della passata legislatura di Regione Lombardia arriverà invece in autunno il via al processo in cui è coinvolto l’ex assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti per voto di scambio a Milano e in regione e accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: in aula si sarebbe potuti andare già a giugno, ma un errore nella formulazione dei capi d’accusa ha azzerato il processo, facendo tornare tutti gli atti in procura. La ripresa dell’iter giudiziario in aula è previsto quindi per ottobre.
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Indagini in corso, da Belsito a Palenzona
Se a settembre sarà ripresa di molti processi, altre ancora sono le inchieste ancora in corso: l’autunno vedrà probabilmente la chiusura di alcune indagini con la formulazione delle richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione, a seconda dei casi.
- C’è attesa di nuovo sulla politica, per capire come si risolverà l’inchiesta a carico dell’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito per chiarire come sono stati utilizzati i fondi del partito, e soprattutto i rapporti tra lo stesso Belsito e gli esponenti della ‘ndrangheta. Un’indagine che si muove tra Milano e Reggio Calabria, tra perquisizioni e rogatorie all’estero.
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- Nel frattempo si aspetta anche la decisione del Gip Alfonsa Ferraro sulla richiesta di interdizione del pm De Pasquale riguardo gli affari dell’Eni in Kazakistan per una storia di presunte tangenti per lo sfruttamento del giacimento del Kashagan: la richiesta del pm, come riporta Il Giornale, è arrivata sul tavolo del Gip quattordici mesi fa, ma ad oggi Ferraro non ha preso alcuna decisione.
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- Allo stesso modo a Lodi, dove è ancora aperta una tranche dell’inchiesta sulla scalata Antonveneta-Banca Popolare di Lodi, dovrebbe arrivare la richiesta di archiviazione o il rinvio a giudizio per il vice presidente di Unicredit Fabrizio Palenzona, indagato per ricettazione, e il cui fascicolo ha peregrinato otto anni presso tre procure diverse.
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Istituto opere di religione
Ancora tutta “da giocare” la partita dello Ior, la banca vaticana, al centro di più filoni d’inchiesta, su cui si ritrova a indagare anche la procura guidata da uno dei papabili alla guida della Direziona Nazionale Antimafia. La procura di Salerno, di cui è capo Franco Roberti, da più fonti indicato come indiziato numero uno per la successione di Pietro Grasso, sta infatti guardando ai 560mila euro in contanti che sarebbero stati prelevati dal conto dello Ior e trasformati poi in assegni circolari attraverso finte donazioni. Questa è solo una costola della più ampia indagine che ha visto come protagonista monsignor Nunzio Scarano, indagato a Roma per corruzione dell’agente dei servizi segreti Giovanni Zito in relazione alla vicenda del tentato rimpatrio dalla Svizzera di 20 milioni di euro. Venti milioni di euro che secondo gli inquirenti sarebbero nella disponibilità degli armatori D’Amico.
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Strage di Viareggio
A novembre invece sarà il turno del processo sulla strage di Viareggio, che causò 33 vittime. Tra gli imputati c’è anche l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti. Fra i reati contestati ai 33 imputati compaiono il disastro ferroviario colposo, l’incendio colposo, l’omicidio colposo plurimo e le lesioni colpose plurime. Ad alcuni imputati sono contestate anche violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
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Ligresti: Fonsai
Non è escluso anche che prima di fine anno possa arrivare a giudizio anche la famiglia Ligresti, a cui vengono contestati i reati di «falso in bilancio aggravato e di manipolazione di mercato» dalla procura di Torino, in un fascicolo riguardante «l’occultamento al mercato di un “buco” nella riserva sinistri di circa 600 milioni di euro». Secono le stime degli inquirenti i risparmiatori danneggiati dalla vicenda Fonsai potrebbero essere circa 12mila.
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