Startup donna sul Web, Medio Oriente batte Occidente

Lo riporta “The Economist”

Solo il 10% delle imprenditrici di Internet nel mondo è donna. Tranne ad Amman e nelle altre città del Medio Oriente, a quanto pare. Qui, la media delle imprese tecnologiche guidate da donne è del 35 per cento. Lo riporta The Economist, che cita i dati delle presenze di “Mix‘n’Mentor”, un summit tra startupper organizzato dalla rivista online Wamda, che si è tenuto di recente nella capitale della Giordania. 

Nonostante più della metà dei laureati nelle università del Medio Oriente sia donna (il 51% in Giordania), la forza lavoro è composta soprattutto da uomini. Ma non nel mondo della Rete, che si rivela un nuovo spazio più meritocratico e meno maschilista. Soprattutto perché la tecnologia permette alle donne di lavorare da casa, e questo nel mondo arabo aiuta. 

«A volte è difficile essere presa sul serio», dice una delle partecipanti al meeting. «Difficile provare a dire a un dipendente uomo che ha commesso un errore», aggiunge un’altra. «Mia madre si lamenta perché io lavoro. Mi chiede: “Perché fai questo a te stessa? Quando ti sposi?». 

Certo, molte di queste aziende si occupano di tematiche etichettate come femminili: organizzazione dei matrimoni, consigli per i genitori, ricette di cucina. Ma ce ne sono anche altre, e molto spesso le capacità manageriali delle donne si rivelano maggiori di quelle degli uomini. «Come donna, devi combattere per ogni cosa qui, e questa è una grande preparazione per diventare un’imprenditrice», dice Sarah Abu Alia, fondatrice di ArtMedium, sito di organizzazione concerti che offre anche un canale video in cui viene proposta musica araba alternativa. 

Le startup femminili nel Medio Oriente maschilista intanto continuano a crescere. «Le donne ben istruite in Arabia Saudita vogliono lavorare, ma spesso le loro famiglie si oppongono», dice un imprenditrice che ha partecipato al summit. «Creare una startup di Internet da casa è il compromesso perfetto». 

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