Cambia nuovamente tutto per il Wi-fi in Italia. Con una modifica nella serata di lunedì 22 luglio sono caduti gli emendamenti al decreto del Fare che avevano introdotto obblighi per esercenti, negozi e ristoranti che offrono la connessione a Internet senza fili al pubblico.
Il 19 luglio, come riportato da Linkiesta, un emendamento all’articolo 10 del decreto del Fare aveva imposto ai gestori di esercizi commerciali obblighi stringenti di tracciabilità degli utenti. Come denunciato da Stefano Quintarelli, parlamentare di Scelta Civica ed esperto di internet, i controlli avrebbero implicato, ad esempio, l’installazione di server dedicati, con spese alte e competenze richieste fuori portata di un barista, un ristoratore o un libraio.
On Boccia (relatore Fare) preannuncia nuovo emendamento pro liberalizzazione Wifi. Bene. Governo e maggioranza ascoltano. Attendiamo testo
— Stefano Quintarelli (@quinta) July 22, 2013
I riferimenti al wi-fi nel decreto Fare sono stati eliminati nella serata di lunedì 22 da un intervento del presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia. Secondo la nuova versione dell’articolo «l’offerta di accesso alla rete Internet al pubblico tramite rete wi-fi non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori». Scrive Quintarelli sul suo Tumblr: «Sono molto contento che il relatore, On. Boccia, abbia accolto le nostre esortazioni ed abbia provveduto a formulare un emendamento di reale apertura».
Salta anche la distinzione diretta tra chi offre l’accesso come attività commerciale prevalente, gli operatori di telecomunicazioni, e chi lo fa dall’interno del suo ristorante, bar o pizzeria. Come ha spiegato Quintarelli a Wired.it, «gli operatori devono comunque fare riferimento alla normativa che li obbliga a identificare gli utenti». Con questo emendamento, aggiunge il deputato, «decade finalmente l’obbligo di rivolgersi a installatori certificati per allacciare la rete»; si rischiavano multe da 30mila a 150mila euro.
Quintarelli precisa che il tema della sicurezza e della responsabilità, sia per chi offre la connessione sia per chi utilizza le reti, rimane e che con un intervento del genere si liberano semplicemente gli esercenti da una serie di interventi tecnici complicati e onerosi. Resta quindi consigliabile, per gli esercenti, tenere traccia di chi utilizza gli hot spot Wi-fi, anche se ciò non è obbligatorio. Risulterebbe utile per discriminarsi, nei confronti di indagini di polizia, qualora qualche utente utilizzi la nostra connessione per commettere reati.
Questa la nuova versione dell’articolo 10 del decreto del Fare:
«L’offerta di accesso alla rete internet al pubblico tramite rete WIFI non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori. Quando l’offerta di accesso non costituisce l’attività commerciale prevalente del gestore del servizio, non trovano applicazione l’articolo 25 del codice delle comunicazioni elettroniche di cui al decreto legislativo 1° gennaio 2003, n.259 e successive modificazioni, e l’articolo 7 del decreto-legge 27 luglio2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, e successive modificazioni».