L’Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) ha presentato il 16 luglio i risultati della prima valutazione della qualità del sistema italiano della ricerca e della formazione universitaria.
Sono state sottoposte a valutazione 95 Università, 12 enti pubblici e 26 Enti “volontari” (9 Enti di ricerca privati e 17 Consorzi interuniversitari) con riferimento a 14 aree scientifiche e alla produzione scientifica dei sette anni compresi fra il 2004 e il 2010.
Nella graduatoria delle discipline (Tabella 1), la chimica è prima con un voto medio pari a 0,79 (la scala dei voti va da 0 a 1), seguita dalla fisica (0,78) e dall`ingegneria industriale e dell’informazione (0,72).
La più alta percentuale di studi eccellenti in Italia è condotta e pubblicata dai fisici con il 67,08%, seguiti dai chimici con il 56,88 per cento.
Meno del 9% degli studi italiani di sociologia, politica e ingegneria civile può essere considerato eccellente a livello internazionale. Tre lavori su 10 dei medici e 4 dei biologi sono fra quelli eccellenti.
Fra le grandi Università (sono 32) a eccellere è quella di Padova che arriva prima in 7 aree scientifiche fra le 14 prese in considerazione, seguita da Milano Bicocca e Verona. Chiudono la graduatoria Catania, Palermo e Messina.
Fra i grandi Enti pubblici di ricerca, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv, +22,24%) e Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn, +19,77%) registrano un netto miglioramento.
Arretrano invece l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf, -4,78%) e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr, -16,81%) che fa registrare voti medi superiori rispetto alla media di area solo nel settore dell`ingegneria industriale e delle tecnologie dell’informazione.
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La valutazione, in breve, serve a tutti. Serve alle imprese che possono comprendere su quali centri di ricerca investire; serve agli studenti e ai genitori che possono scegliere meglio dove mandare a studiare i propri figli perché non può esistere istruzione avanzata senza ricerca di alto livello.
Adesso per i genitori è sufficiente andare online sul sito dell’Anvur e capire subito dove si fa ricerca di alto livello nella materia che interessa a loro figlia.
Ad esempio, vi interessa la chimica? Allora considerate Roma Tor Vergata, Firenze, Bologna e Cosenza.
La valutazione serve a chi dirige le Università e gli Enti di ricerca. Tanto più a quelli valutati negativamente che possono utilizzare i dati per rinnovare i processi di reclutamento e promozione del personale semplicemente dando un’occhiata a una tabella come quella che spiega con un solo numero — area per area — se il personale promosso o neoassunto sia sopra o sotto la media italiana.
La valutazione serve ai politici e ai dirigenti ministeriali per capire su quali strutture investire. Ovvero, per comprendere rapidamente in quali linee di ricerca si è ancora competitivi, e quali invece concludere per evitare di disperdere ulteriori risorse.
Infine, la valutazione serve ai ricercatori che comprendono meglio l’impatto del proprio lavoro, capendo dove migliorare.
Intervistato da Lo Stato nel luglio del ‘98, Federico Zeri fu al solito lapidario:
L’Università italiana? È un’associazione a delinquere. Come la mafia. Ma a differenza della mafia, non funziona. In tutto il mondo, salvo che in due o tre Paesi, il professore è a contratto. Vince il posto, firma un contratto con lo Stato, che dura tre o quattro anni, e alla fine può essere rinnovato su scrutinio della facoltà e degli studenti.
Questo impedisce che i professori impartiscano una sola lezione l’anno; che tutto sia in mano agli assistenti; che donnette molto disponibili vadano in cattedra.
In Italia, una volta che il professore viene nominato, resta tale vita natural durante. È inevitabile che una istituzione del genere si corrompa. Ci deve essere il diritto degli allievi e delle facoltà di dare un parere sull’operato del professore.
Perché le università tedesche o americane vanno particolarmente bene?
Perché c’è un continuo ricambio e i docenti sono a contratto. Qui il professore sembra un semidio.
Zeri, laureato in chimica e in agraria, è stato uno dei maggiori storici dell’arte di ogni tempo. La sua opinione dei colleghi universitari italiani non gli impedirà di lasciare proprio a un’Università italiana (Bologna) il suo patrimonio di fotografie, i suoi manoscritti, e la sua splendida villa di Roma.
A disposizione di tutti, e in primo luogo degli studenti e dei ricercatori italiani. Dono di un grande professore italiano che invocava la valutazione periodica per tutti: docenti, ricercatori e strutture.
Guarda il video dell’Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca
*Chimico, ricercatore al Cnr e docente di nuove tecnologie dell’energia al Polo Fotovoltaico della Sicilia, Mario Pagliaro guida un Gruppo di ricerca i cui risultati sono riflessi in 90 pubblicazioni scientifiche e in 16 libri