Nel pieno del caos politico seguito alla sentenza della Cassazione che ha condannato, in via definitiva, Silvio Berlusconi a quattro anni per frode fiscale al termine del processo cosiddetto “Mediaset”, si discute delle modalità con cui il Cav. sconterà la pena. Nella mattinata del 2 agosto scorso l’ufficio esecuzione della Procura milanese, coordinato dal procuratore aggiunto Ferdinando Pomarici, preso atto del verdetto della Suprema Corte, ha fatto notificare a Palazzo Grazioli dai carabinieri a Berlusconi l’ordine di esecuzione di carcerazione accompagnato da una contestuale sospensione del provvedimento. Per effetto dell’indulto Berlusconi dovrà scontare un anno agli arresti.
Tutto rimarrà congelato fino al 16 settembre prossimo, dopodiché l’ex presidente del Consiglio avrà trenta giorni di tempo per decidere le due strade possibili: l’affidamento in prova ai servizi sociali, oppure la richiesta di scontare la pena agli arresti domiciliari. Se i legali di Berlusconi non comunicheranno alcuna decisione alla Procura partirà l’ordine di carcerazione da parte del Tribunale di sorveglianza con un secondo ordine di sospensione dell’esecuzione, che porterà perciò Berlusconi a trascorrere l’anno di detenzione agli arresti domiciliari.
Questa potrebbe però non essere l’unica preoccupazione per Berlusconi, legali e sodali: tra settembre e ottobre è infatti previsto il deposito delle sentenze dei procedimenti “Ruby” e “Ruby-bis” (in cui sono stati condannati Fede, Minetti e Mora), da cui scaturirà sicuramente un “Ruby-ter”, vista la trasmissione di ulteriori atti dal tribunale alla Procura per le posizioni di alcuni testimoni e riguardanti lo stesso Silvio Berlusconi.
È probabile che nell’ambito di un possibile “Ruby-Ter” all’ex presidente del Consiglio vengano contestati, oltre all’eventuale ipotesi di reato di falsa testimonianza, il reato di corruzione in atti giudiziari, per i 2.500 euro al mese versati da Berlusconi alle “olgettine” che hanno testimoniato durante i processi, anche loro a rischio arresto. In aula, a parte le cosidette pentite del bunga-bunga, tutte hanno raccontato di cene eleganti e normali. Un’accusa, quella di corruzione in atti giudiziari, che se contestata potrebbe far scattare per lo stesso Berlusconi un’ordinanza di custodia cautelare, quindi un nuovo fermo da parte delle autorità giudiziarie, ancora più concreto di quello che andrà in esecuzione dopo il periodo estivo per la sentenza “Mediaset”.
Silvio Berlusconi, che dopo l’ordine di carcerazione in esecuzione della pena del processo “Mediaset” vedrà decadere la sua carica di parlamentare della Repubblica (per l’interdizione ai pubblici uffici derivata dallo stesso processo la pena dovrà essere riconteggiata dalla Corte d’Appello di Milano tra uno e tre anni), non potrà infatti godere dell’immunità, e la probabile accusa nei confronti di Berlusconi nel prossimo “Ruby-ter”, dicono i ben informati «potrebbe essere anche più provata dell’accusa del processo principale», in cui l’ex presidente del Consiglio è stato condannato in primo grado per concussione e prostituzione minorile.
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