Capitale: Berlino
Forma di governo: Repubblica federale parlamentare
Presidente: Joachim Gauck
Cancelliere: Angela Merkel (CDU)
Area: 357.123,5 km2
Popolazione: 81,1 milioni (15°)
Densità della popolazione: 228 ab/km2
Lingua: tedesco, danese, sorabo
Religione: Protestante 34%, Cattolica 34%
Pil: $3.197 miliardi (2012)
Pil pro capite: $39.028 (2012)
Crescita del Pil: 0,7% (2012), 3% (2011), 4,2% (2010)
Debito pubblico: 45,8% del Pil (2012)
Moneta: euro
PRO: Descritta nel 1999 come “l’uomo malato d’Europa”, oggi la Germania è l’economia più forte e il paese più potente d’Europa. Da sola produce un quinto dell’output dell’Unione europea e un quarto delle esportazioni totali. Dalla Vollkswagen alla Sap, le grandi imprese tedesche sono rinomate in tutto il mondo. Molte delle piccole e medie imprese (pmi) tedesche sono campioni mondiali in nicchie di mercato, come le talpe meccaniche (frese meccaniche a piena sezione).
Le pmi tedesche, insieme a giganti dell’industria come Siemens, Bosch e Bmw, hanno reso la Germania una potenza mondiale dell’industria manifatturiera e delle esportazioni. La manifattura tedesca, come percentuale del Pil, è la più grande tra quelle dei paesi sviluppate. L’export, in particolare verso le economie emergenti, è il più forte. Alle esportazioni è dovuta metà della crescita dell’economia della Germania degli ultimi dieci anni. Il suo surplus commerciale, pari a 188 miliardi di euro, o al 7 per cento del Pil, è il più grande del mondo in valore assoluto, uno dei maggiori in termini relativi e non accenna a smettere di crescere.
La Germania è il paese dei record in termini di occupazione. Il paese, che solo dieci anni fa aveva un livello di disoccupazione tra i più alti del mondo occidentale, ha oggi un tasso di disoccupazione del 5,5 per cento, uno dei più bassi d’Europa. Il tasso di disoccupazione giovanile tedesco, inferiore all’8 per cento, è metà di quello americano e un terzo della media europea.
Questo risultato può essere spiegato facendo riferimento a due caratteristiche del sistema tedesco. La capacità di creare posti di lavoro del modello Mittelstand, le piccole e medie imprese tedesche. E il sistema di formazione professionale duale, che unendo lo studio in classe al lavoro in azienda, permette di far fronte sia alla disoccupazione giovanile sia alla penuria di manodopera qualificata. A ciò bisogna aggiungere la riforma del lavoro del 2003, nota come “Agenda 2010”, che ha liberalizzato il mercato del lavoro, e il modello del Mitbestimmung, una forma di governance che assicura ai sindacati un posto nei Cda delle aziende, che incoraggia il controllo dei salari.
Infine, la carenza di lavoratori è uno dei principali problemi che la Germania dovrà affrontare nei prossimi anni, ma è anche un vantaggio dal punto di vista di un lavoratore in cerca d’impiego. Con la seconda popolazione più vecchia del mondo (dopo il Giappone) e uno dei tassi di natalità più bassi d’Europa, la Germania sta per affrontare un’implosione demografica. Ci si aspetta che il numero dei suoi lavoratori diminuirà di 6,5 milioni entro il 2025. Nei prossimi 10 anni, il settore pubblico dovrà rimpiazzare 1 milione di lavoratori, un quarto del totale. E non ci saranno abbastanza giovani per far fronte alla crescente domanda di manodopera delle imprese tedesche.
Quali sono i settori dove c’è maggiore urgenza di lavoratori? Il vice direttore dell’Associazione di Camere di Commercio e Industria tedesche, Achim Dercks, ha risposto sulle pagine de Linkiesta, che «si cerca personale specializzato per la sanità e in particolare per la cura degli anziani, tecnici, ingegneri, metalmeccanici, disegnatori tecnici. Ci sono poi altri impieghi più vari legati alle costruzioni come installatori di sanitari, tecnici del riscaldamento ma anche camionisti. In fine c’è grande bisogno di personale per la ristorazione e il turismo.»
Due sono le possibilità per far fronte alla mancanza di lavoratori. La prima è convincere la forza lavoro esistente a lavorare di più: gli anziani ad andare in pensione più tardi, le donne a lavorare di più in impieghi retribuiti e fare un uso migliore della forza lavoro non qualificata. La seconda via è attrarre forza lavoro dall’estero, gli immigrati.
L’attitudine delle istituzioni tedesche verso l’immigrazione sta lentamente cambiando. Il governo Schröderha aperto la strada a questo processo nei primi anni del 2000, cambiando le regole di cittadinanza e introducendo incentivi per attrarre ingeneri stranieri ed esperti di It. Nel 2012 il governo Merkelè stato uno dei primi in Europa ad adottare il sistema delle “blue card”,per attrarre lavoratori qualificati anche non europei. Sempre nel 2012, il governo ha fatto approvare una legge che permette il riconoscimento di qualifiche tecniche ottenute all’estero. Il ministero dell’economia ha lanciato un sito Internet “Fallo in Germania”, che offre consigli su come cercare un lavoro.
Questa “cultura dell’accoglienza” sta funzionando. Nel 2012 più di un milione di persone si è trasferito in Germania e l’immigrazione netta è stata pari a 370.000, il più alto livello degli ultimi vent’anni. La maggior parte degli immigrati arriva da un paese dell’Unione europea, in particolare da Polonia, Romania e Bulgaria. Ma anche il numero dei migranti provenienti dai paesi dell’Europa meridionale sta aumentando progressivamente. Secondo i dati ufficiali, lo scorso anni il numero di cittadini proveniente da un paese dell’area euro in crisi è stato di oltre 130.000, registrando un aumento del 40 per cento rispetto all’anno precedente.
CONTRO: Negli ultimi vent’anni, i governanti tedeschi hanno sostenuto a più riprese che la Germania «non è un Paese di immigrazione» o che «la nave è piena». La mancanza di lavoratori negli ultimi anni ha cambiato le carte in tavola. Sebbene la Germania stia dimostrando la volontà di attrarre lavoratori, c’è ancora molto da fare per migliorare la «cultura dell’accoglienza». Se a Monaco l’ufficio immigrati offre servizi e consulenze anche in lingua inglese, a Norimberga e in altre città della Germania si nega l’utilizzo di un’altra lingua che non sia il tedesco.
Il problema è che le vecchie rigidità sono difficili da eliminare. Benché il governo federale riconosca le qualificazioni tecniche ottenute all’estero, solo cinque Stati tedeschi applicano questa legge. Il sistema dell’apprendistato, di fatto, chiude il mercato del lavoro ai lavoratori qualificati stranieri. Uno studio ha dimostrato che 3 milioni di immigrati in Germania ha un lavoro ben al di sotto delle proprie qualifiche tecniche. E la lingua continua a costituire una forte barriera.
Il risultato è che le aziende tedesche ricevono pochi curriculum dai paesi dell’Europa meridionale. È ciò che afferma uno studio realizzato dall’Istituto di Ricerca economica Ifo in collaborazione con l’Agenzia di lavoro interinale Randastad. Tra le circa mille aziende intervistate, solo il 14% ha detto di aver ricevuto candidature dall’Italia, pari alle richieste ricevute dal Portogallo. Il 21% le ha ricevute dalla Spagna, il 15% dalla Grecia.
Le principali barriere sono costituite dal clima e dalla lingua. Questa è la posizione di Achim Dercks, che sulle pagine de Linkiesta ha affermato «[se fossi un giovane italiano disoccupato e] se mi interessassi già per la Germania mi chiederei se ho davvero voglia di andare a vivere in un Paese freddo e poco soleggiato (è uno dei principali ostacoli secondo i nostri studi). Mi domanderei inoltre se ho voglia di imparare il tedesco con impegno. Se entrambe le risposte fossero positive, ci sarebbero le basi per emigrare».
Un altro problema è che gli standard di vita dei tedeschi sono stagnanti. La riforma del lavoro del 2003 ha sì risolto il problema della disoccupazione, ma lo ha fatto creando lavori a tempo determinato e a basso salario. Il risultato è che il 20 per cento dei tedeschi è ora occupato in un lavoro a “basso reddito”, circa lo stesso livello della Gran Bretagna, poco meno degli Stati Uniti e circa il doppio della Francia. A ciò va aggiunto il fatto che, per impedire la migrazione verso i paesi dell’Europa orientale di molte imprese tedesche, le sigle sindacali hanno acconsentito a limitare gli aumenti salariali. Il risultato è che dal 2001 al 2010, i salari tedeschi sono cresciuti solo, in termini nominali, in media del 1,1 per cento, lasciandoli sostanzialmente invariati in termini reali. Il costo del lavoro tedesco è quindi fortemente diminuito rispetto a quello di altri paesi europei.
Infine, mentre la Germania è un paese ricco, le famiglie tedesche non lo sono. Questo è il “discusso” risultato di uno studio della Banca centrale europea, secondo cui la mediana della ricchezza media di una famiglia tedesca è di 51.400 euro, molto inferiore a quella di una tipica famiglia italiana, spagnola ma anche greca. Questo dato ha creato molto scalpore nell’opinione pubblica tedesca ed europea. Le spiegazioni sono state molte. Le famiglie tedesche sono tipicamente più piccole, la Germania dell’est è uscita da soli vent’anni da un regime socialista, il dato non include le pensioni attese e soprattutto poche famiglie tedesche hanno una casa di proprietà. A prescindere dalle critiche di metodo e dalle implicazioni politiche, ciò che questo risultato fa emergere è che la ricchezza del paese è distribuita in modo fortemente iniquo.
Più della metà dei tedeschi vive in una casa in affitto. Al contrario di molti altri appartamenti europei, le case in Germania sono di norma non ammobiliate. Può essere difficile trovare un alloggio in affitto ad un buon prezzo, soprattutto nei centri urbani. Gli affitti sono molto alti nelle grandi città come Monaco, Cologne, Stuttgart, Amburgo e Düsseldorf; sono di gran lunga meno cari nelle piccole città e nelle campagne, ma anche a Berlino e nella Germania orientale.
Va ricordato che in Germania sono a carico dell’affittuario tutte le utenze (acqua, elettricità, riscaldamento, etc.), che di solito ammontano a circa il 25 per cento dell’affitto mensile. In genere, l’affitto va pagato un mese in anticipo. Inoltre, tipicamente il locatore richiede il versamento di una caparra che ammonta a due o tre mensilità. La caparra serve ad assicurare l’appartamento da eventuali danni causati dall’affittuario; se il proprietario dell’appartamento è soddisfatto delle condizioni dell’abitazione, alla fine del contratto la caparra è ridata all’affittuario. Il contratto di affitto specifica altri dettagli del rapporto di locazione, come l’onere delle riparazioni di ordinaria amministrazione e i termini di notifica per recedere dal contratto. In tutte le grandi città tedesche ci sono delle associazioni di locatari, a cui è possibile rivolgersi in caso di eventuali dubbi.
Per chi arriva in Germania solo ed è disposto a condividere l’appartamento con altre persone, gli appartamenti in condivisione (Wohngemeinschaften) possono risultare un ottima alternativa. In molte città universitarie tedesche sono presenti apposite agenzie immobiliari (Mitwohnzentrale) specializzate a trovare appartamenti in affitto e in condivisione per periodi di tempo limitati.
È possibile trovare annunci di case in vendita, in affitto e in condivisione nella maggior arte dei quotidiani locali, in apposite inserzioni dei principali quotidiani nazionale e soprattutto su Internet, vedi per esempio il sito dell’agenzia immobiliare www.caseaberlino.com (disponibile anche nella versione italiana).
La Germania, con i suoi 81,8 milioni di abitanti, è la quarta economia e base industriale più grande del mondo. Più del 90 per cento delle società tedesche sono piccole e medie imprese, creano due terzi dei posti di lavoro e generano metà dell’output economico del paese. La Germana è seconda solo agli Stati Uniti in termini di commercio estero e la maggior parte delle esportazioni tedesche è diretta verso paesi europei.
Secondo l’Istituto Federale di Statistica, nel 2012 il Pil tedesco è cresciuto solo dello 0,7 per cento, mentre nel 2011 era cresciuto del 3 per cento. L’economia tedesca si è addirittura contratta nel quarto trimestre del 2012. Questa crescita zoppicante è il riflesso della recessione economica che sta colpendo parte dell’eurozona a seguito della crisi dei debiti sovrani di alcuni paesi europei. Tuttavia, si prevede che, nel corso del 2013, l’economia tedesca ricomincerà a crescere a tassi più elevati.
La Germania ha un livello di disoccupazione tra i più bassi d’Europa. Nel 2012, il tasso di disoccupazione tedesco è stato di 5,5 per cento, minore di quello del 2011 (5,9%) e quasi la metà della media dei tassi dei paesi dell’Unione europea nel 2012 (10,5%).
Il numero di persone che hanno un’occupazione retribuita, tenendo conto degli aggiustamenti stagionali, è aumentato di 22.000 nel dicembre 2012; preceduto dagli aumenti di 21.000 di novembre e di 4.000 di ottobre.
Analizzando il mercato a livello dei singoli settori industriali, emerge che l’aumento dei posti di lavoro ha coinvolto quasi tutti i settori dell’industria tedesca. La maggiore crescita è stata rilevata nel settore dei servizi che ha visto un aumento di 166.000 (5,3%) posti di lavoro. Seguono la creazione di 72.000 (1,1%) nuovi posti di lavoro nell’industria manifatturiera e di 59.000 (1,6%) nella sanità e nei servizi sociali. La maggiore battuta d’arresto è stata rilevata nei servizi di impiego temporaneo, dove 71.000 (8,4%) posti di lavoro sono andati persi.
LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO
In Germania, Paese membro dell’Unione europea, si applica il principio fondamentale di libera circolazione dei lavoratori sancito nell’articolo 45del trattato sul funzionamento dell’Ue e ulteriormente precisato dal diritto derivato e dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea. I cittadini dei Paesi membri dell’Ue godono del diritto di cercare lavoro in un altro Paese dell’Ue, lavorarvici senza bisogno di un permesso di lavoro, viverci, godere della parità di trattamento rispetto ai cittadini nazionali per quanto riguarda l’accesso al lavoro, le condizioni di lavoro, nonché qualsiasi altro beneficio sociale e fiscale.
I cittadini di Paesi membri dell’Ue possono anche chiedere il trasferimento di alcuni tipi di copertura sanitaria e previdenzialeverso il Paese in cui si trasferiscono.
LINK UTILI PER TROVARE LAVORO
1. EURES – Il portale europeo della mobilità professionale
Tutte le informazioni e i dati ufficiali su mercato del lavoro, condizioni di vita e di lavoro e legislazione europea sulla mobilità europea.
2. AGENZIA FEDERALE PER IL LAVORO
Cercare un lavoro, informazioni sui benefici fiscali, contatti dettagliati. Il sito dell’Ufficio di collocamento federale fornisce tutte le informazioni relative al mercato del lavoro tedesco. Il sito permette inoltre di accedere a JOBBÖRSE, il più grande postale tedesco di annunci di lavoro online.
Un portale, creato in collaborazione dal Ministero e l’Agenzia federale del Lavoro, che promette un apprendistato in qualche azienda tedesca.
Un network per tutti i giovani europei. Eurodesk Germania offre informazioni ai giovani tedeschi su come andare a lavorare all’estero e ai giovani stranieri su come lavorare in Germania.
Il servizio di scambi internazionali in ambito accademico. Offre le informazioni e i link utili per studenti e ricercatori che aspirano ad un esperienza accademica in Germania.
L’Unione dei sindacati tedeschi presenta l’elenco delle principali unioni sindacali presenti in Germania.
ALTRI LINK UTILI PER VIVERE IN GERMANIA
Italiani in Germania
Blogs e gruppi di Facebook che raccolgono le esperienze di italiani che vivono in Germania.
www.italianiaberlino.it www.sanktoberholz.de Facebook DigItaly Berlin
Imparare il tedesco
In Germania o in Italia, il Goethe Institut è un centro culturale che offre corsi di tedesco e la possibilità di ottenere una certificazioni internazionale di lingua tedesca.
www.goethe.de
Meteo
Previsioni del tempo dettagliate per tutto il territorio tedesco.
www.wunderground.com
Norme doganali
Informazioni sulle norme doganali tedesche.
europa.eu
Biglietti e orari dei treni
Viaggiate comodamente in treno lungo tutta la Germania.
www.bahn.com
Che fare in caso di emergenza?
Il numero di emergenza da contattare in qualunque Paese Ue è il 112: è gratuito e può essere chiamato sia da telefono fisso che da cellulare.
Twitter: @SaraBanfi88