Il sistema bancario indiano va verso un anno di rinnovamento. A inizio luglio la banca centrale indiana, la Reserve Bank of India, alla chiusura del bando per la concessione di nuove licenze bancarie ha ricevuto 26 domande. L’istituto ha dichiarato che, al momento, non esiste un limite per quanto riguarda il numero di licenze da assegnare. Ogni richiesta verrà analizzata caso per caso e in base al piano presentato, con l’obiettivo finale di garantire maggiore inclusione finanziaria ai cittadini indiani; nei requisiti per le nuove licenze figura infatti la richiesta di aprire almeno il 25% delle filiali in zone sprovviste di istituti bancari.
La necessità del Paese di rivitalizzare il settore ha portato queste nuove concessioni dopo le ultime rilasciate nel 2003. Il settore bancario pur essendo abbastanza avanzato dalla parte dell’offerta, con prodotti e banche moderne, non riesce tuttavia a raggiungere almeno metà della popolazione. Uno studio del Credit Suisse del 2012 ha dimostrato che l’India sta trasformandosi da Paese rurale a Paese di industria e servizi, con un prodotto interno lordo cresciuto nelle zone rurali di 150 punti base in più di quello urbano.
Con queste nuove concessioni Delhi spera di poter allargare il credito e il mercato finanziario anche alle zone rurali, che erano già state interessate dalle attività di micro-credito e micro-finanza e dall’operato della banca indiana dell’agricoltura. A oggi in India vi sono 26 banche pubbliche, 22 private e 56 rurali. Fino al 1994, le banche indiane erano statali. Dopo alcune liberalizzazioni, tra cui l’ultima avvenuta dieci anni fa, sono nate nuove banche private, e tra loro solo sei offrono prodotti e servizi finanziari moderni come prodotti di leva finanziaria o derivati o fondi pensione.
Tra gli attuali soggetti richiedenti licenza figurano alcune imprese e grossi gruppi industriali nazionali tra cui Bajaj – noto per la produzione dell’omonimo motociclo, la Vespa indiana – e la Tata and Sons, l’agglomerato industriale più grande del Paese. Altri enti sono India Posts, Birla Nuvo e LIC India. Le ultime due sono parte rispettivamente di un conglomerato industriale e di una compagnia di assicurazioni.
I piani industriali non sono stati diffusi tranne che per il dipartimento postale, che conta di aprire 50 nuove filiali nel primo anno di attività qualora dovesse ricevere la licenza, per poi incrementare fino a 150 filiali entro i primi 5 anni.
Le nuove licenze sono differenti da quelle rilasciate negli anni precedenti per almeno tre motivi: il primo è che la banca centrale vuole rendere i servizi bancari accessibili anche in zone fino ad ora escluse come quelle rurali. II secondo motivo è la partecipazione di questi conglomerati industriali, di solito non coinvolti nel settore, che stanno sviluppando anche un’industria bancario-finanziaria e allargano il loro mercato domestico. Il terzo, tra le richiedenti odierne ci sono anche delle compagnie finanziarie locali, interessate al guadagno a breve termine con prestiti ad alto margine e rischio.
Tra le preoccupazioni maggiori della banca centrale vi è quella di lobbismo da parte dei grandi gruppi industriali come Tata o Birla Nuvo. Per ora le commissioni che decideranno quali soggetti hanno diritto alle licenze non sono state ancora nominate – ma sicuramente ci saranno tra i loro membri ex banchieri centrali – ma una volta appuntate, avranno il compito di autorizzare i promotori a iniziare le operazioni bancarie preliminari.
Tali operazioni consistono nel creare un capitale iniziale di 500 crore di rupie (64 milioni di euro). Inoltre ogni banca dovrà accantonare il 4 per cento di ogni deposito e investire il 23 per cento in buoni del tesoro indiani. Questa richiesta potrebbe limitare le possibilità finanziarie dei nuovi istituti bancari e, insieme al requisito delle filiali nelle zone rurali, potrebbe causare qualche difficoltà nel generare profitti da parte delle nuove banche.
Le nuove licenze verranno assegnate nel primo trimestre del 2014 e non si sa ancora quante saranno. Rispetto all’ultima campagna bancaria però si registra una controtendenza: nel 2003 su 100 domande pervenute solo due licenze vennero assegnate. Questa volta, con la pretesa di rinnovamento radicale del settore bancario indiano, se verranno assegnate meno di dieci licenze, le banche in India rimarranno un comparto inefficiente e paradossale: mentre almeno due terzi della popolazione usa un cellulare, più della metà non ha un conto corrente.