Snowden & Assange: le battaglie civili ora sono in rete

Generazione Internet e disobbedienza

Le rivelazioni esplosive di Edward Snowden, lo spione della Nsa, sull’ubiquo sistema di sorveglianza degli Stati Uniti hanno già tre mesi. Le scosse però continuano. La Russia gli ha garantito asilo temporaneo e la Casa Bianca è caduta nello sconcerto e nella rabbia.

L’informatica Nadia Heninger sostiene che trasmettere informazioni riservate via internet sta diventando ora «la disobbedienza civile del nostro tempo». Howard Zinn, storico e attivista (da poco mancato ha descritto la disobbedienza civile come «la violazione volontaria e consapevole di una legge per uno scopo sociale di estrema importanza». Lo sosteneva ricordando che un atto del genere diventa «non solo giustificabile ma necessario nel momento in cui è in gioco un diritto umano fondamentale e i percorsi interni alla legalità sono inadeguati per mettere in sicurezza questo diritto».

Quello di Snowden è stato chiaramente un atto di disobbedienza civile. John Lewis, deputato e storico leader di battaglie per i diritti civili ha di recente sottolineato come Snowden abbia «continuato la tradizione della disobbedienza civile rivelando dettagli su programmi di sorveglianza segreti degli Usa».

Snowden non è solo. Nelgi ultimi anni ci sono stati molti dissidenti che hanno rivelato la diffusione della corruzione e dell’abuso di potere in questo sistema globale. Prima di lui ci sono stati Bradley Manning e Jeremy Hammond…
 

Clicca qui per continuare (in inglese)
 

*Tratto da: Dissident Voice, pubblicato il 14 agosto 2013

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter