Del matrimonio di Belén si sa già tutto: si sa da tempo il luogo prescelto, si conosce il vestito (abito bianco visto e fotografato e pubblicato in tutto il mondo), si sa il menu della festa (un mix di pietanze argentino-napoletane, per quel che vuol dire), si sa anche la lista degli invitati e perfino chi, tra questi, ha detto che non verrà (nomi di peso, eh: Gerry Scotti, Maria de Filippi, Silvia Toffanin, Christian De Sica non ci saranno) e chi invece ci sarà di sicuro, cioè quel sottobosco televisivo che comincia da Teo Mammuccari, passa per Simona Ventura e arriva fino all’amicona Elisabetta Canalis. Si conosce da molto tempo la location, cioè Villa Giannone, a Comignago, (provincia di Novara) dove per motivi di sicurezza, forse un filo esagerati, si è deciso di bloccare il traffico dalle sette di venerdì alle due del sabato successivo, residenti esclusi.
Si sa il nome di chi si è occupato delle bomboniere, della musica, dell’organizzazione. Il parrucchiere, lo stylist, il dj. Ognuno di loro, citato in svariati articoli, riceve, grazie a Belén, un buon rinforzo pubblicitario. Tanto che, a scorrere queste liste infinite di nomi e brand, più che un matrimonio, sembra un catalogo. Ma perché lamentarsene? Sono i ritmi della vita da star. La gravidanza di Belén, hanno detto, è stata molto mediatizzata. Figurarsi se non lo sarebbe stato il matrimonio, evento pubblico par excellence. Lei senz’altro non se ne preoccupa e va per la sua strada: non si cura delle critiche di Ana Laura Ribas («questo matrimonio sarà un’unghia di quello di Valeria Marini, non ci andrà nessuno») così come se ne infischia del fatto che, di venerdì, non ci si deve proprio sposare e procede sicura (del resto, è anche il suo compleanno).
Del resto, pubblicità a parte, lei è così. Un pizzico ribelle, ma mai rivoluzionaria. Scappava di casa, ma tornava sempre. Anche negli anni in Italia, si è sempre mossa con grande libertà, ma dentro un canovaccio prefissato: i primi passi da modella, i calendari, le trasmissioni televisive, le serate all’Hollywood, il fidanzato calciatore (Marco Borriello), le copertine, Fabrizio Corona, i film, Montalbano, il cartone doppiato, il figlio Santiago. Brava e bella, piaceva a tutti. In poco tempo ha fatto carriera, diventando quasi un punto di riferimento, una garanzia.
Di sicuro, come ha ammesso lei stessa, ha fatto solo cose che le piacevano (e questo lo dicono tutti) ma alcune l’hanno imbarazzata. Nell’intervista, ha indicato la scaletta-con-piscina di Sarabanda come il momento più basso della sua carriera.
Belen Rodriguez Sarabanda di mxnkk
Belén appariva verso la fine della puntata, si spogliava e restava in costume. Poi, con mosse sexy, saliva la scaletta per arrivare a una pedana sospesa da cui, se il concorrente era bravo, si tuffava in piscina. Mentre saliva, una telecamera la seguiva, da dietro, riprendendo senza pudore ogni centimetro del suo sedere. Un orrore da tivù commerciale? Errore. Lo stesso format era già stato sperimentato, anni prima, nella paludata Rai. Al posto di Belén c’era Adriana Volpe: stessa scaletta, stessa piscina, stesse riprese. Solo, la telecamera era più distante. Un metro, un metro e mezzo: la differenza Rai/Mediaset è tutta qua. Solo grazie a Belén abbiamo potuto capirlo.
Insomma, la «donna mai succube delle idee degli sceneggiatori», come l’ha definita Lorella Zanardo, è sempre stata una showgirl disciplinata, ma che si sapeva prendere qualche libertà frizzante. Come a Sanremo, dove si è impossessata della scena esibendo il suo tatuaggio a forma di farfallina in zone assai riservate. Una piccola pazzia che le ha regalato la gloria, entrando in modo definitivo nell’immaginario e nella storia del Festival. (Lì, forse, ha spinto un po’ in là il metro di differenza tra Mediaset e Rai. Ma, si sa, Sanremo è Sanremo, no?).
Non stupisce, allora, che il suo matrimonio sia identico alla sua persona: disciplinato, secondo le convenzioni, ma con qualche lusso in più. I vip, i dj, le strade bloccate. Ribelle, ma non rivoluzionario. Se avesse voluto rovesciare il tavolo, avrebbe dovuto fare qualcos’altro, un passo in più: quel metro di distanza tra la ribellione e la rivoluzione, tra la tv di stato e la tv commerciale, tra il fotoromanzo e la favola vera. Sposarsi sì, ma in carcere, insieme a Fabrizio Corona, gli altri detenuti. Una sposa tra le sbarre insieme al suo grande amore maledetto, in un mondo dimenticato. E invece, ha scelto, da brava showgirl disciplinata, la realtà di un matrimonio standard, in cui si balla fino a tarda ora insieme a Simona Ventura ed Elisabetta Canalis. Roba buona, per carità. Ma scipita e senza fascino, proprio come il (futuro) marito. Andrà meglio la prossima volta?