L’inglese che si è trasferito da Singapore per progettare software a Bologna. L’ingegnere 27enne che vuole riempire le città e i locali pubblici di totem per la ricarica degli smartphone. Il team di ragazzi che ha creato un lampione “intelligente” in grado di consumare meno della metà dei lampioni tradizionali. E ancora la società che ha trovato un modo low cost per selezionare le cellule staminali per i tessuti ossei, quella che manipola il plasma per sistemi economici di sanificazione e quella capace di mettere a punto un nuovo metodo per la depurazione dei reflui industriali. Sono alcune delle storie di nuove iniziative imprenditoriali presentate a Startup Meetup, evento ospitato alla fiera Farete di Bologna.
Tecnicamente è stato un “barcamp”, uno spazio in un cui la Fondazione Italia Camp ha dato modo a 11 startup di presentare – in cinque minuti – quello che stanno realizzando, e chiedere soldi per lo sviluppo: di norma tra i 200 e i 300mila euro.
Italia Camp è un’associazione e fondazione che ha come soci 20 grandi aziende, con il sostegno della Presidenza del consiglio. Il network conta anche 70 università. Il suo scopo è «ridurre il tempo tra un’idea imprenditoriale e la sua realizzazione».
Finora ha lanciato 30 “call for idea”, raccogliendo 2.350 proposte imprenditoriali e selezionandone una cinquantina, di cui solo 15 per ora realizzate. I progetti vincitori, secondo la fondazione, hanno generato un indotto di 20 milioni di euro. Quest’anno chi vincerà il bando potrà presentare l’idea vincente a finanziatori negli Usa (una scelta bizzarra, che sembra incentivare la fuga dei cervelli).
Nei video le storie di Re.Charge (sistemi di ricarica), Solair (software) e Rebernig Super (lampioni smart e altre soluzioni di ingegneria).
Marco Gorini, ideatore di Re.Charge
Tom Davis, ceo di Solair
Mario Di Bacco, software development di Rebernig
Twitter @lidiabaratta @fabrizio_patti