Capitale: Vienna
Forma di governo: Repubblica parlamentare federale
Presidente: Heinz Fischer
Cancelliere: Werner Faymann
Area: 83.858 km2
Popolazione: 8.393.644
Densità della popolazione: 98 ab/km2
Lingua: tedesco (var. Tedesco austriaco)
Religione: Cattolica 73,6%, Protestante 4,7%, Musulmana 4,2%
Pil (PPP): $359,021 miliardi (2012)
Pil pro capite (PPP): $42.408,575 (2012)
Crescita del Pil: 1,7% (2012), 2,0% (2011), 1,4% (2010)
Debito pubblico: 73,7% del Pil (2012)
Tasso di disoccupazione: 4,4% (2012)
Tasso di disoccupazione giovanile: 8,8% (2012)
Moneta: euro
PRO: Il livello di disoccupazione più basso d’Europa. Un benessere diffuso e qualitativamente elevato. Un prodotto interno lordo pro capite in costante crescita. Bassa disuguaglianza nella distribuzione dei redditi. Standard ambientali elevati. Un welfare state generoso ed efficiente. Un sistema sanitario eccellente. Non c’è da stupirsi che gli austriaci siano molto soddisfatti del proprio Paese. Ma qual è il segreto del miracolo austriaco? Un sistema economico e politiche del lavoro fondate sull’economia sociale di mercato. Un modello che si propone di garantire allo stesso tempo libertà di mercato e giustizia sociale, attraverso una concertazione che vede rappresentati gli interessi dei lavoratori, dell’impresa e del governo.
Questo sistema ha permesso all’Austria di conciliare un’economia molto competitiva con un elevato benessere individuale dei suoi cittadini. L’Austria è un Paese dove la democrazia è pienamente applicata e i diritti sono ben tutelati. Secondo l’Indice di Sviluppo Umano (HDI), la qualità della vita nel Paese è tra le più alte del mondo. Con un valore di 0,895, è al diciottesimo posto della classifica mondiale. Si trova anche al dodicesimo posto del Democracy Index dell’Economist, indice che misura il livello di democrazia. Vienna è la città più vivibile del mondo. A dircelo è la società di consulenza Mercer, che, per il secondo anno consecutivo dona lo scettro alla capitale austriaca. Mentre secondo l’Economist Intelligent Unit (Eiu) la qualità della vita nella capitale austriaca è seconda sola all’australiana Melbourne.
È vero che i soldi non possono comprare la felicità, ma sono comunque un importante mezzo per raggiungere elevati standard di vita. Secondo i dati dell’Ocse, nel 2012 il reddito medio disponibile delle famiglie austriache ammontava a 28.852 dollari l’anno, molto al di sopra della media degli altri paesi avanzati, 23.047 dollari. Il Pil pro capite austriaco continua a crescere stabilmente. L’economia austriaca ha, infatti, retto meglio di altre economie europee alla crisi del 2009. L’Austria può godere di un settore manifatturiero molto competitivo, che permette al Paese di beneficiare di una bilancia commerciale positiva. Grazie a un ottimo sistema educativo secondario e a università di alto livello e accessibili a tutti, l’economia transalpina può disporre di una forza lavoro ben istruita. E lo stabile rapporto tra lavoratori e management, attraverso il sistema di partecipazione sociale, permette una pianificazione industriale più consapevole e di lungo periodo.
Non solo. La politica fiscale austriaca è amica delle imprese. L’Austria concede sgravi fino al 10% per chi effettua ricerca e innovazione. Il risultato? L’Austria è ai primi posti nel mondo per innovazione, alla pari con gli Usa e, nell’eurozona, dietro (di poco) solo a Germania, Finlandia e Olanda. Nel 2005 il governo ha tagliato l’imposta sulle persone giuridiche (come la nostra Ires) dal 34% al 25%, l’aliquota più bassa in tutta l’eurozona dopo l’Irlanda. Ai fini fiscali, alle società è concesso di detrarre le perdite subite in sedi estere, mentre vengono tassati esclusivamente i profitti realizzati in Austria. In questo modo, secondo i calcoli di vari istituti, la tassazione effettiva delle multinazionali scende intorno al 22 per cento. Ecco perché 303 multinazionali hanno sede a Vienna. E circa mille società (tra cui Siemens, Beiersdorf, Hewlett- Packard, Henkel, FedEx) hanno scelto l’Austria come base per tutta l’Europa centro-orientale.
Ma, il vero fiore all’occhiello del Paese è il mercato del lavoro. Perché l’Austria, 8,4 milioni di abitanti, nell’agosto 2013 (ultimi dati Eurostat disponibili) si è confermata prima della classe nell’Ue in termine di disoccupazione: appena il 4,9% di senza lavoro, davanti ai “cugini” tedeschi (5,2%) e al Lussemburgo (5,8%). E la media dell’eurozona è ben più alta: 12,0% (l’Italia è al 12,2%). Fin dall’inizio della crisi finanziaria del 2008, l’Austria ha controllato la disoccupazione attraverso politiche come la riduzione delle ore di lavoro, il rafforzamento del sistema educativo e dei corsi di formazione, tagli alle tasse sui redditi e una riduzione dei costi pubblici. Ciò ha permesso ai lavoratori di non perdere il proprio posto di lavoro, di sviluppare una forza lavoro più qualificata e allo stesso tempo ha sostenuto i consumi.
L’Austria ha anche investito nella formazione al lavoro dei giovani. Ecco perché la piccola repubblica alpina è in forma smagliante anche nel settore della disoccupazione giovanile (16-25 anni): se l’Eurozona ha una media del 23,7%, l’Austria si ferma all’8,6%, appena dietro la prima in classifica, la Germania (7,7%). Il suo segreto? La scuola incoraggia chi sceglie gli istituti professionali a trovare prestissimo un posto di apprendista. L’offerta è abbondante perché numerose imprese fanno ricorso a questo strumento. Infatti, alle imprese che effettuano formazione dei ragazzi è assicurato fino al 20% di riduzione d’imposta. Mentre, chi ha fatto il liceo, per lo più, andrà invece all’università, che garantisce una qualifica media abbastanza elevata e un rapporto stretto tra questi e l’industria.
CONTRO: Non è tutto oro quel che luccica. Infatti, il costo di mantenere un livello di disoccupazione così basso è stato peggiorare la qualità dei posti di lavoro esistenti. La formula è stata «meglio quattro lavoratori disoccupati per tre mesi, che un lavoratore disoccupato per un anno». All’apice della crisi, nel 2009, circa 66.000 lavoratori hanno visto le loro ore di lavoro drasticamente ridotte, soprattutto nel settore dell’indotto dell’auto. Questo numero è sceso a 2.000 nel 2012. Tuttavia, questa soluzione è sostenibile solo nel breve periodo, perché per le imprese è molto costosa e, nel lungo periodo, rischia di minarne la competitività.
Dal punto di vista dei lavoratori, ciò vuol dire che si diffondono lavori sottopagati, mentre cresce costantemente il numero di contratti a tempo determinato. Per di più, se fino ad ora la riduzione di posti di lavoro a tempo pieno è stata bilanciata dalla creazione di posti part-time, nel secondo trimestre del 2013, questo trend si è invertito. E il tasso di disoccupazione ha iniziato a crescere, sebbene si mantenga a livelli molto inferiori alla media europea. Inoltre permane una grossa sperequazione salariale tra donne e uomini e una crescente difficoltà a conciliare lavoro e famiglia, per la riduzione dell’offerta di nidi e scuole materne.
Vienna sta perdendo attrattività come hub regionale, rispetto ad altre città del centro ed est Europa. Sebbene 303 società multinazionali mantengano i loro quartieri generali europei a Vienna, attratti dall’elevata qualità della vita e dalle eccellenti infrastrutture della capitale austriaca, negli ultimi anni un numero sempre maggiore di compagnie ha iniziato ha guardare un po’ più a est; a città come Bratislava e Varsavia, che sono in grado di offrire un costo della vita e del lavoro molto più bassi.
Infine non bisogna dimenticare la barriera linguistica.La padronanza della lingua inglese non è la miglior qualità degli austriaci. Secondo l’Eurobarometro, solo il 58 per cento degli austriaci parla fluentemente l’inglese. Per questo, la maggior parte dei posti di lavoro offerti in Austria è in lingua tedesca.
In Austria, il costo medio di un alloggio dipende da diversi fattori. Un appartamento situato in una zona centrale di una grande città, ben servita dai mezzi pubblici e con un buon livello di infrastrutture può risultare molto caro. Inoltre, più gli appartamenti sono piccoli, più il loro prezzo al metro quadro aumenta.
Nel 2012, il prezzo medio per affittare un appartamento in Austria era di 458 euro. Gli affitti più alti sono stati registrati nel distretto di Vorarlberg, 560 euro, seguito da Salzburg, 524 euro, e Tyrol, 525 euro. Gli affitti più bassi sono stati invece registrati nella Bassa Austria, 418 euro, in Carinthia, 412 euro, e nel Burgenland, 405 euro. Anche il prezzo al metro quadro varia molto da una zona all’altra del paese. Nel 2012, i prezzi più alti si trovavano in Salzburg, 6,56 euro al metro quadrato. Mentre i più bassi si trovavano in Burgenland, 4,42 euro al metro quadrato.
Ci sono diversi modi per trovare una casa in Austria. Si possono trovare annunci di affitto e vendita di immobili in apposite sezioni dei principali quotidiani del paese, come il Kurier, e in molti siti Internet; oppure si può fare ricorso alle agenzie immobiliari (Immobilien). Esistono poi alcuni organi municipali e consigli locali incaricati di fornire informazioni sulle disponibilità di abitazioni nelle diverse città.
I contratti di affitto sono regolati dal Mietrechtsgesetz, la legge sui locatori e locatari. Prima di firmare un contratto, sia di affitto che di compravendita, è bene assicurarsi che sia pienamente conforme alla legge. Per farlo si può richiedere la consulenza del Mietervereinigung, l’associazione dei locatari, del Mieterschutzverband, l’associazione per la protezione dei locatari, di Verein für Konsumenteninformation, l’associazione per la tutela dei consumatori o dell’Arbeiterkammer, la camera del lavoro.
Nel 2012, l’Austria aveva una popolazione di 8.393.644. Il numero delle persone occupate ammontava a 4,184 milioni, in aumento di 39.000 rispetto al 2011, e il numero di disoccupati era pari a 189.100, più 10.100. Rispetto all’anno precedente, il numero dei lavoratori autonomi si è ridotto, meno 13.100, mentre i lavoratori dipendenti sono aumentati di 53.000 occupati. Il numero dei lavoratori part-time è cresciuto di 34.400 unità, per la maggior parte donne, e anche i lavori a tempo pieno sono aumentati di 18.600 rispetto al 2011. Nonostante questi trend positivi, il numero totale di lavoratori full-time rimane comunque inferiore al livello pre-crisi di 14.400 unità; mentre il lavoro part-time ha registrato un aumento di 113.700 occupati rispetto al 2008.
Nell’ultimo trimestre del 2012, il numero totale di disoccupati ammontava a 192.000 individui, in aumento (+6.600) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Nel 2012, il tasso di disoccupazione austriaco era perciò pari al 4,4 per cento, contro il 4,3 per cento del 2011. Questo aumento ha colpito però solo la popolazione maschile, infatti il tasso di disoccupazione femminile si è ridotto di 0,6 punti percentuali, 4,2 per cento.
Secondo l’Istituto di statistica austriaco, il numero di occupati è salito a quota 4,182 milioni nell’ultimo trimestre 2012, rispetto ai 4,162 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Questa crescita totale di 20.300 occupati è dovuta all’aumento dei lavoratori part-time, più 31.700, mentre il numero dei lavori a tempo pieno si è ridotto di 11.400 unità. In particolare, rispetto al 2011, il lavoro a tempo pieno si è ridotto di 11.400 lavoratori uomini, mentre il lavoro part-time è cresciuto di 42.300 lavoratrici donne. Allo stesso tempo, il numero di donne impegnate in un lavoro full-time è rimasto invariato e il numero di uomini occupati a tempo parziali si è leggermente ridotto.
Nel 2011, in Austria, i settori che occupavano il maggior numero di lavoratori erano l’industria manifatturiera, la vendita all’ingrosso e al dettaglio, i servizi di riparazione di veicoli e di beni di consumo, le agenzie immobiliari, i servizi di consulenza per le imprese, le costruzioni, i servizi sanitari e sociali. Le società che davano lavoro al maggior numero di imprese erano Spar Österreich group (vendita al dettaglio), Strabag Societas Europaea (costruzioni), Rewe International AG (vendita al dettaglio), Trenkwalder International AG (cunsulenza manageriale e cacciatori di teste), Austrian Federal Railways (ÖBB) (trasporti) e Voest Alpine AG (industria metallurgica).
Nel Paese la domanda di lavoratori con un contratto di apprendistato supera l’offerta; nell’aprile 2011, sono state registrate 982 posizioni di apprendistato vacanti. In termini statistici per ogni posizione di apprendistato ci sono state 1,3 domande contro le 1,5 dell’anno precedente. Ci sono tuttavia delle forti differenze regionali: mentre le posizioni di apprendistato vacanti erano 585 a Vienna, 558 nella Bassa Austria e 241 in Styria, in altre regioni l’offerta di apprendisti superava la domanda, come in Salzburg e in Tyrol.
LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO
In Austria, Paese membro dell’Unione europea, si applica il principio fondamentale di libera circolazione dei lavoratori sancito nell’articolo 45 del trattato sul funzionamento dell’Ue e ulteriormente precisato dal diritto derivato e dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea. I cittadini dei Paesi membri dell’Ue godono del diritto di cercare lavoro in un altro Paese dell’Ue, lavorarvi senza bisogno di un permesso di lavoro, vivere in un altro Paese e godere della parità di trattamento rispetto ai cittadini nazionali per quanto riguarda l’accesso al lavoro, le condizioni di lavoro, nonché qualsiasi altro beneficio sociale e fiscale.
I cittadini di Paesi membri dell’Ue possono anche chiedere il trasferimento di alcuni tipi di copertura sanitaria e previdenziale verso il Paese in cui si trasferiscono.
LINK UTILI PER TROVARE LAVORO
1. EURES – Il portale europeo della mobilità professionale
Tutte le informazioni e i dati ufficiali sul mercato del lavoro, le condizioni di vita e di lavoro e la legislazione europea sulla mobilità europea.
2. AMS – Public Employment Service Austria
È il principale portale erogatore di servizi legati al mercato del lavoro austriaco. AMS si occupa di combinare le candidature con le posizioni lavorative aperte. Il sito offre, inoltre, consigli, informazioni e assistenza finanziaria a lavoratori e datori di lavoro.
Cerchi un lavoro in lingua inglese a Vienna? Questo sito può aiutarti. Si tratta del principale portale di offerte di lavori in inglese in Austria.
Con oltre 6 milioni di pagine di annunci al mese, StepStone è il portale del lavoro più visitato in Austria. Fondato nel 1996, StepStone è stato un pioniere del collocamento online e grazie al suo know-how è probabilmente il miglior sito dove cercare un lavoro in Austria.
Non sai se puoi sftruttare i tuoi titoli di studio nel mercato del lavoro austriaco? Su questo sito potrai trovare le risposte a tutti i tuoi dubbi.
Sul sito del ministero del Lavoro, gli affari sociali e la tutela dei consumatori potrai trovare informazioni complete e aggiornate sul mercato del lavoro austriaco.
ALTRI LINK UTILI PER VIVERE IN AUSTRIA
Imparare il tedesco
Volete imparare il tedesco prima di partire? il Goethe Institut è un centro culturale che offre corsi di tedesco e la possibilità di ottenere una certificazioni internazionale di lingua tedesca.
www.goethe.de
Meteo
Previsioni del tempo dettagliate per tutto il territorio austriaco.
www.weatheraustria.net
Norme doganali
Informazioni sulle norme doganali austriache.
europa.eu
Biglietti e orari dei treni
Viaggiate comodamente in treno lungo tutta l’Austria.
www.obb-italia.com
Che fare in caso di emergenza?
Il numero di emergenza da contattare in qualunque Paese Ue è il 112: è gratuito e può essere chiamato sia da telefono fisso che da cellulare.
Twitter: @SaraBanfi88