I Millennials, così denigrati dai loro antenati

I Millennials, così denigrati dai loro antenati

In un articolo molto commentato sulla rete, l’Huffington Post USA spiega perché la Generazione Y (i ventenni, nati negli anni ‘90 o in anni successivi) è cosi infelice. Secondo l’autore dell’articolo, il principale problema dei giovani è che le loro aspettative sono sostanzialmente e tragicamente lontane dalla realtà che trovano o che incontreranno a breve. I giovani si sentono troppo speciali, pensano che tutti i loro sogni si realizzeranno a breve e con il minimo di sforzo. L’articolo propone anche soluzioni: lavorare sodo senza perdere tempo in invidie sulla ricchezza materiale altrui.

The Onion in un ironico articolo intitolato “Company Immediately Calls Job Applicant”, è molto più crudele con la Generazione Y. L’articolo, traccia una finta intervista a un dirigente che, per sua grandissima fortuna, capita su un cv di un ventiduenne laureato in comunicazione. «Ma da dove esce questa perla?» Si domanda il manager, «sa addirittura usare PC e Mac, Word, Excel e Powerpoint; muoviamoci prima che qualche altra azienda lo assuma!» Il manager in fine acconsente con entusiasmo anche alle richieste salariali del neo-laureato: uno stipendio annuale di $350.000 più bonus di $50.000 alla firma del contratto (cosiddetto signing bonus).

Ovviamente, ogni nuova generazione viene denigrata come la peggiore mai esistita. La mia per esempio, ha avuto la colpa di non aver conosciuto il ‘68 e di non aver combattuto per i diritti sociali; abbiamo iniziato la scuola negli anni 70-80 quando tutto era già stato fatto. Allo stesso tempo, si diceva di noi che fossimo stati rincretiniti dalla televisione; nel mio caso, di aver sprecato ogni mercoledì pomeriggio a guardare cartoni animati giapponesi. Il mondo, dicevano, crollerà non per l’invasione delle forze di Vega o della Regina Raflesia, ma proprio per il nostro ozio. 

Questo atteggiamento nostalgico del “era meglio prima” ovviamente non è cosa nuova….forse quindi non è necessario preoccuparsi più di tanto. Si possono paragonare i lati positivi e negativi della televisione con quelli dei tablet? Fino a che punto è nocivo per un bambino di 5 anni di giocare per ore su un iphone?

La mia opinione, non certo scientifica, è che il pericolo non è il gioco stesso, piuttosto il fatto che questi giochi ci abituano ad ottenere una soddisfazione immediata mentre le vicissitudini della vita spesso non si concludono con premi, e soprattutto raramente si ottengono in breve tempo. 

Di chi è la colpa? L’ironia in questo sistema di eterno rimprovero che una generazione porta sulla successiva, è che i genitori cercano di fare tutto il possibile per i loro figli per poi dare loro la colpa di aver avuto la vita facile. “Era meglio prima” in realtà, non è altro che la presa di coscienza di aver perso per sempre il mondo della nostra giovinezza. Dal momento che non possiamo prendercela con il tempo, sfoghiamo la nostra rabbia sull’unica incarnazione del tempo: la nuova generazione. Lo faranno i Gen Y quando diranno che la vita era difficile con un iphone5.

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